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Sostenibilità = conservatorismo? di Marco Moro
Architettura sostenibile: non solo energia di Beatrice Spirandelli
Navi a perdere. Intervista a Carlo Lucarelli di Emiliano Angelelli
Rifiuti: due nuove guide normative Ansa, Roma 1 dicembre 2008
Una nuova rivoluzione energetica di Filippo Franchetto
Crimini d'Abruzzo di Antonio Pergolizzi
Dopo una finanziaria "al verde", in arrivo un piano per il clima di Ilaria Di Bella

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Navi a perdere.
Intervista a Carlo Lucarelli
di Emiliano Angelelli*

Carlo Lucarelli chiude con Navi a perdere un ricco anno di fiction e denuncia della collana VerdeNero. Riportiamo l'intervista con l'autore realizzata poco prima della presentazione a "Più libri più liberi", la fiera della piccola e media editoria che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma.

Lei crede nei romanzi socialmente utili? E crede soprattutto che il noir sia un genere socialmente utile?
Sì. Anzi credo che i romanzi siano tutti socialmente utili quando sono scritti bene e con sincerità. Il noir forse lo è particolarmente. Non è l’unico genere a svolgere questo tipo di funzione, però fisiologicamente lo fa, perché ficca il naso nelle cose che non funzionano e raccontandole le denuncia.

Navi a perdere sembra un testo pensato anche per la televisione. Pensa che in futuro “Blu Notte” seguirà il filone delle ecomafie?
Blu Notte in parte già lo ha fatto con la puntata che abbiamo dedicato all’amianto. Vogliamo continuare naturalmente con questo filone e potrebbe anche essere che questo sarà un argomento dei nostri. Navi a perdere però non è stato scritto pensando alla televisione. Il fatto è che io scrivo sempre nello stesso modo (ndr. Lucarelli sorride), quindi se mi occupo di narrativa la mia sperimentazione è di un tipo e quando racconto cose vere il mio modo di raccontare è quello. Quindi semmai quando scrivo alla televisione penso ai romanzi.

Da 25 a 100 navi scomparse nel corso di poco più di un decennio in un’area, quella del mar Tirreno prospiciente la Calabria, molto ristretta. Le navi dei veleni sono quindi un dramma sociale?
Sicuramente sì. Siamo sempre sul piano delle ipotesi. Le navi sono affondate e molti credono che contenessero dei veleni. Questa è la base su cui ragioniamo. È sicuro però che sono successe molte cose terribili nel mare. Già solo cento navi che affondano sono un fatto strano e comunque un brutto disastro. Ed è vero che abituati come siamo a pensar male, e molte volte ad aver ragione di farlo, possiamo pensare che nei nostri mari ci siano moltissimi veleni. Bé, questo sì che è un dramma sociale. Quando si comincia ad avvelenare il mare, la terra e l’aria che si respira il problema diventa globale, di tutti.

In Navi a perdere emerge la figura di Comerio, faccendiere impelagato nello smaltimento dei rifiuti radioattivi. E proprio parlando di rifiuti radioattivi nasce un collegamento con il caso Ilaria Alpi. Un altro mistero insoluto del nostro paese…
L’ingegner Comerio in effetti viene visto e sentito in relazione a tutta una serie di episodi che riguardano queste vicende, quindi anche il caso Ilaria Alpi. Più che altro si ritrovano in casa sua documenti che parlano di questi fatti. Spetta naturalmente alla magistratura arrivare in fondo a queste vicende. Quello che è certo è che ci sono tante assonanze, tante vicinanze che suonano inquietanti.

Recentemente Wu Ming 1 ha lanciato un dibattito letterario con la pubblicazione di “New Italian Epic”, un saggio che cerca di individuare un filo conduttore tra diversi scrittori italiani contemporanei. Lei si riconosce in questo filone letterario?
Assolutamente sì. Credo di far parte di questa nebulosa, di questo arcipelago di scrittori che cercano di scrivere romanzi di ampio respiro che trattino tematiche che abbiano a che fare con la nostra storia contemporanea e con il nostro presente in maniera “epica”. Mi ci riconosco perfettamente.

*Direttore blog VerdeNero.