In questo numero

Pupille divergenti di Marco Moro
In un mondo sempre più caldo. Conversazione con Gianfranco Bologna, Wwf Italia di Paola Fraschini
Rifiuti made in Italy. Intervista a Stefano Ciafani di Anna Satolli
High-tech trash, il romanzo inchiesta. Intervista a M. Carlotto e F. Abate di Emiliano Angelelli
Energie rinnovabili: non solo rose e fiori. Intervista a Leonardo Filippucci di Simona Faccioli
Il mare dell'illegalità di Antonio Pergolizzi

contatti

iscriviti

Pupille divergenti
di Marco Moro

Se si guarda troppo a lungo la situazione del nostro paese la conseguenza potrebbe essere questa. Qualche esempio? Mentre le energie rinnovabili diventano un appetibile settore di business addirittura per la più dinamica azienda nazionale, ossia la criminalità organizzata, si annunciano con grande pompa accordi sul nucleare. Mentre il fotovoltaico batte ogni record di crescita facendo dell’Italia un mercato sempre più interessante, si posticipa l’obbligo di condizionare il rilascio delle concessioni edilizie all’installazione di impianti a energia rinnovabile. Mentre qualche amministrazione locale pensa di abolire l’Ici per chi realizza impianti fotovoltaici nella propria abitazione, c’è chi gioisce perché intravvede la possibilità di inaugurare un’altra stagione di saccheggio delle risorse ambientali; in Sardegna, ad esempio. Ci sono poi “poteri forti” che mentre aprono nuove divisioni green sponsorizzano a gran voce il nucleare: perché farsi mancare qualcosa? Infine, ma solo per porre un limite a questo delirante elenco, mentre dai più qualificati ambiti della scienza arrivano valutazioni inequivocabili sui trend del clima, da noi – e solo da noi – si organizzano simposi di negazionisti politicamente targati, schierando nel panel molti dei personaggi così efficacemente ridicolizzati da Stefano Caserini in A qualcuno piace caldo. Del resto, anche stimati giornalisti scientifici inciampano sulla disinformazione climatica. A volte basta un po’ di neve…
Indubbiamente questo è il momento giusto per l’uscita dei due annuari State of the World 2009 e Ambiente Italia 2009. Il più prestigioso istituto al mondo per la ricerca sui temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile e il suo omologo italiano offrono, come sempre, un riferimento autorevole a chi è in cerca di argomenti fondati, analisi documentate e interpretazioni non banalizzanti o palesemente distorte come quelle che troppo spesso ci serve il cosiddetto “mondo dell’informazione”. E gli stessi focus proposti quest’anno dai due rapporti – a livello mondiale il cambiamento climatico e a livello nazionale il tema dei rifiuti – non potevano individuare due temi più martirizzati dalla cattiva informazione.
Ma, in un contesto così degradato, un contributo prezioso alla conoscenza di fatti e fenomeni può essere trovato anche in quello che dovrebbe essere territorio di fiction, di invenzione. L’albero dei microchip, il VerdeNero di Massimo Carlotto e Francesco Abate racconta di un ennesimo tema molto scomodo, su cui si preferisce troppo spesso accontentarsi solo di visioni buoniste e assolutorie che sono vere e proprie costruzioni mediatiche: le relazioni reali che intercorrono tra il nostro paese e quello che definiamo “Terzo Mondo”.
State of the World muta da quest’anno il proprio occhiello e da “Rapporto sullo stato del Pianeta” diventa “Rapporto sul progresso verso una società sostenibile”. Sembra un dettaglio insignificante, ma perché non prenderlo come segnale di un’atmosfera che sta finalmente cambiando? Sempre che, come già detto, non si guardi troppo in casa nostra, rischiando di diventare come il celebre “Áigor” di Frankenstein Junior.