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Energie rinnovabili: non solo rose e fiori…
Intervista a Leonardo Filippucci
di Simona Faccioli

È notizia di questi giorni che a Mazara del Vallo, nel trapanese, otto persone tra imprenditori, politici e funzionari del Comune, oltre ad alcuni pregiudicati mafiosi fedelissimi del super latitante Matteo Messina Denaro, sono stati arrestati su ordine del gip di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa, corruzione e violazione della legge elettorale. Gli arrestati, a vario titolo, avrebbero consentito alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo il controllo di attività economiche, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia elettrica mediante impianti eolici, anche attraverso lo scambio politico-mafioso di voti. Non a caso, infatti, l’operazione condotta da oltre cento tra poliziotti e carabinieri è denominata “Eolo”.
L’ombra di Cosa Nostra sull’eolico è certamente uno degli aspetti più inquietanti del boom degli impianti alimentati da energia rinnovabile. Ma non è il solo.
Spesso questi impianti comportano un elevato impatto ambientale, specialmente in termini paesaggistici. Non è un caso che contro la loro realizzazione si registri, non di rado, l’accesa opposizione di associazioni ambientaliste, di comitati o di amministrazioni locali.
E anche tra le stesse associazioni ambientaliste capita di dover registrare un confronto/scontro tra favorevoli e contrari alla costruzione di singoli impianti (è il caso, ad esempio, di un parco eolico nell’Appennino umbro-marchigiano, avversato da Italia Nostra e sostenuto da Legambiente).
Quale dunque la soluzione? Ne parliamo con Leonardo Filippucci, avvocato specializzato in materia ambientale e autore dell’ultimo volume uscito per la collana “Normativa e Interpretazione”: La valutazione di impatto ambientale e la valutazione strategica, alla luce delle modifiche introdotte dal Dlgs 4/2008

Avvocato Filippucci, la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili costituisce un problema o un vantaggio per l’ambiente?
In termini generali e astratti le fonti energetiche rinnovabili rappresentano certamente un vantaggio per l’ambiente. La Comunità europea, nell’emanare la direttiva 2001/77/CE, ha espressamente riconosciuto che la promozione delle fonti energetiche rinnovabili costituisce un obiettivo prioritario per la stessa Comunità, in quanto queste contribuiscono alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile.

Però…
Però ogni singolo progetto si va a inserire in uno specifico contesto territoriale e ambientale, che va ovviamente salvaguardato. Ecco allora l’importanza della Valutazione di impatto ambientale (Via). Come ho illustrato nella monografia che ho curato sull’argomento, la Via rappresenta oggi il principale strumento di valutazione preventiva delle ricadute ambientali di un’opera e, pertanto, contribuisce, in maniera fondamentale all’attuazione del principio dello sviluppo sostenibile. Inoltre, la Via, consentendo la massima partecipazione al procedimento da parte del cosiddetto “pubblico”, permette a chiunque vanti un interesse giuridicamente rilevante (incluse le associazioni ambientaliste) di esprimere il proprio punto di vista prima che l’opera sia costruita.

Questo vale anche per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili?
Bisogna vedere se il singolo progetto, per dimensioni e per caratteristiche qualitative, rientra tra le tipologie impiantistiche che, in base agli allegati alla Parte Seconda del Codice ambientale, ha o può avere rilevanti effetti sull’ambiente.
In caso affermativo, deve essere istruita dal Ministero dell’Ambiente o dalla Regione territorialmente competente la procedura di Via.

Come si coordina la procedura di Via con l’autorizzazione unica che la legge prevede per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili?
La questione è aperta in quanto l’articolo 12 del Dlgs 387/2003 che disciplina la costruzione e l’esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili nulla dice in merito. Come ho avuto occasione di argomentare nella mia pubblicazione, è principio generale dell’ordinamento che la procedura di Via resti autonoma rispetto al procedimento di autorizzazione alla realizzazione dell’opera, costituendone un presupposto imprescindibile. Le prime sentenze che si registrano sull’argomento danno ragione a questa tesi.

Estremamente attuale, e altrettanto articolato e complesso: questo è quindi il tema della Valutazione di impatto ambientale. La conoscenza dei presupposti legislativi quanto delle procedure operative legate a questo istituto normativo è particolarmente importante, soprattutto in un momento come quello attuale in cui gli interventi programmati sul nostro territorio sono numerosi, sia in termini di riconversione sia di realizzazione di nuovi impianti e infrastrutture. A questa funzione assolve con ampiezza il volume di Leonardo Filuppucci che ricostruisce innanzitutto il quadro della normativa nazionale e comunitaria in materia, per illustrare poi nel dettaglio le finalità, l’ambito di applicazione e le modalità concrete di attuazione del processo di Via, oltre a definire le autorità coinvolte.