In questo numero

Tra gli anticorpi della Terra di Marco Moro
Quel movimento senza nome di Diego Tavazzi
Il mattone in primo piano. Intervista ad Adriano Paolella di Paola Fraschini
VerdeNero Inchieste di Anna Satolli
Il Senato ha deciso: i ghiacciai non si stanno sciogliendo di Ilaria Di Bella
La regola dell'efficienza energetica di Simona Faccioli
Castelli di sabbia di Antonio Pergolizzi

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Tra gli anticorpi della Terra
di Marco Moro

In Moltitudine inarrestabile Paul Hawken utilizza un’immagine di grande suggestione per restituire a un tempo l’entità, le modalità di azione e la funzione di un immenso movimento la cui comparsa sulla scena politica globale era fino ad ora sfuggita: gli anticorpi della Terra.
Prodotto della reazione del sistema immunitario del pianeta, un numero enorme e mutevole di soggetti si adopera “dal basso” per modificare le condizioni sociali, culturali, economiche e ambientali nel proprio habitat o più in generale sulla Terra. Sorgono e si aggregano spontaneamente, e così come sono comparsi si dissolvono o mutano la loro funzione all’esaurirsi del problema, della patologia che ne ha stimolato la crescita.
In questo periodo, per noi densissimo di novità, ci piace pensare il nostro lavoro come partecipe di questo fenomeno. Hawken lo sottolinea con forza: la produzione e circolazione delle informazioni, dei saperi, delle idee, così come la creazione di supporti e servizi di comunicazione è fondamentale per la vitalità e le prospettive di crescita e consolidamento del sistema immunitario della Terra. E l’informazione e la comunicazione, articolate e proposte nelle tante diverse modalità possibili, sono ancora più essenziali quando la disinformazione viene praticata ai livelli più alti e con uno spudorato intento di manipolazione della verità, come racconta Ilaria Di Bella in una cronaca “dal palazzo” che sarebbe comica se non fosse grottescamente vera.
Ci sono ottimi motivi, quindi, per reagire e fornire nuove cellule agli anticorpi ed energia al sistema immunitario. Oltre al nuovo “futuro classico” di Paul Hawken, che per la prima volta dà un’identità a un fenomeno totalmente sfuggito (e non è un caso) a un sistema dell’informazione che, qualora riuscisse a percepirlo, non sarebbe in grado di comprenderlo, Edizioni Ambiente mette in campo un nuovo progetto, VerdeNero Inchieste, che raccoglie e porta alle logiche conseguenze il lavoro iniziato con i noir di ecomafia. L’impegno degli scrittori nel disvelare, con i loro strumenti, la pervasiva azione delle ecomafie sul territorio nazionale sfocia in una “chiamata” rivolta al giornalismo d’inchiesta, per tornare a documentare i nostri disastri ambientali, cosa li ha prodotti, chi li ha permessi e chi ne ha, o ne sta ancora, pagando il prezzo. I primi tre volumi, dedicati ad altrettante pagine nere della nostra storia recente, sono presentati da Anna Satolli. Parlano di fatti, luoghi, numeri, nomi e cognomi, stavolta senza l’escamotage della fiction, per fare quello che i grandi media non fanno quasi più: informazione e denuncia. Lo stesso approccio che ritroviamo nel rapporto Ecomafia 2009, altro appuntamento fisso di stagione, di cui ci anticipa qualcosa Antonio Pergolizzi in “Ecomafia news”. Tra le tantissime informazioni contenute nel lavoro dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, emergono anche gli scenari del  sisma in Abruzzo. Pergolizzi parla di edifici incredibilmente mal costruiti, ma il “costruito male”, come emerge con lampante chiarezza in Ecomafia 2009, non è banale frutto di occasionali imbrogli, di trascuratezze, di umane avidità o di errori. Il costruito male è il risultato del tutto prevedibile, per non dire noto a tutti, del funzionamento di un sistema, del business as usual di un settore come quello edilizio che è tra i più pesantemente infiltrati dalla criminalità organizzata.
Come ricostruire? È una delle domande più ricorrenti in queste settimane. Sperando di evitare l’incubo della proliferazione di new towns (leggi suburbs) profetizzata dal premier, si può andare nel concreto, indicando soluzioni.
Adriano Paolella, autore del volume Architettura sostenibile e laterizio, parla anche di questo nell’intervista che gli ha rivolto Paola Fraschini, e il discorso, seguendo la traccia del lavoro sviluppato nel libro, conduce ai criteri progettuali, ai materiali, alle tecniche utilizzabili per costruire sostenibile e quindi anche più sicuro. Nel libro, attraverso un’ampia rassegna di progetti, emergono indicazioni preziose su come utilizzare in modo innovativo e intelligente il “mattone”, materiale di cui è sostanzialmente fatto il nostro patrimonio edilizio. L’informazione e sensibilizzazione dei progettisti può però fare ben poco se non viene affiancata da strategie e azioni efficaci attuate dalle amministrazioni locali e dagli enti di governo del territorio. È in questa direzione che si rivolge l’ennesima importante novità in uscita: Efficienza energetica e rinnovabili nel Regolamento edilizio comunale. Scritto da chi ha fatto esperienza concreta “sul campo”, rappresenta un’assoluta novità nell’editoria tecnica di settore, affiancandosi all’altrettanto innovativo Codice delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, anch’esso di recente pubblicazione. Quello di Giuliano Dall’O’ e Annalisa Galante è un libro che insegna a scrivere nuove regole, lungimiranti ed efficaci, per un settore che troppo spesso procede esattamente in senso contrario. Un manuale che indica nel dettaglio ciò che l’amministrazione pubblica dovrebbe fare sempre, e solo in qualche raro caso fa già con successo.