In questo numero

Sfogliando margherite di Marco Moro
Benedetta irrequietezza di Diego Tavazzi
L'inchiesta in salsa verde di Emiliano Angelelli
Vite spericolate. Intervista a Patrick Fogli a cura della redazione
Macello di mafia di Maurita Cardona
Il ritorno del nucleare in Italia di Ilaria Di Bella
Giù l'ecomostro di Palmaria di Antonio Pergolizzi

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Sfogliando margherite…
di Marco Moro

Era una battuta! Possibile che il governo abbia preso sul serio quanto scritto nell’editoriale di puntosostenibile qualche mese fa (giugno 08)? Ovvero che per far passare il nucleare si poteva sempre militarizzare il territorio? Era una battuta, e nemmeno particolarmente brillante! Ma avremmo dovuto aspettarci che un governo di pessimi attori l’avrebbe apprezzata e adottata. E così è, nell’ennesima agghiacciante “cronaca dal palazzo” di Ilaria Di Bella.
Ma come sottolinea Patrick Fogli, c’è di peggio. Come fa una collettività a formarsi una memoria storica se l’ora di storia viene sistematicamente sostituita dalla ricreazione? Quella che chiamiamo “storia recente” si estende ormai per oltre un cinquantennio. Questo periodo contiene gran parte di ciò che è necessario sapere per poter interpretare criticamente l’oggi. Viene raccontata questa storia? E come? Domanda retorica, ovviamente.
Allora si può anche legittimamente supporre che la collettività che ci si trova davanti e a cui si cerca di far digerire il nucleare non sia più quella, indubbiamente più informata, che lo aveva mandato alle ortiche 22 anni fa. A qualcuno si è riusciti a occultare ogni percezione del problema. E ci si può lavorare ancora bene, non solo sul nucleare: c’è tanto da nascondere sotto il tappeto, c’è tantissimo da relegare negli spazi residuali dell’informazione. Ci sono molte cose da non raccontare.
Che storia disegnano il caso Ilaria Alpi, l’avvelenamento di Taranto o quello dei soldati entrati a contatto con l’uranio impoverito? Quale spazio ha sui media questa faccia del presente che affonda le proprie radici nella storia recente del nostro paese? E l’amianto? Forse, come in qualche modo ipotizza Fogli, se si trasformasse in un personaggio da serial horror (le sue capacità vanno decisamente oltre quelle di un Freddy Krueger o di un Alien) otterrebbe finalmente l’attenzione che merita. Amiantator lo sterminatore, il mostro che come sempre sta alle spalle della bambina che sfoglia la margherita e non si accorge di nulla. Rassegnarsi alla brutta sorpresa o trovare qualcos’altro da sfogliare?
La collana VerdeNero Inchieste, di cui si occupa la triplice intervista curata da Emiliano Angelelli, nasce con questo intento: consolidare i “pezzi” di una memoria collettiva essenziale per reagire al presente. Sfogliare qualcosa di utile e lasciar stare le margherite.
C’è molto da sperare nella volontà di quella moltitudine inarrestabile di cui parla Hawken, e che ha le sue propaggini anche in Italia, di non perdere la memoria, di non accettare la storia preconfezionata che ci regala l’informazione quotidiana. C’è da sperare nella sua voglia di conoscere quando quasi tutto, all’intorno, suggerisce di fregarsene.