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Una piccola newsletter di provincia di Marco Moro
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Una piccola newsletter di provincia
di Marco Moro

C’è un nostro autore che ha riempito le sale - lasciando anche un bel po’ di persone fuori - a Pordenonelegge come al Festival di Internazionale di Ferrara. Abbiamo pubblicato un nuovo Moccia ecoadolescenziale? La Rowlings ha concesso a VerdeNero una storia di smaltimento illegale di calderoni magici a Hogwarts? No, sono solo alcuni aspetti del breve tour promozionale che Fred Pearce ha tenuto per il lancio di Confessioni di un eco-peccatore.

Ciò che spiega il successo del libro di Pearce è anche, senza dubbio, l’atteggiamento di fondo con cui ha condotto la sua indagine sul campo, seguendo le tracce dei beni di consumo lungo le rotte dell’economia mondiale: nessuna condanna preventiva, nessun paraocchi ideologico, ma un ferreo intento di vedere come stanno concretamente le cose. E vederlo là dove le cose succedono, parlandone con le persone, quelle che materialmente producono i numeri che riempiono le analisi del mercato e il dibattito sull’economia. I risultati dei viaggi che hanno portato Pearce in oltre venti paesi diversi non sempre trasmettono la stessa confortante sensazione: mettendoci di fronte all’effetto “fisico” dei nostri consumi. Descrivono veri disastri economici e sociali, oppure meccanismi del tutto contraddittori, che rendono estremamente complesso definire una linea di condotta “ecologicamente virtuosa”. Spesso si sente ripetere, e pure con ragione, che il consumatore ha nelle mani una leva fondamentale per determinare il futuro di un modello di sviluppo che sia almeno sensato rispetto alla reale disponibilità di risorse che l’ecosistema mette a disposizione. Detta così, la cosa sembra semplice: scelgo quindi risolvo. La lettura del libro di Pearce ridimensiona questa visione, dipingendo una realtà che non offre facili scappatoie.

Non solo un racconto di viaggio appassionante e quanto mai vario, ma soprattutto uno splendido libro di economia, che descrive il funzionamento del mercato globale con una chiarezza esemplare, raccontandone i meccanismi e collocandoli in luoghi fisici reali, riportandone l’origine dei grandi trend economici alle persone che li determinano.

Le novità non si fermano a Pearce; il nuovo libro di un altro celebre giornalista britannico sta per arrivare nelle librerie. Apocalisse quotidiana raccoglie molti degli articoli pubblicati da George Monbiot sul Guardian. Un’antologia di scritti selezionati che compone un atto di accusa molto preciso. Non un attacco generalizzato a quello che Noam Chomsky ha definito come “mondo ingiusto” (su Internazionale del 9 ottobre), ma una precisa selezione dei mali della società presente, identificati e raggruppati in grandi ambiti tematici. Il fondamentalismo religioso, il negazionismo climatico, la cosiddetta guerra al terrore, le pratiche antidemocratiche di istituzioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, il neocolonialismo dei call-center, il servilismo del giornalismo contemporaneo, la privatizzazione della sanità e dell’istruzione nei paesi occidentali, l’individualismo sfrenato figlio delle ideologie neoliberali. Questi sono solo alcuni degli aspetti di quella lenta apocalisse che si consuma ogni giorno, erodendo ogni prospettiva per la costruzione di un “mondo giusto” o almeno più giusto di quello attuale. Una situazione che ha nell’impoverimento della conoscenza, della cultura, un effetto ma anche uno dei fondamentali meccanismi che la alimentano.

Il nuovo libro di George Monbiot arriverà nelle librerie a fine ottobre. Pearce e Monbiot, sono anche due collaboratori del Guardian, il quotidiano britannico che il nostro presidente del consiglio ha definito “quel piccolo giornale di provincia” per dei giudizi non proprio teneri sul G8 all’Aquila. A proposito di servilismo del giornalismo contemporaneo…