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Tutti i colori dell'energia “verde”. Intervista a Roberto Rizzo di Filippo Franchetto
Salute verde. Intervista a Luca Carra e Margherita Fronte di Anna Satolli
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Salute verde
Intervista a Luca Carra e Margherita Fronte
di Anna Satolli

I fattori ambientali non determinano il nostro stato di salute, ma quasi sempre lo condizionano. In che modo? Soprattutto, che cosa ci accade quando l’ambiente non sta troppo bene?
Polveri & veleni è il resoconto giornalistico di un viaggio in Italia alla scoperta delle malattie causate dall’inquinamento di acqua, aria e suolo, da stili di vita frenetici e sregolati in città malsane, con un’attenzione rivolta anche ai rischi del futuro.
Un quadro chiaro e realistico, in cui gli autori-giornalisti Luca Carra* e Margherita Fronte** offrono anche utili informazioni su come tutelare la propria salute.

Quanto dipende lo stato di salute dell’uomo dall’ambiente? Ed è possibile definire in modo chiaro e scientifico questo rapporto?
Luca Carra: L’ambiente condiziona la salute dell’uomo non solo attraverso contaminazione e inquinamento ma anche determinando gli stili di vita. A parte alcune malattie, che si possono caratterizzare come ambientali in modo quasi esclusivo, come il mesotelioma per gli esposti all’amianto, in quasi tutti gli altri casi la qualità dell’ambiente è un ingrediente, quasi sempre presente, che può giocare un ruolo più o meno accentuato. Talvolta si limita a promuovere la malattia, altre volte la innesca.
Margherita Fronte: Nella classifica delle cause di morte in Italia, ai primi tre posti figurano malattie in cui l’ambiente e gli stili di vita hanno un ruolo determinante, ovvero: le malattie del sistema cardiocircolatorio, i tumori e le malattie respiratorie. Questo dato, da solo, è sufficiente a far comprendere quanto del nostro stato di salute dipende da dove e da come viviamo. Esiste certo una predisposizione individuale a sviluppare molte di queste malattie, tuttavia un ambiente in migliori condizioni e stili di vita più sani farebbero diminuire in modo significativo la loro incidenza.

La crisi dell’ambiente avrà, o ha già, effetti sulla salute dell’uomo? In questo senso, quali sono i maggiori motivi ambientali di preoccupazione?
M.F.: L’inquinamento dell’aria e i mutamenti climatici. Il primo riguarda il presente ed è già causa di malattie cardiovascolari, tumori, asma e bronchiti anche nei bambini. I mutamenti climatici sono invece la principale minaccia per il futuro. Le previsioni dell’Ipcc e di altri panel di esperti dicono che gli effetti più devastanti si avranno nei paesi poveri, ma in un mondo globalizzato le conseguenze si faranno sentire in modo pesante anche da noi. Siamo però convinti che sia per l’inquinamento dell’aria sia per i mutamenti climatici è possibile mettere in atto misure efficaci per contenere i danni. Esistono esperienze positive, di cui parliamo nel libro. Occorre però investire più risorse.

Aria, acqua e territorio inquinato. Quali sono le aree italiane più a rischio di malattie ambiente-dipendenti?
L.C.: Sicuramente le numerose aree con una storia di pesante inquinamento industriale (chimica, petrolchimici, aree minerarie, acciaierie, grandi impianti ecc.), come quelle identificate come aree soggette a bonifica: da Porto Marghera a Gela. Poi ci sono le aree dove il degrado è strisciante e diffuso: sedi di discariche abusive, ma anche aree di agricoltura e zootecnia intensiva. Non ultime le aree caratterizzate da intenso traffico veicolare: una su tutte la Pianura Padana.

In queste aree cosa è possibile, e realistico, fare per tutelare la propria salute?
L.C.: Le risposte ci sono già: vanno studiate e poi vanno avviati ingenti lavori di bonifica ambientale. Le risorse vanno ricavate da altre voci di spesa, come le grandi opere.

Sono già individuabili le emergenze sanitarie del futuro? Legate a stili di vita e nuove tecnologie, per esempio?
M.F.: È preoccupante l’esposizione crescente al rumore e l’abitudine ad ascoltare la musica in cuffia ad alto volume: sono soprattutto i giovani a farlo e i problemi dell’udito nelle fasce di età giovanili sono in forte aumento. Per il futuro, è da tenere sotto controllo lo sviluppo delle nanotecnologie: si tratta di un settore in fortissima espansione che promette avanzamenti importanti in moltissimi campi, compresi quello della produzione di energie alternative e la medicina. Per contro, gli effetti delle nanoparticelle sull’ambiente e sulla salute sono poco conosciuti. Ci sono molti programmi di ricerca che hanno proprio l’obiettivo di valutare questi effetti, ma c’è il rischio che l’immissione massiccia delle nanotecnologie nel nostro ambiente quotidiano preceda l’ottenimento di questi risultati.

È possibile suggerire ai lettori un vademecum, o esperienze positive, per vivere il più possibile in salute in un ambiente non sempre sano?
L.C.: Esercizio fisico regolare, bicicletta, alimentazione ricca di frutta e verdura, smettere di fumare. Cambiare aria il più possibile con viaggi e gite salutari.
M.F.: Lo stile di vita sano va affiancato all’attenzione all’ambiente. Chi per esempio usa l’automobile anche per tragitti brevi danneggia se stesso ma anche l’ambiente e la collettività.

* Giornalista scientifico dell'Agenzia Zadig, collabora al Corriere della Sera e all'Espresso.
** Giornalista scientifico per Focus, Corriere della Sera e altre testate.