In questo numero

Copenaghen, flop di fine anno di Marco Moro
Gli incentivi alle energie rinnovabili. Intervista doppia a Gianni Silvestrini e Anna Bruno Ventre
di Maria Antonietta Giffoni e Filippo Franchetto
Manovre energetiche di Alessandro Geremei
Antimafia sociale a rischio di Antonio Pergolizzi

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Manovre energetiche
di Alessandro Geremei

Il 2009 è stato un anno ricco di novità in campo energetico, con l’Ue che continua a fare da traino sfornando puntualmente nuove regole per la gestione della questione “energetico/climatica”, alla luce dell’oramai noto triplice obiettivo “20-20-20” (più rinnovabili, più efficienza, meno emissioni climalteranti), e l’Italia che da par suo cerca di tenere il passo, attraverso un fitto ricorso alla decretazione d’urgenza e l’approvazione di deleghe governative per il recepimento degli input provenienti da Bruxelles.
Nel giugno scorso la Commissione Ue ha difatti presentato un nuovo pacchetto di interventi “clima-energia”, composto da un regolamento sulle riduzioni delle emissioni delle autovetture, una decisione relativa alla riduzione dei gas a effetto serra da settori non inclusi nell’Eu Ets (il sistema delle quote di emissione di gas serra, modificato dallo stesso pacchetto) e quattro direttive finalizzate a promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili, estendere il mercato dello scambio di emissioni di gas serra, abbattere l’impatto provocato dai carburanti tradizionali e stoccare biologicamente il carbonio.
Le direttive dovranno essere recepite dal nostro Governo entro termini diversi ma comunque non troppo lontani: per prima quella sulle fonti rinnovabili (5 dicembre 2010), per ultima la direttiva sulle quote di emissione (31 dicembre 2012).
Sempre l’Ue, appena due mesi dopo, ha pubblicato un ulteriore pacchetto di misure, questa volta relativo ai mercati energetici, di cui fan parte le due nuove fondamentali direttive Ue relative a mercato elettrico (2009/72/Ce, che abroga l’attuale 2003/54/Ce) e mercato del gas naturale (2009/73/Ce, che abroga la direttiva 2003/55/Ce): il Legislatore italiano avrà tempo fino al 3 marzo 2011 per recepirle.
In Italia, nello stesso periodo e precisamente il 31 luglio 2009, è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale la legge 23 luglio 2009, n. 99 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, che può essere considerata la vera “manovra energetica” messa a punto dal IV Governo Berlusconi. I 63 articoli di cui si compone il provvedimento, arrivato al termine di un estenuante dibattito parlamentare, intervengono – seppur in maniera estremamente caotica – a 360° nelle varie discipline di settore che compongono il mosaico “energia”, attraverso una miriade di novelle e modifiche – più o meno sostanziali – che hanno interessato una cinquantina di leggi e decreti già vigenti.
L’attenzione di media e operatori, com’era prevedibile, si è fondamentalmente concentrata sull’articolo 25 della legge 99/2009, il quale delegando il Governo a stabilire localizzazione, realizzazione e gestione della filiera nucleare, ha sancito il ritorno dell’atomo in Italia, a 22 anni dalla secca bocciatura del referendum. Non è stata solo colpa della “polverizzazione” della legge 99/2009, quindi, se tutta una serie di importanti novità (sulle fonti rinnovabili e fossili, su reti e infrastrutture, sulle Authority di settore ecc.) sono passate quasi inosservate, come fagocitate dalla questione nucleare. Questione nucleare che in virtù della propria centralità, a parere dell’Opposizione (ma non solo), avrebbe forse dovuto essere affrontata tramite un provvedimento ad hoc.
Il termine ultimo per l’attuazione della delega scade tra meno di 2 mesi, il 15 febbraio 2010, ma al momento sembra improbabile che i tanti nodi della questione possano essere sciolti in tempo. A parere di chi scrive, non è improbabile una futura proroga.
Il Governo si è fatto sentire in campo energetico anche attraverso la testa d’ariete preferita, la decretazione d’urgenza: il Dl 185/2008 (convertito il 29 gennaio 2009) ha stabilito dei meccanismi di blocco e riduzione delle tariffe al fine di sostenere le famiglie; il Dl 5/2009 ha introdotto delle deroghe per la riconversione di impianti di produzione di energia elettrica (da olio combustibile a carbone!) per sostenere i settori industriali in crisi; il Dl 78/2009, ennesimo “anticrisi”, è intervenuto sulle reti e il recentissimo Dl 135/2009, cd. “antinfrazioni”, ha fatto slittare di un anno (dal 2011 al 2012) la riforma del sistema dei “certificati verdi”, posticipando così il termine stabilito appena 3 mesi prima dalla citata legge 99/2009.
Questo è stato il 2009 della “questione energetica” nazionale, a volo di piccione, ma se si passa a vedere cosa il 2009 non è stato, con delusione di molti operatori, viene subito in mente che è mancato all’appello il nuovo Piano energetico nazionale (che prima o poi dovrà vedere la luce, visto che quello attuale ha 20 anni di vita); il 2009 non è stato neanche l’anno delle linee guida sull’autorizzazione unica degli impianti a fonti rinnovabili, attese – con le conseguenze nefaste che ben si può immaginare – oramai da 6 anni; sembra comunque che qualcosa si stia muovendo. È stato almeno l’anno, e con questo si chiude il velocissimo riepilogo, delle linee guida per la certificazione energetica (Dm 26 giugno 2009), obbligatoria dal 1° luglio di quest’anno in tutte le vendite e affitti immobiliari: ora che pur in estremo ritardo le linee guida sono state pubblicate (e a breve dovrebbe essere ufficializzato anche l’ultimo decreto attuativo atteso in materia, con le regole per i certificatori) sarà forse il caso di tornare sui propri passi, e reintrodurre – dopo averle eliminate anche in questo caso “d’urgenza”, tramite il Dl 112/2008 – le sanzioni per la mancata presentazione della certificazione, anche perché l’Ue sta indagando sulla questione, che pare difficilmente giustificabile.
Sono queste le motivazioni che hanno spinto Edizioni Ambiente a pubblicare il Codice delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica 2010, uno strumento completo e sistematico a disposizione degli operatori pubblici e privati che si trovano ad affrontare il complesso scenario normativo appena delineato.
La nuova edizione del Codice fa difatti seguito alla raccolta già pubblicata da Edizioni Ambiente nel 2009, che seppur giustificata in virtù delle numerosissime novità normative e giurisprudenziali intervenute, ha rappresentato anche l’occasione per una riformulazione del prodotto, tesa a integrare e completare i contenuti dello stesso, facilitandone al contempo la fruizione.
Il volume aggiornato al 21 ottobre 2009, è difatti accompagnato da un dvd che contiene le sentenze di Tar, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale di maggior rilievo in materia, le delibere più importanti dell’Autorità di controllo del settore (Aeeg) e, soprattutto, la più completa raccolta di provvedimenti regionali in materia energetica, normativi e non, attualmente presente sul mercato. Il Codice delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica 2010 è inoltre complessivamente strutturato in maniera tale da facilitare il collegamento e l’integrazione tra i diversi provvedimenti e documenti, operazione possibile anche in virtù di un apposito sistema dedicato di parole chiave, indici cronologici e indici analitici.
Le difficoltà che il nostro paese tutt’ora incontra nello stabilire e nell’implementare una politica chiara e organica di supporto alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica, amplificate dallo scarso sostegno all’attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, dipendono – come sottolineato dall’avvocato Luigi Pelaggi (Capo della Segreteria tecnica del Ministero dell’ambiente) nell’introduzione del Codice – in buona parte dalla presenza contemporanea di un quadro normativo complesso e disorganico e di processi amministrativi spesso oscuri e farraginosi, accompagnati da una diffusa carenza di “conoscenza” e “sapere critico” dell’opinione pubblica, nei cui confronti è importante impostare una linea d’azione, anche sul piano comunicativo, volta appunto alla diffusione delle conoscenze.
È questa la direzione in cui deve essere inquadrato il Codice delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica 2010, all’interno del quale la molteplicità di disposizioni normative, giurisprudenziali e di prassi trova un momento di reductio ad unitatem, funzionale a una corretta e integrale comprensione del sistema da parte di tutti gli operatori interessati, siano essi pubblici o privati.