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Si salvi chi può di Marco Moro
Un Piano B per salvare la nostra civiltà di Diego Tavazzi
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Blue Economy: l'orizzonte dell'innovazione di Emiliano Angelelli
Clima: sul Parlamento soffia il vento negazionista (ancora) di Ilaria Di Bella

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Un Piano B per salvare la nostra civiltà
di Diego Tavazzi

Nel novembre del 2008, il Financial Times rivelò che la Daewoo Logistics aveva ottenuto gratis metà della terra coltivabile del Madagascar. Nei piani della Daewoo, i terreni del Madagascar avrebbero dovuto produrre cibo che poi sarebbe stato inviato in Corea. In cambio, i malgasci avrebbero ottenuto posti di lavoro e infrastrutture. Oltre che dai coreani (a oggi l’affaire Daewoo è ancora bloccato), operazioni simili sono state portate a termine da imprese dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, della Libia, della Cina e dell’India: tutti paesi che dispongono di risorse finanziarie ma non (o non sufficientemente) di terreni coltivabili, e che hanno iniziato a comprarli o a prenderli in affitto all’estero.
Piano B 4.0 di Lester Brown (in libreria dal 5 maggio) prende spunto da simili eventi, e focalizza la sua attenzione sulla questione della sicurezza alimentare. Secondo l’autore americano, le crisi alimentari rischiano infatti di mettere a repentaglio la stabilità globale. Brown ammette di aver faticato ad accettare questa idea, ritenendo che solo singole civiltà (come quella dell’Isola di Pasqua, per esempio) potessero declinare e collassare.
Tuttavia, negli ultimi anni, l’aggravarsi di una serie di tendenze hanno indotto Brown a ritenere che una crisi a livello globale sia oggi possibile. In effetti, l’aumento dei prezzi dei cereali registrato tra il 2006 e il 2008 è diverso da episodi analoghi avvenuti nel 20° secolo, quando il prezzo dei cereali saliva a causa di eventi singoli: un monsone mancato in India, una siccità prolungata in Unione Sovietica o un’ondata di calore abbastanza intensa da danneggiare le coltivazioni nel Midwest americano. Gli aumenti erano sempre temporanei, causati da fenomeni meteorologici che non duravano più di una stagione e, generalmente, le perdite venivano recuperate nel raccolto seguente. Al contrario, il balzo del prezzo dei cereali degli ultimi anni è la conseguenza di una serie di tendenze sistemiche.
Dal lato della domanda, basti pensare alla crescita demografica (la popolazione mondiale cresce di oltre 70 milioni di persone l’anno), all’aumento del numero delle persone che stanno risalendo la catena alimentare, contribuendo decise a consumare carne di bestiame alimentato con cereali, e al massiccio processo di destinazione dei terreni alla produzione di cereali da cui ricavare biocombustibili. Dal lato della capacità produttiva i fenomeni sono l’impoverimento delle risorse idriche, la perdita dei terreni coltivabili e gli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno rendendo sempre più difficile soddisfare una domanda in continua crescita.
Per chiarire in che modo le crisi alimentari possano minacciare la stabilità della civiltà, Brown sottolinea che la solidità degli stati, e il loro eventuale fallimento, è intimamente legata alla capacità dei governi di garantire sicurezza personale, istruzione, sanità e sicurezza del cibo. In un mondo sempre più interconnesso, l’aumento del numero di nazioni fallite o in crisi è quindi (secondo la classifica di Foreign Policy citata da Brown, nel 2009 gli stati in fallimento erano 38, contro i 35 del 2008) una minaccia gravissima, dato che questi stati diventano territori dominati dall’anarchia in cui a farla da padrone sono i signori della guerra e le organizzazioni terroristiche, che trovano nella povertà e nella disgregazione sociale un terreno per reclutare nuovi membri.
In questo scenario, reso ancora più precario dall’inesorabile diminuzione delle disponibilità di combustibili fossili, le soluzioni devono essere in grado di invertire rapidamente le tendenze delineate. Brown propone quindi il Piano B, intendendo con ciò un riassetto del sistema economico-produttivo alternativo al business as usual e basato su quattro obiettivi: riduzione delle emissioni di gas serra dell’80% rispetto ai valori del 2006 entro il 2020, sradicamento della povertà e stabilizzazione della popolazione mondiale a 8 miliardi entro il 2040, ripristino delle foreste, dei suoli e delle riserve idriche. Le riduzioni di emissioni potrebbero essere conseguite con investimenti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica nei trasporti, negli immobili e nei cicli produttivi; fondamentale per Brown sarebbe poi un sistema fiscale che sposti le imposte dai redditi alle attività e ai comportamenti inquinanti. Povertà e incrementi demografici insostenibili vanno di pari passo: la povertà può essere sconfitta assicurando l’accesso universale all’istruzione primaria e all’assistenza sanitaria; inoltre, le donne dovrebbero avere la possibilità di scegliere se servirsi di sistemi di pianificazione familiare.
Per quanto riguarda le riserve idriche, poiché l’agricoltura consuma il 70% delle riserve di acqua dolce del pianeta, è indispensabile il passaggio a sistemi di irrigazione più efficienti e a colture che richiedono meno acqua. Anche le città dovrebbero servirsi in maniera capillare di tecnologie per il recupero e il riciclo dell’acqua, elemento la cui disponibilità sarà sempre più incerta, specie se si considera che le previsioni indicano che nel 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà, appunto, in aree urbane.
Il Piano B, aggiornato alla versione 4.0, propone una serie di soluzioni anche per il ripristino dei suoli e delle foreste: piantare quanti più alberi possibile, sia per sequestrare il carbonio sia per proteggere i terreni dall’erosione del vento, utilizzare tecniche no till (ossia senza lavorazione del terreno) o minimum till, sfruttare al meglio i rifiuti ed evitare l’impiego di fertilizzanti e pesticidi chimici.
Tutto ciò, si dirà, avrà senz’altro dei costi insostenibili. Secondo le stime di Brown, l’adozione del Piano B costerebbe meno di 200 miliardi di dollari l’anno. Tanto? Può essere, ma bisogna tenere conto che nel 2008 le spese militari globali hanno toccato la cifra record di 1.464 miliardi di dollari. Lester Brown sarà in Italia tra il 13 e il 16 maggio per promuovere il nuovo Piano B; il programma degli appuntamenti verrà costantemente aggiornato sui nostri siti web.