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Energia eolica senza turbine di Emiliano Angelelli
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Energia eolica senza turbine
di Emiliano Angelelli

Ogni forma di energia ha un suo impatto ambientale, anche quella che consideriamo pulita. Vale per il fotovoltaico così come per l’eolico. Per quest’ultimo il problema riguarda il neodimio, un metallo estremamente raro necessario per la costruzione degli alternatori, che copre circa il 35% del fabbisogno di magneti per le turbine (ma anche per le batterie delle auto ibride ed elettriche). Oltre al fatto che il 95% del neodimio è concentrato in Cina, la sua estrazione ha un impatto ambientale devastante a causa degli acidi utilizzati nel corso del processo. Stesso discorso per i metalli necessari alla costruzione delle turbine.
Ma come è possibile ottenere energia eolica senza magneti e senza turbine? Semplicemente cambiando punto di vista. Per anni, infatti, gli ingegneri hanno cercato di combattere quella forza aerodinamica che agisce su strutture allungate come i ponti – facendoli oscillare e rischiando in alcuni casi di distruggerli (vedi il caso del Tacoma Bridge) – senza rendersi conto che potevano sfruttare tale effetto per produrre energia.
È questa l’intuizione del fisico del MIT Shawn Frayne, il quale ha realizzato un sistema che si serve di queste oscillazioni per produrre elettricità senza l’utilizzo delle turbine. Un’idea geniale a cui è stata riservata una fredda accoglienza negli Stati Uniti, ma che dopo tre anni ha riscosso successo tra gli addetti ai lavori a Hong Kong. Per la commercializzazione su larga scala ci vorrà almeno un decennio, mentre nel frattempo l’invenzione del fisico americano ha trovato spazio in altre interessanti applicazioni di nicchia. Tra queste rientra la mini-cinghia eolica, in grado di sostituire le batterie dei sensori, un mercato estremamente vasto e in costante crescita, che va da quelli usati per rilevare la presenza di fuoco (i cosiddetti fire detector) a quelli necessari a calcolare valori meteorologici come la temperatura e il pH. La cinghia, infatti, necessita di sole 6 miglia orarie di vento per far funzionare i sensori, rimpiazzando la vita media di ben 100 batterie. Pensando a questa innovazione su scala commerciale per le turbine eoliche, il salto in avanti è naturalmente formidabile. Niente più turbine, niente più magneti e una drastica riduzione nell’utilizzo dei metalli, a un costo dell’elettricità per kilowattora che allo stato attuale vedrebbe questa nuova forma di sfruttamento dell’energia del vento al pari delle altre forme di energia convenzionale.