In questo numero

Pallottole di fine estate di Marco Moro
Camorra: condanna a morte di un sindaco ambientalista di Antonio Pergolizzi
Orti, avamposti della natura in città di Rossella Venezia
Ladri di immagini. Intervista a Luca Scarlini di Emiliano Angelelli
Niente più chimica. Le superfici si puliscono da sole di Emiliano Angelelli

contatti

iscriviti

Orti, avamposti della natura in città
di Rossella Venezia*


Difficile definire un orto urbano. Lo dimostrano i diversi nomi utilizzati per indicare un fenomeno oggi in continua crescita: “orti urbani”,“orti cittadini”, “giardini familiari”, “orti municipali”, “orti sociali”.
Si tratta di appezzamenti di terreno che sottraggono spazio all’asfalto, o che moltiplicano le superfici verdi in città, per esempio coltivando anche sulle terrazze condominiali: zone utili a realizzare piccole coltivazioni, che vengono adibite alla produzione “fai da te” di frutta, ortaggi, erbe aromatiche o in alcuni casi anche semplicemente fiori.
Gli orti urbani in molte città sono già una realtà. In altre sono un esperimento che si sta affermando, a cominciare dalle metropoli, proprio per la natura di “contrasto” che ne contraddistingue l'origine: il presidio di aree altrimenti esposte al rischio di speculazione edilizia, la possibilità di mescolamento di natura e città in aree particolarmente lontane da dotazioni di verde pubblico di qualità e la conseguente valenza didattica di tale rapporto diretto con la natura (possibilità di seguire i cicli di vita vegetali, di osservare insetti e piccoli animali, di coltivare il proprio cibo in modo consapevole), e valorizzazione di persone della terza età uscite dai cicli produttivi “veloci” e sicuramente dai ritmi meno naturali.
Quello che è certo, e comune a tutte gli appezzamenti di terra in questione, piccoli o grandi, autogestiti, abusivi o “municipalizzati”, a carattere ludico-estetico o nati per far fronte alla crisi economica o alla ricerca di nuove socialità, è che nascono (o ri-nascono) in ambito urbano, come ciuffi di erba che sbucano dall'asfalto senza un disegno ben preciso, o semplicemente come zolle fuoriuscite, o meglio “uscite all'interno”, rispetto a una linea di demarcazione, netta o frastagliata che sia, che segna il confine tra la città e la campagna e che nel caso delle metropoli negli ultimi decenni ha subìto un considerevole ampliamento con conseguente, e preoccupante, consumo di suolo.
Gli effetti benefici di tale pratica sono veramente molti:
- il biologico: l’orto può costituire un’alternativa su piccola scala all'agricoltura intensiva, basata su ritmi di coltivazione non naturali, sull'utilizzo di pesticidi, fitofarmaci e fertilizzanti, finalizzata al conseguimento del massimo rendimento (fatte salve alcune aree urbane sensibili e particolarmente esposte a concentrazioni di inquinanti);
- la prossimità: la prossimità dei luoghi deputati alla orticoltura assicura una drastica riduzione della lunghezza della filiera, con enormi benefici ambientali dovuti alla quasi eliminazione delle emissioni in atmosfera provocate dal trasposto delle merci per assicurarne la disponibilità in aree molto lontane da quelle di produzione;
- la consapevolezza: una produzione locale riduce il rischio di esposizione del consumatore all'utilizzo di merci contraffatte o “triangolate”, e il rischio di sovrapproduzione, e conseguente spreco, di alcune merci;
- nuove stanze verdi: uno spazio verde utilizzato resiste meglio al rischio di speculazione edilizia di uno spazio verde abbandonato all'interno di una città, ne favorisce il mantenimento di suoli permeabili, ne suggerisce usi molteplici e diverse forme di convivialità: lo stesso spazio può accogliere in varie ore del giorno varie forme di uso da persone di fasce di età differenti: la mattina il nonno può coltivare, dopo pranzo la mamma può portarvi i bambini all'uscita dalla scuola, a fare merenda all'aperto o a sporcarsi un po' di terra, il pomeriggio il babbo può andare a fare un po' di “spesa” all'uscita dal lavoro, e la sera può essere un luogo di ritrovo tra amici che possono utilizzarlo come stanza verde per improvvisare una cena all'aperto;
- il lato estetico: un insieme di appezzamenti organizzati per la produzione orticola può dare forma a un modo diverso e interessante di vivere e godere il verde in città. Come un parco pubblico può rompere la monotonia della continuità dei fabbricati suscitando lo stupore, la meraviglia, la possibilità di incontrare la natura in città, un insieme di orti urbani può suscitare la stessa discontinuità percettiva a favore di un “evento verde” all'interno del tessuto edilizio. Si potrebbe anche perseguire un'idea di “evoluzione” di tale spazio in quella di “parco orticolo”, uno spazio verde misto, tra parco e orto, in cui si possa camminare tra gli appezzamenti per goderne dei colori, degli odori, delle trasformazioni.

In molte grandi città italiane, come Torino, Treviso, Bergamo, Milano, Bologna, Roma, da una ventina d’anni a questa parte, il valore di tali esperienze viene riconosciuto, tutelato e gestito dalle amministrazioni locali creando strutture apposite per l’assegnazione degli orti; ma sempre più spesso, anche in comuni più piccoli, si stanno moltiplicando le iniziative volte a favorire la diffusione di questa pratica. L’ultima tendenza della green economy Usa è coltivare un orto sulle terrazze delle aziende, usando prodotti come benefit per i dipendenti.
Nella speranza che sempre più municipi, o sempre più aziende, si attrezzino in tal senso, ci si può intanto cimentare nella realizzazione di un piccolo orticello homemade sul proprio balcone o in un cantuccio del proprio giardino: le piante aromatiche sono senz’altro le più adatte alla coltivazione in spazi piccoli, e inoltre, per la loro natura rustica, non hanno bisogno di innumerevoli cure; le insalate e i pomodori sono piuttosto facili da coltivare, l’aglio è perfetto per spazi ridotti, mentre zucchine, fragole, peperoncini, ravanelli, melanzane, cipolle e addirittura zucche possono essere coltivate in un piccolo orto senza troppa fatica.

* Consulente nella progettazione ambientale e nel campo dell'edilizia ambientalmente sostenibile per Wwf Ricerche e Progetti.