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Quarto mondo di Marco Moro
Propulsione senza gas di Paola Fraschini
Cronaca di una giornata ordinaria di un pendolare. O di un sogno? di Diego Tavazzi
Chi compra vota di Michele Bernelli
Ridere di mafia. Intervista a Giulio Cavalli di Emiliano Angelelli
Spazzatura di Antonio Pergolizzi

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Chi compra vota
di Michele Bernelli*

I GAS, Gruppi di Acquisto Solidale, crescono di anno in anno del 40%, sono – nelle stime più aggiornate – oltre 1.200 anche se non ancora tutti registrati all’anagrafe di www.retegas.org, il sito che fa da coordinamento leggero della rete nazionale dei gruppi. E oggi alcuni si chiedono se non sia arrivato il momento di influire sull’esistente anche fuori dal gesto dell’acquisto. Per tanti anni i GAS si sono tenuti a parte dall’arena politica, pur essendo – come spiega bene nel libro L’altra spesa la sociologa Francesca Forno – figli dell’impegno politico (deluso) e dell’associazionismo di base dei decenni precedenti. Ogni volta che compri voti, ha detto con grande efficacia padre Alex Zanotelli. I GAS lo hanno messo in pratica per anni, mettendosi insieme per comprare insieme, sostenendo piccoli produttori strozzati dalla grande distribuzione, scegliendo i prodotti biologici, svestendoli dagli inutili imballi, promuovendo la biodiversità contro la standardizzazione, adottando filiere cortissime e consumi locali per azzerare i costi ambientali del trasporto. Ma per qualcuno comprare non basta più. C’è anche da dire che anche la controparte (ovvero, la classe politica) ha fatto i suoi passi: a Milano i candidati alle imminenti primarie del PD hanno inserito i GAS tra gli interlocutori di cui tenere conto per provare – almeno sulla carta – a disegnare un modello diverso di città; negli ultimi tempi molte amministrazioni locali hanno emanato bandi a sostegno di questa forma di consumo critico. In qualche altro caso i GAS hanno deciso di sporcarsi le mani e di sostituirsi al vuoto della politica tradizionale. È accaduto a Caltanissetta, Sicilia, dove all’ultima tornata di amministrative una Lista Civica Solidale si è ritagliata – senza risorse e stretta tra i feudi contrapposti del potere politico – un 14% conquistato con parole d’ordine e modalità d’azione direttamente presi dalle pratiche e dal lessico dei GAS.
Così, anche la lettera aperta scritta in ottobre da un gruppo di gasisti e di attori dell’economia solidale a Marchionne (sì, proprio lui) non è stata questa volta derubricata come “fuori competenza”. La discussione ha preso un’altra via: vanno bene queste critiche o dobbiamo cantargliele ancora più chiare? Marchionne, la Fiat, l’auto, si abbattono o si cambiano?
Nel frattempo, sale di livello anche la sfida dei GAS in quanto consumatori critici: da qualche anno hanno iniziato a misurare l’adattabilità dei loro criteri d’acquisto anche a prodotti di filiere più complesse o a servizi. Uno dei progetti più ambiziosi, quello di costruire una partnership per portare alle utenze domestiche di tutta Italia energia da fonte rinnovabile, direttamente da un piccolo consorzio veneto di autoproduzione, sta prendendo corpo. Fonte rinnovabile, da impianti di contenuto impatto ambientale, trasparenza nella bolletta e nei meccanismi di certificazione, incentivi alla sobrietà e alla riduzione dei consumi sono tra i punti qualificanti di questo accordo. In questo momento lo sta testando, in fase sperimentale, un gruppo limitato di gasisti. L’obiettivo è quello di estenderlo, una volta verificato, a tutti i consumatori interessati; e parallelamente di favorire esperienze diffuse di autoproduzione di energia e soprattutto la loro messa in rete attraverso il consorzio che fa da partner al progetto. In tempi di minacciato sdoganamento del nucleare, è la risposta dei GAS: sì, si vota anche comprando.

*Michele Bernelli e Gianfranco Marini sono gli autori di L’altra spesa. Consumare come il mercato non vorrebbe.