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Green Energy Audit, il nuovo standard per la sostenibilità degli edifici.
Intervista a Giuliano Dall’O’
di Diego Tavazzi
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Green Energy Audit, il nuovo standard per la sostenibilità degli edifici.
Intervista a Giuliano Dall’O’
Diego Tavazzi

 

Green Energy Audit è un manuale esaustivo sul “green energy audit”, una procedura di diagnosi energetica che, oltre a ridurre i consumi di energia degli edifici, ne valuta la sostenibilità ambientale. Si tratta quindi di un approccio che, ispirandosi a esperienze già consolidate a livello internazionale, risulta più ampio rispetto ai protocolli di certificazione diffusi nel nostro paese.
Abbiamo chiesto all’autore* di illustrarci le peculiarità e i vantaggi offerti da questo metodo innovativo.

Quali sono le specificità del green energy audit?
In una situazione nella quale, oggettivamente, il termine diagnosi energetica dice tutto e niente, mancando le regole che la definiscono, alla base del green energy audit c’è innanzitutto una procedura di diagnosi energetica che finalmente viene definita e normalizzata in tutte le sue fasi, dalla formalizzazione del contratto con il committente alla redazione del report tecnico. Già questo riteniamo debba essere considerata una specificità di quello che a noi piace definire “un progetto”. L’ispirazione che sta alla base di questo lavoro, descritto nel dettaglio nel manuale che è appena uscito, guarda alle ben consolidate esperienze americane, che hanno dimostrato un approccio pragmatico a un processo, quello dell’energy audit, che viene attuato per i benefici che può generare sia sul piano professionale sia su quello operativo.
Il valore aggiunto del green energy audit sta proprio in quel “green”, parola che richiama e sintetizza un concetto diffuso: quello della sostenibilità ambientale. Il green energy audit, infatti, non si limita a fornire strumenti e metodi per ridurre i consumi di energia, ma si pone un obiettivo più importante: contribuire a un miglioramento globale della sostenibilità dell’edificio.

Quali sono le differenze tra GEA e sistemi di certificazione “tradizionali”? E quali i vantaggi?
Il green energy audit è una procedura di diagnosi energetica e non un protocollo di certificazione. Nella definizione del processo, tuttavia, ci siamo posti due obiettivi: migliorare le prestazioni energetiche, quindi ridurre i consumi di energie da fonte fossile, e migliorare la sostenibilità. Le misure proposte, ne sono state codificate più di cento nel manuale ma ce ne potrebbero essere molte di più, puntano al miglioramento della qualità ambientale dell’edificio nelle sue diverse accezioni: si parla quindi di apparecchi efficienti, di utilizzo delle fonti rinnovabili, di isolamento termico dell’involucro ma anche di riduzione dei consumi di acqua potabile e di scelta di materiali ecosostenibili.
Ma come misurare il miglioramento della sostenibilità una volta attuate le misure? Ci è sembrato utile fare riferimento al protocollo di certificazione ambientale con maggiore valenza internazionale e cioè il LEED®, protocollo che grazie al GBC Italia si sta diffondendo rapidamente anche nel nostro paese. GEA quindi non inventa una nuova procedura di certificazione, ma si propone come ponte tra ciò che si può e si deve fare per migliorare la sostenibilità del patrimonio edilizio esistente e una successiva certificazione ambientale secondo lo standard LEED® che premierà il raggiungimento di determinati obiettivi.

Quali obiettivi si pone il progetto GEA?
Il progetto green energy audit si pone alcuni importanti obiettivi:
• promuovere la cultura dell’efficienza energetica e della sostenibilità degli edifici del patrimonio edilizio esistente, attraverso uno schema operativo al quale possano fare riferimento i tecnici che si vogliono impegnare in questo settore;
• diventare un primo punto di aggregazione a livello nazionale, su base volontaria, per gli energy auditor qualificati che possono condividere esperienze e sinergie partendo da una visione condivisa di ciò che è il green energy audit;
• promuovere la formazione tecnico-scientifica e il successivo riconoscimento delle competenze all’interno di uno schema di procedure di qualità;
• stimolare le aziende che operano nei diversi settori, dall’edilizia agli impianti, a definire, diffondere e supportare soluzioni tecniche applicabili e replicabili che gli auditor possano a loro volta condividere e proporre ai clienti/utenti; in quest’ottica l’obiettivo è quello di favorire un trasferimento tecnologico tra chi propone (le aziende), chi definisce (gli auditor), chi installa (impiantisti e imprese di costruzione) e chi utilizza (l’utente);
• avviare una attività di benchmarking raccogliendo all’interno di una banca dati a livello nazionale le informazioni relative alla qualità energetica e ambientale degli edifici del patrimonio esistente.

A quali figure professionali si rivolge il GEA? E quali i percorsi formativi?
La progettazione di un qualsiasi intervento non può prescindere da una solida conoscenza di base dei principi fisici e delle tecniche ma anche da un’esperienza maturata sul campo. Il green energy audit serve innanzitutto a quei tecnici che già operano in campo energetico ai vari livelli, e che hanno già maturato esperienze nel settore dell’energy audit, per completare la loro impostazione metodologica e per fornire loro spunti per migliorare la professionalità. Può inoltre costituire una buona base di partenza per coloro i quali, pur operando nei settori energetici, vogliono intraprendere una professione nuova, quella dell’auditor, affascinante e in continua crescita.
Più in generale, in un mondo professionale in cui gli esperti di efficienza energetica e gli esperti di sostenibilità ambientale tendenzialmente operano in ambiti separati, il green energy audit tende ad agevolare le possibili e interessanti sinergie puntando alla definizione di una professionalità più completa, quella del green energy auditor.
In questo progetto è stata fondamentale la collaborazione con GBC Italia che ha promosso con Edizioni Ambiente i primi moduli formativi di quattro giornate, nei quali si trattano le diverse tematiche evidenziando le due anime del green energy audit, un progetto che vuole contribuire ad accelerare il passaggio dalla valorizzazione energetica alla valorizzazione ambientale dell’ambiente costruito.

 

* Giuliano Dall’O’ è coordinatore del Gruppo di lavoro sull’efficienza energetica del Kyoto Club, professore associato di fisica tecnica ambientale presso il Dipartimento BEST del Politecnico di Milano. Esperto in certificazione energetica degli edifici a livello europeo, è direttore generale di Sacert, il primo Ente italiano accreditato per la certificazione delle competenze dei tecnici certificatori energetici secondo le ISO/IEC 17024.