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Lo State of the World e il "metodo Maspeedy" di Diego Tavazzi
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Lo State of the World e il “metodo Maspeedy”
di Diego Tavazzi

In questo articolo
parliamo di:
State of the World 2011
Nutrire il pianeta

di Worldwatch Institute a cura di Gianfranco Bologna

 

L’ultimo posto in cui uno si immagina di trovare informazioni utili è una soap opera, tanto più se le si sta cercando sul tema della fame nel mondo. Makutano Junction, una soap trasmessa in Kenya, Uganda e Tanzania non è però incentrata su vicende torbide e segreti inconfessabili, ma racconta storie che hanno a che fare con l’accesso alla sanità, con i diritti dei cittadini e con lo sviluppo sostenibile. Nell’ottavo episodio della sesta serie, Maspeedy, il protagonista, mette a punto un sistema con cui incrementare la produttività delle sementi immergendole nell’acqua. Gli altri personaggi della soap sono però convinti che voglia distillare illegalmente alcol, e lo fanno arrestare e rinchiudere in prigione. Alla fine Maspeedy esce di galera e convince la città ad adottare il metodo che ha inventato.
Dopo che l’episodio fu trasmesso, la rete televisiva ricevette migliaia di lettere di agricoltori che chiedevano informazioni sul “metodo Maspeedy”. A chi aveva scritto venne inviato un opuscolo di spiegazioni, e indagini successive rivelarono che in effetti queste si erano dimostrate utili a incrementare la produttività delle sementi.
È a episodi come questo, piccoli, locali e quasi sempre ignorati dai grandi media globali che guarda l’edizione del 2011 dello State of the World, dedicata al tema dell’alimentazione, e quindi della fame e dei metodi per ridurla e azzerarla. Lo State da un lato certifica i successi della moderna agricoltura industriale e della Rivoluzione Verde, ma dall’altro ne sottolinea i costi ambientali e sociali, che rischiano di aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici indotti dal riscaldamento globale e dell’aumento dei prezzi dei combustibili fossili. Ecco allora che lo State indica le linee generali di un’agricoltura che, pur garantendo rese elevate, non compromette la fertilità nel lungo periodo dei suoli, non abusa di pesticidi e fertilizzanti chimici, non spreca acqua e rispetta la biodiversità. Si tratta di interventi da concretizzare in maniera diversa a seconda dei diversi contesti locali, ma che diventano ogni giorno più urgenti. Perché, anche se non è evidente a prima vista, c’è un legame tra l’agricoltura industriale, le ondate di calore che nell’estate del 2010 hanno trasformato la Russia in un gigantesco incendio, e le alluvioni che hanno sommerso l’Australia orientale qualche mese dopo.
Lo State 2011 racconta le storie di persone che in tutto il mondo hanno provato a spezzare questo legame, ricevendone in cambio cibi più sani e abbondanti e una vita più ricca.

L’edizione 2011 del rapporto del Worldwatch è stata curata da Danielle Nieremberg, che ha viaggiato in numerosi paesi africani prima di scrivere. Dalla sua esperienza è nato anche un sito che diffonde informazioni e suggerimenti sull’agricoltura sostenibile.