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Il futuro dell'energia. Intervista a Valerio Rossi Albertini e Mario Tozzi di Anna Satolli

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Il futuro dell’energia
Intervista a Valerio Rossi Albertini* e Mario Tozzi**
di Anna Satolli


Il tema di quali possano essere le fonti energetiche su cui investire nell’immediato futuro è sempre più pressante e riguarda davvero tutta la collettività, dalla politica alla società civile. E così lo scorso giugno ogni italiano con diritto di voto ha espresso la propria preferenza rispetto a una delle opzioni alternative al sistema dei “fossili”: il nucleare. L’esito referendario ha però indicato con decisione che questa non sarebbe la scelta energetica che la maggioranza vorrebbe.
Il futuro dell’energia. Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per leggere è un agile tascabile che propone l’alternativa all’atomo, spiegando le energie rinnovabili di oggi e domani con taglio divulgativo e un tono accattivante. Temi non sempre accessibili spiegati in modo comprensibile (e divertente) dal “duo” di autori Valerio Rossi Albertini e Mario Tozzi, che abbiamo coinvolto in una veloce intervista prima che con settembre parta il loro tour di presentazione del libro.

Ci raccontate lo “scopo” di questo vostro tascabile dallo spirito così narrativo?
La questione dell'energia non è un problema marginale o transitorio, di cui si possa discutere a tempo perso o in modo discontinuo e frammentario. Al contrario, rappresenta la madre di tutte le sfide che i paesi avanzati devono prepararsi a fronteggiare nel prossimo mezzo secolo.
D'altra parte, se sapientemente gestita, la riconversione energetica costituisce un’opportunità di cambiamento non solo nei modi di approvvigionamento, ma anche degli scenari economici futuri. Centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, maggiore democrazia nel controllo dei mezzi di produzione e uno stile di vita più compatibile con le esigenze del pianeta.
Tutti temi che richiedono la partecipazione attiva della società civile, che deve essere informata in modo chiaro e comprensibile. Ecco perché abbiamo privilegiato il linguaggio e gli strumenti della narrativa e della dialettica, a quelli della scienza e della tecnologia.

Ogni società ha bisogno di energia per funzionare. Finora l’approvvigionamento è stato garantito dalle riserve di combustibili fossili. Perché non è più possibile continuare a fare affidamento su queste risorse?
I guasti che l'uso intensivo dei combustibili fossili ha prodotto in termini di inquinamento è così evidente che non è qui necessario ribadirli. Altre forme di avvelenamento ambientale di terreni, falde e corsi d'acqua sono meno percettibili, ma non necessariamente meno dannosi. A questi va aggiunto l'effetto invisibile delle emissioni di gas serra, che stanno producendo il surriscaldamento del pianeta. La riconversione energetica è dunque necessaria e urgente. Rinviarla significa posporre la soluzione di un problema ineludibile, perché le scorte sono comunque destinate a esaurirsi, aggravando lo stato attuale senza alcun vantaggio.

Perché il nucleare NON può essere l’alternativa energetica?
I motivi sono numerosi, alcuni di carattere generale, altri legati al contesto italiano. Tra i primi, la pericolosità intrinseca di ogni centrale nucleare; la difficoltà di smaltimento delle scorie; il fondato sospetto che, anche in condizioni di regolare esercizio di una centrale, la popolazione residente nelle zone circostanti sia esposta a rischi per la salute; il fatale esaurimento delle scorte di combustibile nucleare, al pari di quelli fossili; il mantenimento dell'oligarchia energetica. Per quel che riguarda l'Italia, occorre aggiungere che il paese non dispone di riserve proprie, per cui non si renderebbe energeticamente autonomo neanche in questo caso.

Quali sono invece le rinnovabili tradizionali che potrebbero davvero fare fronte al fabbisogno di energia di una società industrializzata? Ci sono degli esempi virtuosi?
Con uno slogan si potrebbe dire: “Tutte quelle che imbrigliano le forze della natura, nel rispetto della natura”. Vento, acqua, calore della terra e raggi del sole. I calcoli e le simulazioni eseguite dimostrano che è un traguardo raggiungibile, in un arco di tempo ragionevolmente breve, dell'ordine dei quarant'anni, lo stesso che ci separa dallo sbarco sulla Luna. Passato, forse, remoto, ma non preistoria. Esempi ce ne sono diversi. Per limitarsi all'Italia, possiamo ricordare che tra le due guerre, fino al 95% dell'energia elettrica era prodotta delle centrali idriche delle Alpi, quindi avevamo già centrato il traguardo e sarebbe bastato adeguarsi progressivamente alle accresciute esigenze, anziché impigrirsi bruciando carbone...

Un intero capitolo del libro è dedicato alle “energie rinnovabili innovative”. Di cosa si tratta? È una prospettiva concreta per il sistema energetico del nostro futuro?
Sì, il quarto capitolo è dedicato alle fonti rinnovabili innovative: fonti di energia due volte nuove. Tratta le soluzioni rivoluzionarie al problema energetico che la tecnologia del terzo millennio già ci offre, inimmaginabili solo venti anni fa. Scienza dei materiali, nanotecnologia, biologia, informatica, elettrochimica formano un cocktail di discipline nuove e tradizionali che ci consente un approccio originale al problema. Oggi si può già parlare di pannelli fotovoltaici basati su materiali plastici, più economici ed ecocompatibili di quelli tradizionali in silicio; di dispositivi che usano idrogeno, producendo direttamente energia elettrica, senza produrre calore e avendo come solo prodotto di scarto (si fa per dire) vapore d'acqua. E poi, ancora, di celle che mimano l'azione delle foglie per accumulare l'energia del sole e di altre che sfruttano le capacità dei batteri per produrre energia e, simultaneamente, purificare le acque. Un universo di opportunità ancora tutto da esplorare...

 

* Fisico nucleare, primo ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche, professore incaricato di Chimica Fisica dei Materiali all’Università “La Sapienza” di Roma, e direttore del laboratorio di spettroscopia di raggi X, Area di Ricerca di Tor Vergata del CNR, Roma.

** Geologo, divulgatore scientifico e giornalista televisivo. È primo ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e responsabile per la divulgazione della Federazione Italiana Scienze della Terra.