In questo numero

Anacronismo di Marco Moro
Carbon footprint di prodotto. Intervista a Daniele Pernigotti di Anna Satolli
Green Building Economy. Intervista a Giuliano Dall'Ò di Diego Tavazzi
Energia dal deserto di Carlo Pesso

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Anacronismo
di Marco Moro

Unificare i ministeri dell’Economia e dell’Ambiente: questo era uno dei cardini del programma che portò nel 2007 la SPD a vincere le elezioni in uno dei länder più ricchi e industrializzati della Germania: l’Assia. L’allora candidata alla presidenza, Andrea Ypsilanti, partecipando al convegno dedicato a Hermann Scheer lo scorso 17 novembre a Roma, ha fornito una testimonianza preziosa sulle idee e i progetti che lo stesso Scheer aveva posto a fondamento dell’azione politica della SPD locale, poi osteggiati tanto dai vertici nazionali del partito quanto dai soliti “poteri forti”. Fu un’occasione persa per provare ad attuare un programma potentemente innovativo nel cuore di quella Europa oggi epicentro di una crisi che non è solo economica e finanziaria, ma contemporaneamente sociale e ambientale.
Le prossime novità di Edizioni Ambiente si propongono come momento di analisi, documentazione e riflessione su alcuni degli aspetti destinati a caratterizzare il rapporto tra economia, ambiente e società su scala nazionale e internazionale.
La diffusione di un'etichettatura dei prodotti che faccia direttamente riferimento al loro impatto sul clima ha il potenziale per esercitare un grande impatto sulla consapevolezza dei consumatori e dell’industria rispetto al macro-tema ambientale. Per la prima volta, con il libro di Daniele Pernigotti, lo stato dell’arte e le prime esperienze italiane in materia di carbon footprint sono descritti in modo dettagliato, così come è di estrema ampiezza e assoluta attualità lo scenario a cui ci introduce in Energia dal deserto il curatore del volume, Roberto Vigotti. Le trasformazioni politiche in corso sulla sponda sud del Mediterraneo gettano una luce diversa su progetti altrimenti destinati a portare con sé un’immagine di neo-colonialismo difficile da smentire. Desertec e gli altri grandi programmi per lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili nel bacino Mediterraneo possono contribuire a disegnare una geografia nuova nei rapporti tra un nord che (almeno secondo i mercati finanziari) è molto “sud” e i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
Il 16 dicembre, a Milano, verrà invece presentato il primo rapporto realizzato da Kyoto Club su consistenza, andamento, criticità e prospettive dei settori aggregati dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili in Italia, vale a dire i settori oggi trainanti (ma capaci di esserlo ancora di più) della green economy nazionale. Il volume Green Building Economy offre un “ritratto di famiglia” di settori dell’economia che se iniziassero a pensarsi in modo integrato forse scoprirebbero di essere il primo “potere forte” verde.
Nel nuovo governo che si appresta a gestire una stagione di straordinaria complessità per il nostro paese, economia e ambiente sono ancora due dicasteri separati e c’è chi si è rallegrato per la sopravvivenza di un ministero, quello dell’Ambiente, che si dava come sicuro estinto. Ma siamo sicuri che sia un buon segno? O è invece solo la riconferma di un anacronismo?