In questo numero

L'energia del Mediterraneo di Marco Moro
I grandi progetti per le rinnovabili nel Mediterraneo. Intervista a Roberto Vigotti di Paola Fraschini
Rifiuti speciali. Intervista a Paola Ficco di Lavinia Basso
Molte soluzioni per una triplice crisi. Intervista a Danilo Bonato di Diego Tavazzi
La Conferenza delle Parti di Durban di Federico Antognazza

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L'energia del Mediterraneo
di Marco Moro

“Il Mediterraneo si presenta come uno stato di cose, non riesce a diventare un vero progetto. […] Potremo fermare o impedire nuove divisioni, in ogni punto, da Oriente a Occidente?” Nel contributo scritto per Energia dal deserto, Predrag Matvejevic lascia aperta questa domanda. Che richiama un argomento formulato, e già citato qualche mese fa, da Slavoj Zizek, secondo cui l’ambiente potrebbe essere un valore aggregante, fondante, per una società (europea e mediterranea?) che deve trovare il modo di far convivere culture diverse.
E se la politica continua a essere fuori sincrono – ed è un eufemismo – rispetto alle grandi trasformazioni ambientali in atto (si vedano anche su scala più ampia gli esiti di Durban), allora diventa importante e interessante guardare con un’attenzione diversa a scenari innovativi di sviluppo economico che finiscono, in questo momento, per colmare quel vuoto progettuale che le crisi (si veda a tal proposito l’ultimo libro di Danilo Bonato) stanno facendo pericolosamente allargare. Medreg, Desertec, RES4Med sono solo alcuni dei tanti nuovi acronimi, curiosamente espressivi, con cui Energia dal deserto consente di familiarizzare, tracciando gli scenari complessi ma anche affascinanti di un futuro solare del Mediterraneo. Con tutte le contraddizioni e criticità che implicano, i grandi progetti, come le “opere dell’ingegno” protagoniste dell’epoca d’oro delle Esposizioni Universali, possono perfino stupirci ancora, come se fossimo in una nuova età delle grandi scoperte. In questo caso però è soprattutto l’ampiezza del disegno e la quantità di interessi (aziende, nazioni, istituzioni e organismi sovranazionali ecc.) coinvolti a colpire, più che “le invenzioni dello spirito mediterraneo” che Matvejevic giustamente colloca nel campo della retorica più trita. Scenari di business, di sviluppo, di innovazione economica e sociale, di cui possiamo, come fanno molti degli autori che hanno contribuito alla realizzazione del volume, solo provare a intuire gli esiti “altri”, in presenza di un’instabilità che colpisce indifferentemente le due sponde del Mediterraneo.
Sul fronte della nostra nuova iniziativa FreeBookAmbiente, il cui lancio ufficiale avviene in questi giorni, si registra un salto di qualità, con la proposta del primo titolo “nativo” a disposizione gratuita degli utenti, con un riscontro – ottenuto in assenza di azioni promozionali specifiche – che definire positivo è poco. Un successo pieno per questa proposta che è rivoluzionaria nel reinterpretare le modalità di accesso a quella unità compiuta di cultura e informazione che è il libro.
Tra le numerose “unità” (cartacee, questa volta) pubblicate in questo autunno Toghe Verdi, il volume di Stefania Divertito che ha il merito di mettere in luce le identità green presenti in una professione il cui ruolo nella realizzazione di una società sostenibile è spesso tra i meno visibili e considerati. Toghe Verdi è il resoconto di alcuni clamorosi casi giudiziari “ambientali” in cui emergono le figure di magistrati e avvocati che hanno svolto con coraggio le proprie funzioni a servizio del bene comune.
Lo sa il vento è invece il titolo dell’esemplare inchiesta di Carlo Porcedda e Maddalena Brunetti su una regione, la Sardegna, di cui conosciamo bene le straordinarie bellezze paesaggistiche e naturali e molto meno la sequela di “scempi industriali e militari” che sul suo territorio sono stati compiuti.