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Dopo “i mille” agli Stati Generali della Green Economy di Edo Ronchi
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Dopo “i mille” agli Stati Generali della Green Economy
di Edo Ronchi

In questo articolo parliamo di:

Green economy: per uscire dalle due crisi
Rapporto 2012

a cura di Edo Ronchi, Roberto Morabito

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Gli Stati Generali della Green Economy sono stati la prima importante iniziativa europea, con una significativa partecipazione di imprese e di loro organizzazioni, di avvio di una roadmap con obiettivi precisi e articolati, sia generali per l’insieme dell’economia, sia specifici per i settori strategici della green economy. I mille partecipanti alle assemblee di Rimini erano per la gran parte esponenti di imprese, di organizzazioni di imprese ed esperti qualificati di vari settori, interessati all’affermazione di un indirizzo green dell’economia italiana, visto come utile non solo per dare più forza alle attività del proprio settore, ma per affrontare con più forza e con più idee le crisi, economica e climatica. 

Le 70 proposte formulate dagli Stati Generali hanno scritto la roadmap per la green economy in Italia. C’è una parte importante della roadmap delle 70 proposte che è effettivamente comune e di comune interesse per tutti i settori coinvolti: quella della visione, quella dei potenziali elevati della green economy in Italia, quella degli strumenti economici, dell’accesso al credito, la riforma della fiscalità in chiave ecologica, quella relativa a una normativa ambientale coerente, più stabile ed efficace, nonché quella dell’ecoinnovazione che è necessaria per realizzare produzioni e consumi sostenibili ed è la chiave per valutare i progressi in direzione green delle imprese. Comune è anche il metro generale per valutare il carattere green della nuova economia: quello dei servizi degli ecosistemi, a partire dal clima, metro che porta a fare dell’elevata qualità ecologica la caratteristica di fondo del nuovo progetto di sviluppo. Ma è anche importante, sulla scia delle indicazioni dell’Unep, la definizione di proposte per alcuni settori strategici per lo sviluppo di una green economy: uso efficiente e rinnovabilità dei materiali, riciclo dei rifiuti; efficienza e risparmio energetico, fonti energetiche rinnovabili, filiere agricole di qualità ecologica, mobilità sostenibile.

Alcune proposte per valorizzare e dare seguito agli Stati Generali della Green Economy.
1) Proseguire le iniziative per attuare le 70 proposte. L’interlocuzione con questo Governo è stata importante. Ora ci stiamo avviando verso la fine di questa legislatura. Sarebbe utile, prima delle elezioni, avere un confronto con le forze politiche sulla roadmap delle 70 proposte (risistemate con le osservazioni che il Comitato organizzatore deciderà di recepire fra quelle emerse a Rimini) magari introdotte con una sintesi che spieghi il processo che le ha prodotte e introduca quelle principali. Con la nuova legislatura e con il nuovo Governo, occorrerà subito aprire un confronto sulla base delle nostre proposte. A novembre del prossimo anno, sempre a Rimini, si potrà portare un primo bilancio e lanciare una proposta di accordo di legislatura sui temi della green economy con il nuovo ministro dell’Ambiente (e, se possibile, con quello dello Sviluppo economico) da illustrare e discutere poi in una Conferenza nazionale della green economy.

2) Dare vita a una struttura stabile, rappresentativa della green economy italiana, a partire dai suoi settori strategici: un Consiglio nazionale della green economy. L’esperienza del Comitato organizzatore (le 39 organizzazioni dei settori strategici della green economy e i coordinatori dei gruppi di lavoro) potrebbe confluire nel Consiglio nazionale della green economy che dovrebbe definire un suo programma di lavoro che potrebbe comprendere le seguenti attività:
• Curare la diffusione delle 70 proposte risistemate, anche con una loro versione più sintetica.
• Promuovere dibattiti e incontri in sede regionale o locale per promuovere le 70 proposte e la green economy in Italia.
• Preparare uno o più confronti sulle 70 proposte per la green economy con le forze politiche a ridosso della campagna elettorale prossima.
• Preparare e seguire il confronto con il nuovo Governo e definire una bozza di proposta di accordo col ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, attuativo di almeno una prima parte delle 70 proposte.
• Preparare la Conferenza nazionale della green economy a Rimini nel 2013.
• Istituire eventuali gruppi di lavoro per approfondimenti tematici.
• Tenere alcune riunioni plenarie di approfondimento e di confronto sulla roadmap per la green economy, la sua attuazione e i suoi aggiornamenti.

Gli attuali componenti del Comitato organizzatore dovrebbero dichiarare se intendono partecipare a tale Consiglio e, successivamente, decidere su eventuali richieste di allargamento avanzate da altri soggetti. Il Consiglio dovrebbe prendere democraticamente, in forma assembleare, tutte le sue decisioni.

Il Consiglio alla prima riunione costitutiva dovrebbe approvare un Regolamento di funzionamento (che non dovrebbe prevedere strutture permanenti, ma possibilità di costituire gruppi di lavoro con i relativi coordinatori, nonché di affidare eventuali specifici incarichi a supporto delle sue attività).


3) Definire il supporto del Consiglio nazionale della green economy e delle attività da esso deliberate, che potrebbe essere costituito ancora dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, oppure, in alternativa, da un’organizzazione ad hoc, con una propria struttura e una propria sede attrezzata. Vista la positiva esperienza degli Stati Generali, sarebbe forse meglio proseguire con il supporto della Fondazione, terza, indipendente, autorevole, specificando e precisando il mandato che le verrebbe affidato, con un preciso incarico, deliberato dal Consiglio.

Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e curatore insieme a Roberto Morabito del "Rapporto 2012 Green economy: per uscire dalle due crisi".