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In questo numero:

Ancora guerra sull’energia? di Marco Moro
Il Patto dei Sindaci di Paola Fraschini
Per (non) segare il ramo su cui siamo seduti di Diego Tavazzi
Efficienza energetica a cura di redazione
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Efficienza energetica
Introduzione di Gianni Silvestrini al Vademecum Nextville
a cura di redazione

In questo articolo parliamo di:

Efficienza energetica
Gli incentivi per il risparmio energetico, le rinnovabili termiche e la cogenerazione
a cura di Nextville

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Il 2012 è stato un anno caratterizzato da un fiorire di misure governative sul fronte dell’efficienza e delle rinnovabili, anche se molte di queste sono state predisposte con forti ritardi rispetto alle previsioni. Va inoltre sottolineato come a volte i decreti siano stati varati senza interazioni con i soggetti imprenditoriali coinvolti. Ed è stata proprio questa difficoltà di raccordo con le istituzioni ad accelerare un collegamento operativo fra le varie associazioni che, dopo un anno di rodaggio, ha portato nel 2013 alla costituzione del Coordinamento delle Fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, FREE, che si candida a essere un importante interlocutore del prossimo Governo.
Ma quali sono i risultati e le prospettive di questi settori green nel contesto italiano? La valutazione è molto diversificata, con successi ma anche con errori e ritardi.


L’elettricità verde ha visto una rapidissima crescita, +59% negli ultimi quattro anni, tanto che verranno certamente superati gli obiettivi inizialmente previsti al 2020. Nel 2013 si passerà la soglia dei 100 TWh.
Diversa è la situazione per il comparto delle rinnovabili termiche, che nel recente passato ha visto modeste crescite e per qualche tecnologia, come il solare, addirittura un calo delle installazioni. Proprio dal settore termico, invece, ci si aspetta un sostanziale raddoppio della produzione entro la fine del decennio, con un passaggio da 5,5 a 10,5 Mtep. È quindi indispensabile un forte rafforzamento degli strumenti di incentivazione, anche alla luce del fatto che si tratta di tecnologie nelle quali le imprese italiane sono ben presenti e possono ulteriormente rafforzarsi.
Passiamo quindi ad analizzare gli interventi per aumentare l’efficienza, partendo dall’evoluzione della domanda energetica che negli ultimi anni si è ridotta, interrompendo un andamento in crescita che aveva caratterizzato l’ultimo mezzo secolo.
I consumi finali del 2011 sono infatti tornati al livello del 2000 in seguito ad andamenti divergenti dei principali settori, con una contrazione del 23% del comparto industriale e un incremento del 13% di quello civile. E le prime valutazioni sul 2012 indicano un ulteriore calo dei consumi energetici del 4%.
Tornando ai consumi finali dell’industria, è significativo il fatto che il loro peso, che era del 28% nel 2005, sia passato al 23% nel 2010, cioè che si siano ridotti da 41 a 32 Mtep, un trend che è proseguito. Nel settore residenziale invece, negli ultimi due decenni i consumi finali sono rimasti sostanzialmente stazionari, ma con un incremento della quota elettrica. Infine, il terziario ha visto i consumi finali raddoppiati tra il 1995 e il 2010. Quindi industria in calo, residenziale stazionario e terziario in crescita, un quadro diversificato nel quale la crisi economica ha giocato un ruolo significativo. È importante, anche per l’impostazione delle politiche di intervento, comprendere se siamo in presenza di una flessione congiunturale o se la stabilizzazione/calo dei consumi energetici sia di tipo strutturale. I prossimi 2-3 anni chiariranno i trend di fondo.
Una cosa è però certa. La riduzione dei consumi potrebbe avvenire anche nel caso di un rilancio dell’economia se verranno avviate azioni incisive sul versante dell’efficienza. È quanto prevede la Strategia energetica nazionale che ipotizza consumi al 2020 del 4% inferiori al 2010, grazie a una riduzione dell’intensità energetica pari a 3-4 volte quella dell’ultimo decennio.
Prima di accennare ai nuovi strumenti predisposti su efficienza e rinnovabili facciamo infine una riflessione sui risultati delle misure esistenti.


Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici hanno registrato risultati interessanti. Ciononostante, negli ultimi anni la continuità di questo strumento è stata più volte messa in discussione. Nel 2010 si sono registrati 406.000 interventi con un investimento complessivo di 4,6 miliardi di euro. I limiti di questo provvedimento sono riferibili all’utilizzo principalmente rivolto a singoli appartamenti, all’esclusione del settore pubblico e alla difficoltà di accesso per i bassi redditi.
Lo strumento dei Certificati bianchi ha ottenuto discreti risultati, ma è stato finora confinato ad applicazioni mirate. La situazione è cambiata alla fine del 2011 con il potenziamento dei Titoli di efficienza energetica che dovrebbe consentire di incrementare gli interventi nell’edilizia e soprattutto nell’industria. Proprio in quest’ultimo settore si sta registrando una decisa crescita: nei primi cinque mesi del 2012 i risparmi ottenuti nel comparto produttivo hanno per la prima volta superato quelli del settore civile, con un contributo pari a circa il 60% del totale.
Lo strumento dei Certificati bianchi ha rappresentato un approccio innovativo, imitato anche da altri paesi, ma i target finali di energia risparmiata al 2012 non sono stati raggiunti.
Una riflessione specifica merita il settore civile. Il prossimo 30 giugno terminano le detrazioni fiscali al 50-55% e il ruolo di questo strumento sarà fortemente depotenziato se non verrà prolungato il livello delle detrazioni dal nuovo Governo. I Certificati bianchi al momento sono poco utilizzabili per gli interventi più impegnativi dell’edilizia. All’estero, intanto, vengono varati programmi innovativi come il Green Deal inglese che punta a riqualificare 14 milioni di appartamenti entro il 2020 utilizzando prevalentemente capitale privato con un sistema che evita l’anticipo del capitale per gli interventi.
Sarà quindi necessario riflettere sul rilancio di questo comparto che si trova in una profonda crisi (considerando anche che gli investimenti per le ristrutturazioni del settore residenziale hanno ormai superato quelli per la nuova edilizia) e sugli strumenti più efficaci da utilizzare.

Ma veniamo ai provvedimenti predisposti negli ultimi mesi e che vengono presentati in questo utile manuale.
Il nuovo decreto sulle rinnovabili termiche ha ottenuto un riscontro sostanzialmente positivo dal mondo imprenditoriale delle biomasse, ha registrato qualche distinguo da parte del comparto del solare termico, è stato visto negativamente dal fronte delle pompe di calore. È certamente importante e innovativa la possibilità per il settore pubblico di potere accedere agli incentivi. Inoltre la previsione di contributi maggiori per gli impianti a biomassa in relazione all’efficienza energetica e all’abbattimento delle emissioni ha già indotto uno stimolo alle imprese per la commercializzazione di sistemi con rendimenti più elevati e meno inquinanti. Come pure si apre, finalmente, uno spazio per la produzione di calore a media temperatura che potrebbe far decollare sia il solar cooling sia il grande e mai intaccato segmento del calore di processo industriale con collettori a concentrazione.
Passando ai Titoli di efficienza energetica, i nuovi obiettivi sono decisamente modesti. È probabile che sul versante industriale prosegua la crescita di utilizzo dei Certificati bianchi e sarà interessante valutare anche la novità del riconoscimento aggiuntivo di premialità per i grandi progetti. Questo stimolo potrebbe consentire di innalzare l’attenzione sull’efficienza energetica nell’ambito, per esempio, di alcune riconversioni industriali.
Non è comunque escluso che si possa ripensare questo strumento anche alla luce delle esperienze straniere.


Nel Vademecum si parla anche di cogenerazione, una informazione utile vista la complessità delle norme e la intersezione di diversi strumenti. È un comparto che potrebbe vedere una notevole diffusione e un rafforzamento dell’industria nazionale. Vale la pena ricordare il programma tedesco delle ZuhauseKraftwerke (centrali elettriche a casa), che punta alla installazione di decine di migliaia di microcogeneratori a gas basati su motori Volkswagen.

Come si vede ci sono luci e ombre nell’evoluzione del quadro normativo, ma l’impressione è che ci siano le premesse per una decisa espansione degli interventi sulle rinnovabili termiche e sull’efficienza energetica. Una dinamica che potrebbe subire una accelerazione se il prossimo Governo sarà in grado di sciogliere alcuni nodi e dare segnali forti.

 

[tratto da Efficienza energetica, Edizioni Ambiente 2013, a cura della redazione Nextville]