Il Patto dei sindaci
Le città come protagoniste della Green Economy
di Antonio Lumicisi
Come nasce l’idea del Patto e quali sono i principali strumenti a disposizione per vincere questa “scommessa”?
Il Patto dei Sindaci nasce dalla consapevolezza, a livello europeo, che gli obiettivi ambiziosi che l’UE si è prefissata al 2020, ma ancor di più quelli che assumerà successivamente al fine di percorrere con serietà la strada della decarbonizzazione dell’economia, non potranno essere raggiunti senza un reale coinvolgimento degli enti locali e regionali. In particolare, a livello europeo, nelle città si consuma la maggior parte dell’energia ed è quindi “con” le città che si deve percorrere la strada della riduzione delle emissioni climalteranti.
Oltre 2.200 Comuni italiani hanno deciso di aderire al Patto dei Sindaci (e insieme a quelli spagnoli rappresentano l’80% del totale). Come spieghi un successo così eclatante nel nostro paese?
Certamente lo stimolo da parte degli enti locali di “mettersi in gioco”. Per la prima volta vengono chiamati in causa dall’Europa per lavorare insieme ai governi nazionali affinché la tanto menzionata, ma poco applicata, governance di multilivello, sia effettivamente messa in atto. Ovviamente, nel nostro paese come in Spagna, l’attenzione ai temi della sostenibilità ha avuto una storia diversa rispetto ai paesi del nord-Europa. Da noi quest’attenzione è iniziata a mostrarsi di recente, almeno su una scala più vasta, mentre nel nord-Europa è ormai quasi diventata una prassi. L’entusiastica adesione di tanti Comuni italiani al Patto dei Sindaci va vista come uno stimolo, per il governo nazionale, a non perdere l’ennesima occasione di fare sinergia tra gli obiettivi vincolanti assunti come paese e quelli di natura volontaria assunti dagli enti locali.
Qualche esempio di eccellenza?
Sulla governance multilivello, certamente il “modello Abruzzo” che sta facendo scuola in tutta Europa: la Regione, le 4 Provincie e i 305 Comuni tutti uniti nel percorso della sostenibilità nell’ambito del Patto dei Sindaci.
A livello settoriale, abbiamo selezionato una trentina di buone pratiche che, anche nella loro semplicità, possono costituire uno stimolo ai Comuni non ancora aderenti al Patto a unirsi in questa iniziativa. Si va dagli interventi nel settore dell’illuminazione pubblica di Comuni quali Buttigliera Alta (To) e Venezia a quelli inerenti lo sviluppo della mobilità sostenibile a Genova e Pisa. Dallo sviluppo del teleriscaldamento a biomassa del Comune di Cesano Boscone (Mi) a quello delle mini centrali idroelettriche del Comune di Abbiategrasso (Mi). Come anche dalla valorizzazione dell’approccio partecipato nella redazione dei Piani di azione locali dei Comuni di Bologna e Foiano della Chiana (Ar) alla tematica dei rifiuti che vede il Comune di Copparo (Fe) verso l’obiettivo del 100% dei rifiuti recuperati. Ma tante altre proposte che i Comuni hanno inserito nei propri Piani di azione per l’energia sostenibile (PAES) che si cerca di valorizzare e utilizzare come buone pratiche da replicare.
Previsioni per il futuro?
L’obiettivo è quello di coinvolgere sempre più enti locali affinché anche lo stesso governo nazionale possa ambire a obiettivi sempre più ambiziosi; consapevoli che la lotta ai cambiamenti climatici non è “solo” una questione ambientale: è in gioco lo sviluppo economico e sociale del nostro paese. Per questo motivo la pubblicazione analizza, seppur schematicamente, la situazione italiana sui temi dell’energia e chiude con un decalogo per il prossimo governo.
Antonio Lumicisi dal 2000 collabora con il Ministero dell’Ambiente sui temi del cambiamento climatico e dell’energia sostenibile; dal 2008 si occupa del Patto dei Sindaci a livello nazionale. È consigliere di ITABIA (Italian Biomass Association) e membro di diversi comitati scientifici. Da aprile 2013 è Presidente della Fondazione Ambiente Pulito (FAP).