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In questo numero:

Il gemello cattivo di Marco Moro
Ecomafia 2013 a cura della redazione
Crisi? Quale crisi? a cura di Diego Tavazzi
Sistri: come fare di Lavinia Basso
Pneumatici fuori uso di Lavinia Basso
GialloVerde: il thrilling ambientale a cura di Anna Satolli
Parola di libraio di Edoardo Caizzi
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Sistri: come fare
Intervista a Paola Ficco
di Lavinia Basso

In questo articolo parliamo di:

SISTRI, come fare
Soggetti obbligati e adempimenti

di Redazione normativa

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A partire dal 1° ottobre 2013 diventa obbligatorio comunicare telematicamente i dati sui rifiuti gestiti, il monitoraggio satellitare del loro trasporto e il videocontrollo dei conferimenti negli impianti di recupero o smaltimento.

L’obbligo viene imposto a una miriade di soggetti diversi: muoversi all'interno delle norme e capire in quale "categoria" rientra la propria impresa, a quali obblighi è conseguentemente sottoposta e quali scadenze deve rispettare, è piuttosto complesso. Per questo la redazione normativa di Edizioni Ambiente ha predisposto uno strumento agile, di facile consultazione, da tenere in tasca e consultare al momento del bisogno: SISTRI, come fare.  

Perché un libro sul Sistri?
Secondo quanto previsto di recente (con il Dm 20 marzo 2013) il Sistri, il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, dovrebbe (finalmente) partire il prossimo 1° ottobre (per alcuni soggetti) e poi il 3 marzo 2014 per tutti gli altri.
Non è la prima volta che viene fissata la partenza di questo nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti, che sostituisce il cartaceo, e neppure è, ahinoi, la prima volta che viene annunciata. Il nuovo sistema del Sistri infatti sarebbe dovuto partire nel luglio 2010 ed è stato invece oggetto negli anni di continue proroghe, dovute per lo più al fatto che gli strumenti tecnici necessari (le Usb e il sistema operativo a livello ministeriale) erano inadatti a svolgere il compito per il quale erano stati creati.
Tralasciando considerazioni sul come sia stato possibile tutto ciò, e tralasciando anche i contributi che molte aziende hanno già pagato nel corso di questi anni per un servizio, obbligatorio, ma mai partito, è sicuramente vero che il Sistri, in sé considerato, è sicuramente un ottimo sistema per "seguire" il percorso che fanno i rifiuti, dal momento in cui vengono prodotti, passando per il trattamento, il loro auspicabile recupero (in termini di energia o di materia) o il loro smaltimento finale.
Insomma, per sapere che fine fanno i rifiuti e per controllare che non prendano la strada dell'illegalità, tanto diffusa purtroppo nel nostro Paese.
Quindi, ben venga il Sistri.
Peccato che evidentemente il "sistema Italia" non pare essere pronto ad accoglierlo.

Come mai, secondo lei, c'è tutta questa apprensione nei confronti di questo nuovo strumento? Ed era proprio necessario un nuovo "manuale"?
Credo che questo sia dovuto al fatto che, come purtroppo troppo spesso succede nell'ambito della normativa ambientale, la confusione regna sovrana. Gli obblighi vengono imposti a una miriade di soggetti diversificati, ognuno con la sua particolarità, e ognuno con una modulazione differente. Capire, all'interno delle norme, in quale "categoria" rientra la propria impresa, a quali obblighi è conseguentemente sottoposta e quali scadenze deve rispettare, è talvolta davvero difficile, e richiede l'intervento di un esperto.
Per questo abbiamo voluto predisporre uno strumento agile, facile, consultabile sui più moderni supporti, che tutti potessero tenere in tasca e consultare al momento del bisogno.
Non certamente un "manuale" nel senso classico del termine, ma l'opposto, uno strumento snello ma non per questo meno rigoroso, nel quale chi produce rifiuti si ritrova, e trova tutto quanto gli interessa, con tabelle chiare e spiegazioni semplici.
Sistri: come fare vuole essere questo: una guida che accompagna per mano, senza pretese di fornire tutte le spiegazioni o le interpretazioni, ma completa di tutti gli obblighi e di tutti i soggetti su cui gravano.

Cosa devono fare le aziende per operare con la massima serietà e al tempo stesso in totale serenità? È ipotizzabile, secondo lei, un'ulteriore proroga dell'avvio di questo nuovo sistema (anche alla luce di ciò che è successo in passato)?
Uno stop del Sistri in vista di un suo ridimensionamento in termini di attrezzature, di procedure, di soggetti coinvolti e di costi annuali sarebbe certamente auspicabile. Del resto, il famoso "click day" dell’11 maggio 2012, ossia la prova generale per testare il funzionamento del sistema centrale e dei software in mano alle aziende, è stato un vero e proprio fallimento.
A ciò si aggiunge la necessità di attribuire alle Province, nell'ambito delle loro competenze in tema di gestione dei rifiuti, un coordinamento nazionale affinché si dotino di procedure uniformi (autorizzatorie, interpretative e di controllo). Diversamente la gestione dei rifiuti (soprattutto il recupero in procedura semplificata) non riuscirà mai a diventare un sistema economico, capace di futuro, ma solo un ginepraio di regole confuse. Le derive disordinate, dove ognuno vuole essere il primo della classe, non giovano a nessuno, se non ai sistemi malavitosi che prosperano sulla confusione, anche su quella del Sistri (a onta dei suoi fini di controllo micrometrico e che comunque, è bene ricordarlo, non entrano in impianto e che, molto probabilmente, anche su strada, saranno fatti a campione).
Nell’attesa, il paziente lavoro di Reteambiente.it e della rivista “Rifiuti – Bollettino di informazione normativa” arginano, con dedizione e rigore, anche questa voragine.