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In questo numero:

Per un inferno sostenibile di Marco Moro
Is sustainability still possible? di Paola Fraschini
Il Worldwatch nell’Inferno di Dan Brown traduzione di Paola Fraschini
È ancora possibile la sostenibilità? di Paola Fraschini
L’indiano che piange a cura di Paola Fraschini
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Il Worldwatch nell’Inferno di Dan Brown
di Robert Engelman
traduzione di Paola Fraschini

In questo articolo parliamo di:
State of the World 2013                                   
È ancora possibile la sostenibilità?
                                   
di Worldwatch Institute
a cura di Bologna Gianfranco
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Qui al Worldwatch ci piace pensare di essere abbastanza bravi a vendere libri e al contempo di essere noti per la nostra ricerca e la divulgazione, finalizzata ad accelerare la transizione verso un mondo veramente sostenibile che venga incontro ai bisogni umani.
Poi, molto modestamente, c'è Dan Brown, l’autore del Codice Da Vinci e di altri thriller di successo tra cui l'ultimo, Inferno (best-seller su Amazon al giugno 2013, ndt), con protagonista l'esperto di simbologia Robert Langdon che combatte le forze del male risolvendo enigmi. Come per gli altri suoi libri, è abbastanza scontato che anche quest'ultimo diventerà un film.
Per questo siamo particolarmente colpiti nel vedere citato il nostro nome tra le pagine del nuovo libro di Brown, anche se la menzione si presta a varie interpretazioni. Ammetto di non aver letto il romanzo, e quindi posso solo tracciare a grandi linee la trama. Pare che un personaggio, tale Bertrand Zobrist, sia ansioso di trovare una “soluzione reale” per la “crisi imminente” legata alla “sovrappopolazione”. Nei suoi tentativi di “entrare in contatto con personaggi autorevoli” per discutere le sue preoccupazioni circa l’umanità, Zobrist “organizza incontri con soggetti che egli ritiene possano essere artefici di effettivi cambiamenti come il Worldwatch Institute” e altri tre think-tank. È bello che Brown ci citi per primi. O forse non è così bello, dato che il signor Zobrist chiude dicendo “non ho mai trovato nessuno che abbia osato impegnarsi in un dialogo volto a trovare una vera soluzione”. 
Ovviamente mi sento personalmente convolto, e mi domando se il personaggio incontrato nel libro sia una versione romanzata di me stesso, dato che sono io a dirigere il gruppo di ricerca sulle questioni legate alla popolazione presso il Worldwatch. Mi sono sforzato, ma non ricordo di nessun visitatore in ufficio di nome Zobrist e nemmeno uno di nome Bertrand. (Me lo ricorderei.) L'idea che ci sia un mio sosia là fuori mi affascina, anche se non deve essere molto in gamba a sostenere conversazioni significative sulla popolazione.
Questo non giova, ma cerco di guardare il lato positivo. Sto immaginando milioni di persone che nel libro di Dan Brown leggono del Worldwatch come di un “soggetto autorevole” che “potrebbe portare a un effettivo cambiamento”.
Stiamo pensando di inviare a Brown una copia del nostro ultimo rapporto, State of the World 2013: è ancora possibile la sostenibilità? (anche questo ben collocato nelle classifiche su Amazon). E gli chiederemo, come facciamo con voi, di influenzare il cambiamento sostenendo le attività del Worldwatch. Nel mese di giugno la campagna di raccolta fondi ha totalizzato 45.000 dollari, grazie a due generosi benefattori che per ogni dollaro raccolto ne hanno donati altri due.
Il passaggio in Inferno riguardo al Worldwatch (e, temo, in generale al tema popolazione) potrebbe essere migliorato. Ma Dan Brown e il suo immaginario personaggio Zobrist sono sul pezzo. Il Worldwatch è autorevole e mettiamo in atto cambiamenti. Ma, almeno fino a quando i nostri lettori non saranno numerosi quanto quelli di Dan Brown, avremo bisogno di amici che ci aiutino a continuare la nostra missione e il nostro lavoro. Spero ti unisca a loro. 

Robert Engelman è Presidente del Worldwatch Institute.

Versione originale inglese