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In questo numero:

Ecomondo: focus sulla green economy di Marco Moro
Dieci azioni per zero rifiuti di Paola Fraschini
Imparare a non sprecare di Diego Tavazzi
Gestire i rifiuti tra legge e tecnica di Lavinia Basso
Le dimensioni della green economy a cura della redazione
Parchi (più) naturali di Diego Tavazzi
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Imparare a non sprecare
Intervista ad Andrea Segrè
di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:
Il libro verde dello spreco in Italia: l’energia
a cura di Andrea Segrè, Matteo Vittuari
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Andrea Segrè, oltre a essere professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata, direttore del Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, presidente di Last Minute Market – spin-off accademico, è anche coautore di una trilogia pubblicata da Edizioni Ambiente e dedicata all’approfondimento del tema degli sprechi (Libro nero, Libro blu e Libro verde). Gli abbiamo chiesto di tracciarci un bilancio di questa esperienza.

 

Con Il libro verde dello spreco: l'energia si completa la trilogia dedicata agli sprechi alimentari, idrici ed energetici. È cambiato qualcosa dal 2011, anno in cui è uscito Il libro nero dello spreco: il cibo, primo tassello del trittico?
In effetti la sensibilità sul tema degli sprechi è aumentata. Tra i fattori che possono spiegare questo cambiamento mi sento di menzionare la campagna “Un anno contro lo spreco”, che ha prodotto, tra l’altro, i tre rapporti scientifici sugli sprechi e numerose altre iniziative, come le conferenze sceniche di Massimo Cirri e Patrizio Roversi.

Un altro fattore importante è la crisi che, senza dubbio, ha contribuito a far crescere l’attenzione a quello che si compra. Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico, realizzato da Knowledge for EXPO, dal nuovo Osservatorio di SWG e da Last Minute Market, con la collaborazione dell’osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watchers, ogni anno sprechiamo cibo per 8,7 miliardi di euro. Peraltro, secondo il rapporto, non pare esserci correlazione tra crisi e sprechi. Bisogna infatti tenere distinti questi ultimi dai rifiuti: se compro un vasetto di yogurt e lo butto senza mangiarlo, spreco. Quando invece lo butto nella spazzatura dopo averlo mangiato, produco un rifiuto. Ecco: dai dati emerge che con la crisi sono diminuiti i rifiuti ma non gli sprechi. C’è comunque un trend positivo, ma la strada è ancora molto lunga.

 

Chi spreca ha la percezione dei danni ambientali provocati dal proprio comportamento? E quali sono le categorie (o le fasce di età) più "sprecone"?

La consapevolezza c’è ma è ancora molto relativa. Si comincia lentamente a percepire che lo spreco, oltre ad avere una connotazione etica e morale, è anche, e soprattutto, un danno per l’ambiente, in termini di emissioni e inquinamento, di consumo di acqua e suolo. Dai dati che abbiamo ricavato dal Rapporto risulta che la categoria che spreca con più disinvoltura (e spreca quindi di più) è quella dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Si tratta di soggetti che, anche per colpa delle famiglie, faticano a dare il giusto valore al cibo e che, solo per fare un esempio, considerano l’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro il...” come un termine prescrittivo e vincolante.

 

Quali proposte avanzate per ridurre gli sprechi?

Per prima cosa è indispensabile la formazione, che dovrebbe iniziare dalla scuola materna. È da lì che si dovrebbe partire per insegnare il valore del cibo e della salute, di chi mangia e del mondo. Servirebbero poi confezioni per gli alimenti più leggere, che servano cioè a conservare il cibo, e sarebbe auspicabile che le etichette fossero più chiare e dessero indicazioni comprensibili sulle emissioni di carbonio.

 

Il 2014 potrebbe essere l'Anno europeo contro lo spreco alimentare: quali iniziative intendete mettere in campo?

In effetti era stata avanzata una proposta in questo senso, ma non è stata accolta. Peraltro, al Convegno della FAO della Giornata mondiale dell’alimentazione, tenutosi a Roma il 16 di ottobre, il Ministro degli affari esteri Emma Bonino e il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro hanno proposto il 2015 come anno europeo contro lo spreco. La cosa ha senso, anche perché il 2015 è l’anno di EXPO, cosa che farà crescere l’attenzione su questi temi, e aumentare la produzione alimentare senza ridurre gli sprechi è controproducente. Peraltro, proprio in chiusura del convegno, il Ministro dell’ambiente Andrea Orlando ha annunciato che mi verrà assegnato il ruolo di coordinatore del nuovo pool contro lo spreco alimentare, istituito dal Ministero dell'ambiente nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, adottato ai sensi della Direttiva 2008/98/CE.