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In questo numero:

Raccontare il cambiamento di Marco Moro
Un Green New Deal in Italia? Yes, we can! di Diego Tavazzi
Green economy: qualcosa è cambiato, qualcosa sta cambiando, qualcosa deve cambiare di Paola Fraschini
La misura del carbonio di Diego Tavazzi
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Green economy: qualcosa è cambiato, qualcosa sta cambiando, qualcosa deve cambiare
Intervista a Gianni Silvestrini
di Paola Fraschini

In questo articolo parliamo di:

La corsa della green economy
Come la rivoluzione verde sta cambiando il mondo
di Antonio Cianciullo, Gianni Silvestrini

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Vista dalla prospettiva della green economy la crisi (ambientale, climatica ed economico-finanziaria) che attanaglia il nostro tempo fa meno paura. Parliamone con Gianni Silvestrini, ricercatore al CNR e direttore scientifico del Kyoto Club.

Anno dopo anno Ecomondo, Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, attira sempre più pubblico. Vuole fare un commento?
In effetti è significativo e fa riflettere questo andamento positivo, in contro tendenza rispetto alla crisi in atto. A mio parere il successo deriva da tre fattori. I contenuti stessi della green economy, al cui interno diversi comparti sono riusciti a imporsi anche nell'attuale difficile contesto. In secondo luogo è evidente l'ansia di novità degli operatori in una fase in cui occorre trovare spazi alternativi per crescere. Per ultimo la riuscita di Ecomondo-Keyenergy è il risultato della capacità degli organizzatori di aggregare segmenti nuovi, come si è visto con la mobilità sostenibile e con l'eolico in questa edizione.

Agli Stati generali della green economy 2013 (oltre 2.500 visitatori) si è parlato di un piano strategico di sviluppo verde per l’Italia attraverso l’attuazione del Pacchetto di misure per un Green New Deal. Cosa si prevede, in particolare in tema di energia?
Il mondo dell'energia è quello che ha subito le più significative trasformazioni negli ultimi anni. Nel campo della produzione elettrica, dove le rinnovabili ormai coprono un terzo della domanda, si è scatenato un forte attacco mediatico determinato dalle difficoltà in cui si trova il comparto termoelettrico. Occorre quindi fare chiarezza sulle prospettive future e gestire con intelligenza la prossima fase di transizione, sapendo che la crescita verde continuerà e che in Italia come in Europa nel 2030 circa la metà della domanda elettrica sarà soddisfatta dalle fonti rinnovabili.
Un grande balzo in avanti verrà nel campo delle rinnovabili termiche alle quali è stata dedicata finora meno attenzione, ma che sono destinate a svolgere un ruolo importante, in particolare nell'edilizia.  E veniamo al terzo attore, quello dell'efficienza, che vede una grande occasione nel recepimento della direttiva europea 27/2012 per ridare slancio alle iniziative, a partire dal raddoppio del numero di edifici riqualificati energeticamente ogni anno.
Per finire il biometano e i biocarburanti di seconda generazione si affacciano sulla scena e potranno dare un contributo interessante, con forti sinergie con il mondo agricolo.

Possiamo concludere dicendo che “Qualcosa è cambiato. Qualcosa sta cambiando. Qualcosa deve cambiare”?

Assolutamente sì.  Nel settore della produzione elettrica la rivoluzione è già in atto e sta costringendo anche i grandi operatori a cambiare modello di business. Nel campo dell'edilizia andiamo verso forme di riqualificazione energetica spinta, verso l'introduzione di forme innovative di finanziamento, verso la costruzione di edifici a consumo energetico quasi zero. E anche nel comparto dei trasporti ci aspettano grandi novità, sia sul fronte tecnologico, con il posizionamento sul mercato di veicoli elettrici e ibridi, sia sul versante gestionale, come viene segnalato dal successo delle iniziative di car sharing.