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In questo numero:

Verso la materia rinnovabile a cura della redazione
Crescita, sostenibilità e bioeconomia di Christian Patermann
Cambiare il rapporto tra l’economia, il territorio e le persone di Catia Bastioli
Il triplice vantaggio della bioeconomia di Antonio Di Giulio
Il ritorno al mare del Portogallo di Ilaria Nardello
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Il triplice vantaggio della bioeconomia
di Antonio Di Giulio


La bioeconomia ha come obiettivo la promozione di metodi di sfruttamento e produzione delle risorse biologiche più efficienti e sostenibili, capaci di affrontare molteplici sfide a livello globale. Il concetto di bioeconomia integra i settori produttivi primari quali agricoltura, silvicoltura e industria ittica e le industrie di processo collocate lungo le catene di valore dei prodotti alimentari, dei prodotti a base biologica e della bioenergia. Si tratta quindi di un approccio coerente e onnicomprensivo, essenziale per far sì che la strategia per la bioeconomia possa affrontare e superare grandi problematiche sociali interconnesse quali sicurezza alimentare, gestione sostenibile delle risorse naturali e biologiche, ma anche mitigare e contenere il cambiamento climatico, creare nuovi posti di lavoro e promuovere la competitività. L’obiettivo finale è quello di studiare e sviluppare soluzioni che portino diversi vantaggi, che permettano cioè di conciliare le esigenze in termini di agricoltura, nutrizione e salute, sostenibilità ambientale e crescita economica. Per ottenere questo risultato, la strategia Ue per la bioeconomia implica la necessità di sviluppare un contesto politico capace di supportare ricerca e innovazione e che getti le fondamenta per azioni concrete. La coerenza e il coordinamento a livello politico risultano quindi cruciali per lo sviluppo della bioeconomia. Una delle ragioni è l’impiego delle biomasse, un aspetto che richiede la ricerca di compromessi non solo tra la produzione di cibo e di bioeonergia, ma anche tra la produzione di cibo e alimenti per animali, sostanze biochimiche, bioplastiche e altri biomateriali. La difficoltà appare ancor più ardua a causa della necessità di aumentare la produttività agricola proteggendo al contempo biodiversità, ecosistemi e ambiente. Focalizzarsi sulle singole priorità settoriali non è più possibile: occorre invece guardare al quadro nel suo complesso e creare un contesto proficuo e vantaggioso per le industrie, gli investitori e la società. Da questo punto di vista, il secondo pilastro della strategia europea per la bioeconomia punta non solo a migliorare la coerenza e le sinergie tra le tante aree politiche legate alla bioeconomia a livello europeo, ma anche a incoraggiare iniziative simili a livello regionale e nazionale. La strategia promuove inoltre la cooperazione internazionale sui temi della ricerca e dell’innovazione; a livello politico si occupa principalmente di sicurezza alimentare, cambiamento climatico e approvvigionamento sostenibile delle biomasse. Non possono esserci bioindustrie efficienti, avanzate e innovative senza mercati ricettivi. L’interazione politica e il dialogo con le parti interessate consentono di dare vita a misure per definire tali mercati, a supporto dello sviluppo della bioeconomia. La strategia supporta infatti lo sviluppo di tali mercati tramite un ventaglio di azioni diversificate… > segue [per leggere l’intero articolo bisogna registrarsi sul sito]

Antonio Di Giulio è Capo unità alla Direzione generale Ricerca e innovazione della Commissione europea.