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Due gradi di speranza a cura di Diego Tavazzi
Bioeconomia a cura di Paola Fraschini
Come uscire dal labirinto (del tempo) a cura di Diego Tavazzi
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Come uscire dal labirinto (del tempo)
Intervista ad Attilia Cozzaglio
a cura di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:
È sempre questione di tempo
Politiche temporali e Smart City: buone prassi dalla Lombardia all'Europa

di Cozzaglio Attilia
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Quando vengono attuate, le politiche temporali ci fanno dire: “Caspita, è così che dovrebbero andare le cose”. Sono applicazioni di razionalità e buon senso, e possono migliorare la vita (e i tempi di vita) di persone di tutte le età ed estrazione sociale. Abbiamo chiesto ad Attilia Cozzaglio, autrice di È sempre questione di tempo, di spiegarci cosa sono e perché sono importanti.

Politiche temporali: cosa sono?
Si tratta di politiche e azioni finalizzate a migliorare la vita delle cittadine e dei cittadini, attraverso la progettazione e la realizzazione di interventi sui tempi e gli orari delle città. Perché gli interventi siano efficaci devono però tenere conto che il “tempo” non è uguale per tutti, perché la vita delle donne e degli uomini è diversa, e l’uso del tempo è diverso anche in relazione alle età: i tempi delle città incidono in modo diverso sulle vite di donne e uomini, dall’infanzia all’età adulta alla terza età. Non ci sono modelli che possono calare dall’alto, si procede per piccoli cambiamenti, per aggiustamenti, per tentativi che richiedono pazienza e determinazione. E il risultato di questi interventi è sempre “altrove”, in un servizio che funziona meglio, in uno spazio che torna a vivere, in un autobus che arriva quando serve, in una famiglia che ha un po’ più di tempo libero.

Quali sono i settori in cui trovano applicazione le politiche del tempo?
Come è spiegato più diffusamente nel libro, le politiche dei tempi agiscono sugli orari dei servizi pubblici e privati, sull’organizzazione dei servizi stessi, sulle modalità di conciliazione tra i tempi di vita, sulla mobilità, ma anche sulla qualificazione degli spazi della città. In pratica, ed è esperienza di tutte le donne e gli uomini, ci misuriamo sempre con il tempo, sia nella nostra vita quotidiana, sia nelle modalità con le quali possiamo/dobbiamo vivere la città o il territorio in cui viviamo.
Non è quindi solo un problema di orari, o di risparmiare il tempo, ma di rendere possibile una maggiore libertà nell’organizzazione della vita di donne e uomini. Un esempio per tutti: le giovani donne con figli piccoli, spesso sono costrette ad abbandonare il lavoro perché non hanno la possibilità di conciliare il lavoro di cura e la vita professionale; e questo dipende dalla mancanza di servizi per l’infanzia, o dagli orari dei servizi stessi, o ancora dalla mancanza o dagli orari dei mezzi di trasporto che consentano di utilizzare al meglio i servizi esistenti.

Che relazione intercorre tra tecnologia e politiche temporali?
La tecnologia rappresenta una grande opportunità per favorire la possibilità di scegliere come organizzare la propria vita, per informarsi e formarsi, per studiare, per lavorare, per partecipare alla vita sociale, culturale e politica. Può consentire di risparmiare tempo, di usare il tempo in modo diverso, di avere maggiore tempo per sé. La tecnologia rappresenta dunque uno dei terreni di incontro tra le politiche per le Smart City e le politiche temporali.
Però la diffusione delle tecnologie nella nostra vita e nelle città, pur con effetti già così visibili, è solo all’inizio. La tecnologia offre opportunità che sono ancora da scoprire e da valutare.
L’importante è che nell’adozione delle nuove tecnologie – nei servizi, nelle città, sul territorio, a scuola e sul lavoro – si tenga conto delle diversità – tra donne e uomini, tra le età della vita, e nella possibilità di accesso alle tecnologie stesse.
E si tenga conto, e qui il discorso si fa lungo, degli effetti delle tecnologie nello spazio e nel tempo, nel “qui” e “ora” della vita di donne e uomini in carne e ossa.

Qual è lo stato delle politiche temporali nel nostro paese? Siamo ancora all’avanguardia?

Dopo una stagione estremamente vivace, ora le politiche temporali in Italia sembrano silenti. Se ne parla troppo poco. Ma questo non significa che l’attenzione al “tempo” non sia praticata. Quando il Comune di Milano fa un bando per la gestione di uno spazio “la sera, la notte, e nei fine settimana”, spazio normalmente utilizzato per un servizio informativo rivolto ai giovani, o quando a livello internazionale si lancia la giornata in cui i figli possono andare a “lavorare” con i genitori, per vedere dove sono mamma e papà passano la giornata lontano da loro, queste sono politiche temporali. Citando Marco Mareggi, ricercatore e consulente esperto del tema, “abbandonato il potenziale utopico di intervento radicale o rivendicativo di alcuni soggetti sociali, le donne in particolare, il lavoro svolto – per addentrarsi nelle temporalità urbane dalle comunità scientifiche e dagli enti locali soprattutto in Italia – ha messo a disposizione e praticato un sapere e strumenti forse utili sia per articolare l’azione di governo del territorio sia per la comprensione della città contemporanea”.