testata logo EDA
In questo numero:

Star dell'economia ecologica di Marco Moro
Le imprese nel futuro a cura di Diego Tavazzi
La (prossima) rivoluzione energetica nell'edilizia a cura di Maria Antonietta Giffoni Redazione Nextville
Sostenibilità 2.0, e anche qualcosa in più a cura di Diego Tavazzi
Iscriviti
Contatti
La (prossima) rivoluzione energetica nell'edilizia
Intervista a Gianni Silvestrini
a cura di Maria Antonietta Giffoni Redazione Nextville

In questo articolo parliamo di:
Ambiente Italia 2015
Gli indicatori per capire l'Italia. Analisi e idee per uscire dalla crisi

a cura di Bianchi Duccio, Zanchini Edoardo
Sfoglia le prime pagine
Acquista on-line
Scarica il modulo d'ordine

Dopo il mutamento della fisionomia del settore elettrico, il mondo delle costruzioni sarà il prossimo a doversi trasformare, nel segno dell’efficienza energetica. È questa la tesi sostenuta da Gianni Silvestrini in "Ambiente Italia 2015".

Ingegner Silvestrini, su quali basi afferma che la sfida delle prestazioni energetiche per i nuovi edifici e della riqualificazione energetica per l'esistente potrebbe trasformare il comparto dell’edilizia italiana?

L’attuale livello di riduzione dei consumi del comparto edilizio è molto inferiore rispetto ai trend di riduzione del 90% delle emissioni del settore civile previsti dagli scenari europei di decarbonizzazione al 2050. Occorre dunque porsi il problema di come accelerare la riqualificazione spinta di edifici e quartieri. Le direttive europee possono aiutare in questo passaggio, ma occorrerà un notevole sforzo organizzativo, finanziario e di innovazione tecnologica. Il nostro comparto delle costruzioni dovrà rimettersi in discussione, per superare la profonda crisi in cui versa e per rilanciarsi su nuove basi.


Considerando che quello delle costruzioni non è un settore particolarmente aperto al cambiamento,  quali saranno le leve strategiche che potrebbero indurlo a “ripensarsi”?
Lo stimolo a un ripensamento potrà venire dalla definizione di forti indicazioni da parte delle autorità regionali e nazionali sulle priorità della riqualificazione. Un segnale che al momento stenta a emergere ma che si delineerà nei prossimi anni in coerenza con le trasformazioni in atto in Europa e con gli obiettivi climatici adottati. E naturalmente il quadro si muoverà in presenza di soluzioni finanziarie innovative che consentano, analogamente a programmi di successo come il Pace negli Usa, di effettuare gli interventi senza dovere anticipare i capitali.


Negli ultimi due anni lo Stato italiano ha recepito due direttive fondamentali per la promozione del risparmio energetico: la direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica nell’edilizia (recepita con la legge 90/2013) e la direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica (recepita con il Dlgs 102/2014). Quanto sufficienti sono le disposizioni previste da queste norme per avviare la trasformazione da lei auspicata?

Il recepimento delle direttive sicuramente favorisce un’accelerazione delle politiche di efficienza nel nostro paese. Si poteva fare di più? Certamente. Ancora non abbiamo la “roadmap 2020-50” per la riqualificazione del parco edilizio prevista dalla direttiva sull’efficienza. E il 3% di riqualificazione dell’edilizia governativa viene interpretato in maniera molto riduttiva: per il 98% degli interventi non è prevista una “deep renovation”.
Si rischia così di non utilizzare gli interventi pubblici come traino e “faro” per smuovere l’intero settore. È interessante notare come in questi giorni Obama abbia approvato obiettivi di riduzione dei consumi per l’edilizia governativa molto più incisivi di quelli europei: taglio delle emissioni climalteranti del 40% entro il 2025, con una riduzione annua dei consumi energetici del 2,5%.


In particolare, lo schema di decreto attuativo sui requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici -  in fase di pubblicazione in Gazzetta ufficiale – va nella giusta direzione o si poteva osare di più?

È indubbio che il contesto normativo si stia muovendo positivamente sulla spinta delle sollecitazioni europee e che la previsione di prestazioni energetiche più spinte e il riordino sul versante delle certificazioni stimolerà un’evoluzione del mercato.
Del resto manca poco alla fine del decennio quando il salto di qualità prestazionale nella nuova edilizia e nelle ristrutturazioni di grande scala sarà notevole.
Sul versante della riqualificazione, vero grande problema e al tempo stesso stimolante opportunità per il nostro paese, occorrerà una spinta politica per favorire il passaggio dagli interventi su singolo appartamento a quelli sull’intero edificio. Il che significa finanza innovativa, ma anche un’organizzazione dell’offerta tecnologica, una capacità delle aziende di presentarsi unite nel proporre proposte unitarie. E magari di iniziare a muoversi sul versante dell’industrializzazione della riqualificazione, come sta avvenendo in alcune interessanti sperimentazioni all’estero.


Oltre all’approccio minimalista del Governo, un altro ostacolo per la realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica è il reperimento di fondi, in specie per finanziare interventi cosiddetti di “deep renovation” e cioè progetti volti a migliorare la prestazione energetica dell’edificio nel suo complesso (involucro e impianti). Quali soluzioni suggerisce per superarlo?
La definizione di soluzioni evolute di ingegneria finanziaria rappresenta il passaggio essenziale per andare a sfruttare lo straordinario giacimento di shale gas che è rappresentato dal nostro patrimonio edilizio. Alcuni strumenti potranno derivare dal Fondo nazionale per l’efficienza previsto dal Dlgs 102/2014. Il Green Building Council Italia ha inoltre proposto alcune modifiche allo strumento del Conto Termico e dei TEE (Titoli di efficienza energetica, ndr) che ne consentano l’uso per la riqualificazione spinta di edifici. E ci sono i fondi della programmazione europea 2014-20 che non vanno persi in interventi banali. L’obiettivo è quello di riuscire a mettere in moto capitali privati, fondi di investimento, fondi pensione, sempre più interessati al comparto dell’efficienza.