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In questo numero:

La cultura dello scarto di Antonio Cianciullo
Il pianeta che vedremo a cura di Emanuele Bompan
Il futuro รจ in mano alle corporation a cura di Marco Moro
Il valore nascosto delle piante di Beppe Croce
Made in food waste di Marco Capellini
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Made in food waste
di Marco Capellini


Se arrivare a eliminare  del tutto gli sprechi alimentari  è un obiettivo difficile da raggiungere nel breve periodo,  si moltiplicano le soluzioni tecnologiche per trasformare questi rifiuti in risorse. Come da frutta, gusci d’uovo, verdura e fondi di caffè si possono ricavare nuovi materiali per realizzare ciotole, vasi, borse, tessuti, scarpe e lampade.
Expo 2015 ha senza dubbio portato all’attenzione internazionale diversi aspetti relativi alla tutela delle risorse alimentari. Tra le varie tematiche, lo spreco del cibo assume un’importanza significativa  da numerosi punti di vista. Da anni diversi paesi hanno intrapreso iniziative finalizzate  a cercare di ridurre lo spreco alimentare,  sia per una questione di etica dovuta  a una disparità distributiva degli alimenti  tra diverse zone del globo, sia come problema ambientale, in quanto causa significativa delle emissioni di CO2.

A oggi però, oltre a studi e ricerche sempre più puntuali nel descrivere il problema, non si vedono risultati significativi in quanto il consumatore  finale non è ancora diventato parte attiva  di questo sistema.
Di fatto lo zero food waste è un obiettivo difficilmente raggiungibile nel breve periodo,  in quanto il processo produttivo in atto e i modelli di consumo non contemplano ancora precise regole di gestione degli scarti alimentari.  Ma fortunatamente le cose stanno, almeno  in parte, cambiando.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una spinta verso soluzioni progettuali di valorizzazione dei rifiuti, grazie anche a ricerche, tecnologie e sperimentazioni sempre più orientate alla sostenibilità ambientale. Ma soprattutto grazie ad aziende che trasformano i rifiuti alimentari in nuova risorsa, sia come opportunità di mercato sia per perseguire i principi della circular economy.
Ed è stato proprio questo l’obiettivo di Made in Food Waste, pubblicazione frutto di una ricerca internazionale svolta dall’Osservatorio internazionale di Matrec in collaborazione con l’Università di Architettura e design del Cile: spiegare come i rifiuti alimentari possono diventare risorsa per nuovi prodotti industriali. Opportunamente trattati, e in alcuni casi additivati con componenti naturali, gli scarti alimentari rivelano molte potenzialità di impiego e diventano nuovi materiali con caratteristiche e proprietà che si prestano a diverse applicazioni.

Frutta, verdura e cereali, dopo una fase di essicamento naturale o meccanica, sono i prodotti maggiormente impiegati per la realizzazione  per esempio di lampade, ciotole, fogli di carta  e oggettistica per la casa. In alcuni casi la texture del prodotto ricalca disegni e forme del frutto di origine, mentre in altri l’impiego di un processo meccanico e l’aggiunta di diversi leganti naturali permette di utilizzare un processo di stampa  per la realizzazione del prodotto finale.
Di particolare interesse sono quei processi di recupero che permettono di ottenere, da queste tipologie di scarti, una serie di filati da utilizzare  per la realizzazione di capi di abbigliamento.  Dalle foglie di tè, gusci d’uovo, zucchero, cascami di riso, funghi micelio e gusci di arachidi si possono invece ottenere ciotole, vasi, spazzole, calzature e oggettistica per la casa... Continua a leggere su 'Materia Rinnovabile', n. 4 giugno 2015