testata logo EDA
In questo numero:

Se tutto fa brodo (e tutto fa Pil) di Marco Moro
Il futuro del cibo? In città a cura di Diego Tavazzi
Nuova mobilità urbana a cura della redazione
Prima di mangiare, fate bene i conti a cura di Diego Tavazzi
Iscriviti
Contatti
Nuova mobilità urbana
Prefazione di Gianni Silvestrini
a cura della redazione

In questo articolo parliamo di:
Muoversi in città
Esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia

di Donati Anna, Petracchini Francesco 
Sfoglia le prime pagine
Acquista on-line
Scarica il modulo d'ordine

Ci si può spostare per lavoro, per necessità, per divertimento. Questa attività, che rappresenta una parte importante della vita, può risultare piacevole, ma più spesso è frustrante, specie nelle grandi città. In diversi paesi industrializzati la mobilità si sta però modificando: si è raggiunto un picco degli spostamenti in auto e ora questi tendono a decrescere. In effetti, la convergenza di una serie di cambiamenti comportamentali abbinati all’offerta di nuove opportunità sta inducendo profonde modifiche strutturali.

“La migliore energia è quella non consumata, visto che la sua produzione induce in ogni caso delle esternalità negative”: questa la prima indicazione che viene data in campo energetico. Nel caso della mobilità non è sempre così. Ci possono essere attività piacevoli, senza impatti negativi, come una passeggiata a piedi, una gita in bicicletta. Ma, nella maggior parte dei casi, si generano impatti dannosi. “Noi diamo ai nostri addetti la libertà di lavorare dove vogliono. Le attività, peraltro, non si svolgono più dalle 9 alle 17. Il mondo è connesso e le aziende che non adottano questa filosofia perdono un’opportunità”, ha recentemente dichiarato Richard Branson, proprietario della Virgin e ideatore della Carbon War Room, associazione nata per favorire interventi esemplari contro i cambiamenti climatici. Il telelavoro e la sua evoluzione di “smart working”, che prevede la possibilità di operare da qualsiasi postazione, si stanno diffondendo garantendo maggiore produttività e minori spostamenti del personale. Nel 1973 Ivan Illich pubblicò un saggio, poi tradotto in italiano con il titolo Elogio della bicicletta, nel quale non solo evidenziava tutti i vantaggi legati all’uso di questo mezzo, ma presentava anche una lucida analisi del mondo dell’auto e dei possibili modelli alternativi di mobilità e di società. Il riferimento alla bicicletta può sembrare ad alcuni un richiamo anacronistico, analogo al ritorno al lume di candela che un tempo (fortunatamente non più oggi) veniva paventato a chi si batteva contro nucleare e fossili. In realtà, dopo essere stato il principale mezzo di trasporto nella prima parte del secolo scorso e avere poi subito una fase di forte declino, questo mezzo sta ora recuperando un suo ruolo anche grazie a soluzioni innovative come il bike sharing e le biciclette a pedalata assistita. Del resto, questo è stato anche il destino di alcune tecnologie energetiche. I mulini a vento che caratterizzavano il paesaggio di molti paesi europei sono scomparsi per rinascere in maniera esplosiva grazie a miglioramenti tecnologici e alla riduzione dei costi.

Un rilancio dell’uso della bicicletta in Italia, che peraltro è già in atto, e che vede risultati di eccellenza in alcune città di medie dimensioni, passa attraverso cambiamenti comportamentali accompagnati da dotazioni infrastrutturali molto meno costose rispetto ad altre opzioni di trasporto. È l’irrazionalità della mobilità urbana motorizzata che favorisce l’emersione di nuove soluzioni in grado di fornire un servizio migliore, a minor costo, consentendo di decongestionare strade e liberare parcheggi. La rivoluzione digitale propone oggi la diffusione di forme evolute di car sharing e di una molteplicità di soluzioni, da UberPop a BlaBlaCar, che possiedono tutte la caratteristica di ottimizzare l’uso dei veicoli aumentando il numero di passeggeri trasportati e le ore di utilizzo rispetto all’auto tradizionale di proprietà. In alcune città dove queste forme innovative sono più diffuse si registra già una riduzione del numero di veicoli circolanti.
A Milano nel 2014 si sono immatricolate 34.000 auto, il 44% in meno rispetto al 2010. Ed è prevedibile che nei prossimi anni si registri un deciso ampliamento delle soluzioni alternative. Il loro successo è legato all’abbinamento di un’offerta innovativa e allettante con il cambio della mentalità consolidatosi nel secolo scorso, e cioè il passaggio dalla proprietà all’uso dell’auto. Queste rivoluzioni soft si accompagneranno ad altre radicali trasformazioni tecnologiche in arrivo. In particolare, dobbiamo aspettarci un boom dei veicoli elettrici legato al rapido calo del prezzo delle batterie e il profilarsi di soluzioni che fino a poco tempo fa sembravano futuribili ma che si diffonderanno a partire dal prossimo decennio. L’auto, che già oggi è sempre più “connessa” con una percentuale crescente di microelettronica e informatica incorporata, si trasformerà in driverless car, in un’auto senza guidatore. La sinergia di tre rivoluzioni – sharing, connessione e propulsione elettrica – consentirà di ridurre drasticamente il numero di auto arrivando a dimezzarle nel caso di diffusione su larga scala. In parallelo anche il trasporto pubblico evolverà fornendo servizi più efficienti e flessibili, consentendo ai cittadini “informati” di scegliere di volta in volta la soluzione più interessante. Anche nel campo della movimentazione delle merci, oggi dominato nel nostro paese dai camion, si vedranno trasformazioni interessanti.

L’avanzata di soluzioni spinte di “smart manufacturing” e di tecnologie emergenti come la stampa 3d, potrebbe portare a una ricollocazione di alcune imprese e a una riduzione della produzione su larga scala. Si inizierà con la realizzazione in loco di pezzi di ricambio per l’industria aerospaziale cui seguiranno servizi per altri comparti industriali, evitando così la spedizione di prodotti in magazzini in giro per il mondo. Ed è possibile che, sul medio e lungo periodo, un numero crescente di lavorazioni verranno realizzate direttamente nei territori in cui servono piuttosto che in centri di produzione che assemblano componenti lavorati nelle aree più disparate del pianeta. Il trasporto di merci su strada potrebbe poi vedere la comparsa dei camion senza guidatore con un miglioramento della sicurezza, della logistica, dell’uso delle infrastrutture e una riduzione della congestione. Infine, anche il trasporto urbano delle merci, che oltre a contribuire a emissioni e congestione è responsabile di un quarto delle emissioni climalteranti nelle città, va affrontato con gli ingredienti della regolazione e dell’innovazione tecnologica, per arrivare a una logistica “smart”.
Come si vede, dobbiamo aspettarci grandi novità nel settore dei trasporti. Ma per capire come aggredire l’irrazionalità dell’attuale mobilità, per intervenire in maniera radicale, occorre una profonda conoscenza dell’evoluzione delle varie forme di trasporto, delle loro criticità, dei possibili varchi e opportunità che si aprono.

È questo lo scopo di Muoversi in città, che fornisce spunti molto interessanti sull’evoluzione dei trasporti urbani nel nostro paese. Vengono analizzate le azioni intraprese in Italia dal 1991 – quando è scattato il primo provvedimento antismog che ha imposto il blocco delle auto – a oggi, con la programmazione dei Piani del traffico, con la realizzazione delle reti tranviarie e metropolitane, con l’introduzione della telematica applicata alla gestione e controllo del traffico, con la creazione delle Zone a traffico limitato, delle aree pedonali e con l’avvio infine delle politiche per la promozione della bici, la moderazione del traffico per la sicurezza e l’infomobilità. Nel libro sono analizzate le esperienze più significative degli enti locali, delle aziende del trasporto, delle imprese private del settore, dei progetti europei, delle associazioni che si occupano di mobilità. Si presentano gli strumenti finanziari utilizzabili e si inquadrano le scelte di trasporto nel contesto delle strategie urbanistiche e della valutazione ambientale dei loro impatti. Vengono sottolineati anche i punti critici della mobilità urbana odierna: i mezzi di trasporto collettivo obsoleti, il taglio delle risorse al trasporto pubblico, la carenza di investimenti per le reti tramviarie, metropolitane e ciclabili, l’esigenza di strumenti di governo di area vasta, la necessità di intervenire sulla logistica urbana delle merci, il bisogno di aggiornare il codice della strada da “autocentrico” verso la condivisione dello spazio, dei veicoli e dei servizi.

Su diversi temi di grande attualità sono ospitati interventi di esperti del settore. Dalla raccolta e analisi dei dati sulla mobilità ai Piani urbani della mobilità sostenibile, dalla definizione delle linee strategiche per le città metropolitane allo smart ticketing, dall’analisi delle criticità dei pendolari alle azioni per “risparmiare traffico”, dalle innovazioni tecnologiche delle aziende ai processi di partecipazione dal basso. Insomma, un testo di riferimento che mancava su un tema così delicato e decisivo come quello dei trasporti. Tanto più utile in quanto nei prossimi anni si accentueranno gli sforzi per contrastare i rischi connessi al cambiamento climatico. Ricordiamo che le emissioni di anidride carbonica di questo settore rappresentano circa un quarto del totale in Europa. Sono cresciute dal 1990 e vedrebbero in uno scenario tendenziale un ulteriore aumento del 25% al 2050. Ma la roadmap europea di decarbonizzazione prevede una riduzione delle emissioni climalteranti del 60% rispetto ai livelli del 1990. Un’impresa molto più impegnativa rispetto al settore della generazione elettrica, dove le rinnovabili consentiranno una totale uscita dai fossili. Dunque, proprio sul comparto dei trasporti si dovrà concentrare l’attenzione delle politiche europee e nazionali e l’impegno delle città, e in questo settore esploderanno nuove soluzioni e nuovi comportamenti. Tutti sforzi mirati a fornire un servizio migliore e a ridurre gli impatti negativi sul versante ambientale, su quello della salute, su quello economico, garantendo comunque mobilità, accessibilità e coesione sociale in città. Questo libro fornisce interessanti idee per affrontare le ambiziose sfide della mobilità urbana del futuro.


“Prefazione” di Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club, in A. Donati, F. Petracchini, Muoversi in città, Edizioni Ambiente 2015.