testata logo EDA
In questo numero:

Se tutto fa brodo (e tutto fa Pil) di Marco Moro
Il futuro del cibo? In città a cura di Diego Tavazzi
Nuova mobilità urbana a cura della redazione
Prima di mangiare, fate bene i conti a cura di Diego Tavazzi
Iscriviti
Contatti
Prima di mangiare, fate bene i conti
Intervista a M. Marino e C. A. Pratesi
a cura di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:

Il cibo perfetto
Aziende, consumatori e impatto ambientale del cibo

di Marino Massimo, Pratesi Carlo Alberto

Sfoglia le prime pagine
Acquista on-line
Scarica il modulo d'ordine

Quello del cibo è uno dei temi su cui è più facile dividersi, e le rivalità possono diventare davvero feroci. L’unico argomento su cui forse circolano più bufale è il riscaldamento globale. Il cibo perfetto, scritto da un esperto di LCA e da un docente di marketing, è il libro ideale per risolvere una volta per tutte queste dispute, facendo piazza pulita di leggende e mitologie pseudoscientifiche. Parliamone con gli autori, Massimo Marino e Carlo Alberto Pratesi.

Leggendo il vostro libro colpisce l’approccio “laico”, non ideologico, alle questioni che trattate. Da dove viene questo approccio, che spesso costringe a rivedere posizioni date assodate?
Da 15 anni di attività professionale in questo settore, che ci hanno “costretto” a vedere le cose sempre nel modo più oggettivo possibile. Questo nonostante il fatto che la nostra attività sia sempre stata di tipo consulenziale e quindi supportata anche economicamente dalle aziende con cui abbiamo avuto la fortuna di lavorare. L’approccio utilizzato è però sempre stato quello dell’onestà intellettuale, cosa che ci ha permesso di costruire progetti di lungo periodo utili al miglioramento delle conoscenze per noi e per i nostri clienti oltre che delle prestazioni dei processi studiati.

Cosa raccontano i numeri? Le aziende dell’agroalimentare sono sensibili alle tematiche della sostenibilità? E per i consumatori si tratta di un valore rilevante?
Come in tutti i casi raccontano luci e ombre: casi di eccellenza e casi in cui sono possibili ampi miglioramenti. La cosa importante però è non fermarsi ai numeri. Soprattutto nel caso del cibo è molto facile incorrere nell’errore di confrontare direttamente gli impatti di due alimenti che hanno una “funzione differente” e che, per esempio, sono realizzati da sistemi integrati che non potrebbero esistere l’uno senza l’altro.

Nel libro esaminate gli impatti di numerose tipologie di alimenti, uova, latte, pesce, carne… Qual è quella su cui circolano più “leggende”?
Piò o meno ogni alimento ne ha una. Più che leggende direi che sono punti di vista a volte ideologici, spesso non contestualizzati. Recentemente quelli maggiormente sotto attacco sono per esempio l’olio di palma, le carni, la pasta e i carboidrati per le quali circolano più parole che numeri.

Per finire: qual è, se c’è, la dieta davvero sostenibile?
Quella equilibrata, che utilizza tutti i cibi in modo ragionevole e coerente con i fabbisogni di ogni individuo. Scelto il tipo di cibo, poi, potendo sarebbe da puntare su prodotti di filiera che garantiscono maggiori possibilità di controllo e di miglioramento per i produttori. Occorre poi fare una distinzione tra sostenibilità a livello di singolo individuo, o comunità, e sostenibilità a livello globale, cioè considerando i 7 miliardi di persone (che diventeranno 9 nei prossimi anni). Nel secondo caso il consumo di certi alimenti (pensiamo per esempio al pesce) può diventare insostenibile date le non infinite disponibilità del pianeta.