testata logo EDA
In questo numero:

L'errore di Atene di Antonio Cianciullo
Capitale naturale ed economia circolare: due facce della stessa medaglia di Pasquale Fimiani
Nuovi prodotti per nuovi mercati a cura di Joanna Dupont-Inglis
SarĂ  la generazione Facebook a guidare la dematerializzazione a cura di Carlo Pesso
La nascita del rifiuto di Guido Viale
Iscriviti
Contatti
Nuovi prodotti per nuovi mercati
Intervista a Marie Wheat
a cura di Joanna Dupont-Inglis


Nel 2013 l’industria biobased ha contribuito al Pil statunitense con 359 miliardi di dollari. E ha creato circa 4 milioni di posti di lavoro. I risultati e le sfide dell’Usda BioPreferred® Program raccontati da Marie Wheat del Dipartimento Usa dell’Agricoltura.
Marie Wheat, membro del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e relatrice all’Efib2015, parla con Joanna Dupont delle difficoltà e dei successi nella realizzazione dell’Usda BioPreferred® Program.
 
Qual era l’obiettivo originario del BioPreferred® Program?
“L’idea era di creare nuovi mercati per prodotti biobased e per valorizzare i prodotti agricoli domestici, offrendo così un sostegno all’economia dell’America rurale. Il programma ha anche contribuito a incrementare la sicurezza energetica, perché porta a utilizzare materie prime rinnovabili prodotte negli Stati Uniti, invece di combustibili fossili importati, da impiegare nella realizzazione di prodotti industriali.”
 
Come ha avuto inizio l’Usda BioPreferred® Program?
“Il programma è stato inizialmente autorizzato dal Congresso degli Stati Uniti nel Farm Bill del 2002 e di nuovo nei Farm Bill del 2008 e del 2014. Il programma BioPreferred® è costituito da due parti. La prima è costituita dal Federal Preferred Procurement, che definisce i prodotti su cui orientare la scelta degli acquisti da parte delle agenzie federali. A ora abbiamo 97 categorie di prodotti che sono state selezionate per gli acquisti e che comprendono circa 14.000 singoli prodotti. La seconda parte consiste nel marchio che le aziende possono scegliere di applicare se hanno fatto testare i propri prodotti in laboratori certificati e indipendenti, che controllano il contenuto biobased del prodotto. Infatti, solo dopo la certificazione e l’approvazione le aziende possono utilizzare il marchio ‘Prodotto Usda certificato biobased’, che mostra anche la percentuale di contenuto biobased o di nuovi materiali a base di carbonio presenti nel prodotto.”
 
Negli Stati Uniti avete ottenuto grandi risultati in termini di posti di lavoro e di crescita economica generati dalle industrie biobased e sostenuti dal BioPreferred® Program. Può parlarci di questo aspetto?
“Nel giugno del 2015 è stata pubblicata un’analisi dell’impatto economico prodotto dall’industria americana dei prodotti biobased che mostra come nel 2013 abbia contribuito con un totale di 359 miliardi di dollari al Pil americano, e con 4 milioni di posti di lavoro. Inoltre lo studio prevede che nei prossimi 5 anni l’industria dei prodotti biobased creerà altri 500.000 posti di lavoro. La ricerca evidenzia anche che l’effetto diretto sull’occupazione nelle industrie biobased è di 1,52 milioni di posti di lavoro, quello indiretto di 1,11 milioni di posti e quello indotto di 1,39 milioni, per arrivare a un totale che supera i 4 milioni. Sono state fatte proiezioni simili anche relative al Pil e al valore aggiunto, e ciò contribuisce a dimostrare il potenziale cumulativo dell’industria dei prodotti biobased”.
 
Le industrie dell’Unione europea basate sul rinnovabile sperano di poter seguire l’esempio americano creando un meccanismo di acquisizione da parte dell’amministrazione pubblica dei prodotti biobased. Che lezione si può trarre dalla vostra esperienza?
... Continua a leggere su "Materia Rinnovabile", n. 6-7 ottobre-dicembre 2015