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In questo numero:

Lo shopper equo e solidale di Antonio Cianciullo
Così la Brexit penalizza la bioeconomia di Christian Patermann
La rinascita dei materiali eco-locali di Dominique Gauzin-Müller
Le biomasse possono fare la differenza di Maurizio Cocchi
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Le biomasse possono fare la differenza
di Maurizio Cocchi

In questo articolo parliamo di:

Materia Rinnovabile
Rivista internazionale sulla bioeconomia e l'economia circolare

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È una panoramica unica sullo stato delle cose nel settore delle biomasse – e sul loro ruolo fondamentale nella transizione a un’economia a basse emissioni – quella emersa dalla ventiquattresima Conferenza ed esposizione europea sulle biomasse di Amsterdam (Eubce 2016 - European Biomass Conference and Exhibition). 

Dopo lo storico accordo sul clima raggiunto alla Cop21 di Parigi, istituzioni internazionali e organizzazioni scientifiche concordano sul fatto che le biomasse e la bioeconomia sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo di mantenere entro i 2 °C l’aumento di temperatura globale causato dai cambiamenti climatici.

Secondo alcuni studi scientifici sono già state consumate 730 Gt (miliardi di tonnellate) del budget di 1.000 Gt di carbonio consentito per mantenere le temperature globali al di sotto di questa soglia: dunque il tempo a disposizione per applicare misure efficaci è davvero ridotto. 

Abbiamo bisogno di soluzioni a basse emissioni di carbonio che siano operative ora: l’uso sostenibile delle biomasse è indubbiamente tra queste. La stessa bioenergia può contribuire tra il 10 e il 30% alla riduzione globale delle emissioni di CO2: un obiettivo raggiungibile inserendo la bioenergia nel contesto integrato della bioeconomia, al fine di massimizzare l’efficienza nell’utilizzo di queste risorse, per produrre energia rinnovabile, cibo e materiali.

L’Olanda – il paese che ha ospitato quest’anno la Eubce – rappresenta un buon esempio di come la bioeconomia possa contribuire a creare crescita e sviluppo. Nel paese, infatti, questo settore vale già tra i 2,6 e i 3 miliardi di euro di valore aggiunto (dal 2011), considerando la produzione di materiali, sostanze chimiche ed energia. Nell’agricoltura la lavorazione dei raccolti e la rivalorizzazione degli scarti stanno costantemente migliorando. Ci sono consorzi industriali che sviluppano metodi per ricavare residui ricchi di proteine da materie prime vegetali e usarli come alimenti. Altre iniziative di ricerca industriale studiano sistemi per estrarre enzimi dalle piante da utilizzare nell’industria chimica. In questo ambito l’Olanda si è posta l’obiettivo di sostituire entro il 2030 il 15% delle risorse di origine fossile nei prodotti chimici, mentre sono già in fase avanzata di realizzazione iniziative per produrre biobased building blocks (intermedi chimici a base biologica, per esempio l’acido succinico), polimeri e resine di origine biologica, bioplastiche e composti.

... continua a leggere su Materia Rinnovabile 11, luglio-agosto 2016