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In questo numero:

Umani resistenti ai fatti di Marco Moro
Quali saranno gli impatti della presidenza Trump sul versante energetico-ambientale? di Gianni Silvestrini
Promuovere il Made in Italy con l’efficienza energetica a cura di Paola Fraschini
Normativa ambientale, tra classici e novità di Costanza Kenda
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Umani resistenti ai fatti
di Marco Moro


Se non fosse scritto con intento satirico, il contenuto dell’articolo di Andy Borowitz uscito di recente su The New Yorker potrebbe tranquillamente essere preso per vero. L’annuncio dei risultati di uno studio condotto da ricercatori dell’Università del Minnesota, che ha portato a isolare un potente e virulento “ceppo di umani che hanno sviluppato una resistenza ai fatti” e in grado quindi di minacciare la capacità della Terra di sostenere la vita, tocca infatti un tema di assoluta attualità, specie nel momento in cui un “umano resistente ai fatti” conquista la presidenza degli Stati Uniti. Questi umani sono virtualmente immuni a ogni forma di conoscenza verificabile, apparentemente dotati di tutte le facoltà necessarie a ricevere ed elaborare informazioni, ma hanno sviluppato difese tali da rendere inefficaci queste capacità. “Come i fatti si moltiplicano, le loro difese contro questi fatti diventano via via più forti”, afferma l’immaginario scienziato Davis Lodgson, aggiungendo, “le normali funzioni della coscienza umana sono completamente annullate, azzerate dalla capacità di intercettare e scartare le informazioni in transito dal nervo auditivo al cervello”.

“La nostra ricerca è a uno stadio del tutto preliminare, ma è possibile che questi umani divengano più recettivi ai fatti una volta collocati in un ambiente privo di cibo, acqua e ossigeno” conclude lo scienziato creato dalla penna di Borowitz.Come si sviluppa la resistenza ai fatti? Una delle ipotesi (parliamo adesso di ricerca vera) più affascinanti è quella che individua nel rapporto tra uomo ed ecosistema un metabolic rift, una rottura, una disconnessione che ci ha resi cognitivamente ciechi rispetto allo stato di salute dei sistemi viventi di cui siamo parte. A provocare la rottura è l’assuefazione alla vita in un ambiente sempre più artificiale e alla permanenza entro un “involucro” informativo sempre meno basato sull’esperienza o l’approfondimento (leggi: totalmente mediato… dai media, per l’appunto). Sono un paio di fattori in grado, effettivamente, di disattivare parecchi livelli di coscienza. Perché, come raccontano in modo magistrale Naomi Oreskes e Erik Conway in Merchants of Doubt (un libro la cui mancata traduzione in italiano è un delitto) attraverso i media, con gli strumenti della comunicazione, si possono realizzare – fin troppo facilmente – miracoli di disinformazione e manipolazione della realtà. Lo racconta, in modo altrettanto brillante, anche il nostro Stefano Caserini che al tema della disinformazione sul cambiamento climatico ha dedicato due libri.

La situazione è di tale degrado che, riferendosi al discorso politico, si parla oggi di “post-verità”, ovvero ciò che un tempo si sarebbe detta menzogna, politica delle balle. E la capacità delle persone di digerire anche le più grosse ha avuto diverse e clamorose dimostrazioni recenti, con impressionanti matrici in comune.
Nella nostra attività di produttori di antidoti alla resistenza ai fatti (con il sospetto sempre più forte che forse ci vorrebbe qualcosa di più incisivo di un libro… forse un libro pesantemente rilegato) per il prossimo anno ci ripromettiamo perciò di immettere sul mercato diversi nuovi “rimedi”.

Innanzitutto un Tim Jackson i cui principi attivi, nella nuova edizione di Prosperità senza crescita, sono stati ulteriormente potenziati e aggiornati. Un “farmaco” che nel frattempo, dalla prima edizione del 2011, è stato tradotto in 15 lingue.
E per diverse lingue sono già stati venduti i diritti di traduzione di The Doughnut Economics, della combattiva Kate Raworth, “una tra i dieci più influenti tweeters in materia di economia”, come l’ha definita The Guardian. Per avere anche questa medicina sul mercato italiano, ci siamo noi di Edizioni Ambiente. Farmaco disponibile dalla prossima primavera.
Grazie a Ezio Manzini, autorità a livello mondiale nel campo del design per l’innovazione sociale, proporremo anche la traduzione italiana di Design when everybody design, medicinale di automedicazione sintetizzato negli Usa nei laboratori del MIT Press.
Nello scaffale della nostra farmacia editoriale questi volumi andranno a fare compagnia a molti altri rimedi di grande efficacia contro le malattie di stagione: 2°C di Gianni Silvestrini, Economia Innovatrice (un potente cocktail di idee su come cambiare l’economia), Che cos’è l’economia circolare di Emanuele Bompan, assieme a volumi più datati ma tuttora attuali, come Un’altra Europa (con scritti di Joseph Stiglitz, Jean Paul Fitoussi e molti altri) o Futuro Sostenibile di Wolfgang Sachs e Marco Morosini

Torniamo infine alla resistenza ai fatti e al suo attuale campione, Donald Trump. Come ha commentato per noi Gianni Silvestrini, il nuovo inquilino della Casa Bianca farà certamente dei danni, tutti quelli in suo potere, ma non riuscirà a fermare un “treno del cambiamento” che si è ormai messo in moto. Tant’è che durante un recentissimo forum internazionale, uno tra gli speaker ha definito l’elezione di Trump addirittura come una massive opportunity per la realizzazione degli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi sul clima. E lo sarà per una reazione i cui sintomi sono già presenti.
Ma dato che la prudenza non è mai troppa e la resistenza ai fatti si trasmette facilmente, è consigliabile fare il pieno di antidoti.