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In questo numero:

Città circolari di Antonio Cianciullo
L'economia della ciambella di Kate Raworth
Non dimenticare la bellezza a cura di Marco Moro
Neoclassico o ex novo? a cura di Diego Tavazzi
Una bussola contro la disinformazione di Roberto Giovannini
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Neoclassico o ex novo?
Intervista ad Anna Pellizzari ed Emilio Genovesi
a cura di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:

Materia Rinnovabile
Rivista internazionale sulla bioeconomia e l'economia circolare

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Biobased, neoclassici ed ex novo: sono questi i neomateriali che rappresentano i nuovi scenari della materia. Di origine vegetale o biologica, ricavati dalle miniere urbane oppure recuperati dagli scarti sono i protagonisti del paradigma dell’economia circolare. Abbiamo chiesto ad Anna Pellizzari, che assieme a Emilio Genovesi ha curato il volume Neomateriali nell’economia circolare, di illustrarne le specificità.

Quali sono i macrofattori che stanno modificando il quadro delle materie a disposizione delle industrie (demografia, limitatezza delle risorse, pressioni sugli ecosistemi)?
“Il modello industriale attuale, che si basa di fatto ancora su un percorso lineare produco-consumo-dismetto, parte dal presupposto che le risorse siano infinite. Ovviamente non è così: la pressione data dal un lato dal boom demografico, dall’altro dall’espansione industriale dei paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina, ndr) e di tutti gli altri in via di sviluppo, ha determinato una contrazione nella disponibilità di materie prime, con forti tensioni sui mercati internazionali. A ciò si aggiunge la richiesta di materiali scarsi per loro natura – come alcuni metalli e terre rare – ma necessari per esempio alla fabbricazione dell’hardware nell’elettronica.
Specularmente, le modalità di distribuzione e la riduzione della durata di utilizzo dei beni (un cellulare, in media, viene dismesso dopo meno di due anni; per non parlare di prodotti più complessi come elettrodomestici, automobili, arredamento) generano quantità inimmaginabili di rifiuti. Oggi in Europa ben 6 tonnellate di materie prime, delle 16 complessive consumate individualmente all’anno da ogni cittadino dell’Unione, diventano scarti. Risulta evidente che i due fenomeni devono incrociarsi, sviluppando logiche di domanda e offerta per cui gli scarti possano diventare risorse.”

 […]

Il capitolo introduttivo del vostro libro si intitola “Dalla linea al cerchio”, una formula che ben sintetizza la trasformazione in atto. Di cosa si tratta e cosa implica per chi progetta, costruisce o produce, smaltisce e recupera?
“Il superamento dello schema lineare punta a reimmettere nel ciclo produttivo la massima quantità possibile (tendenzialmente tutto) di risorse – laddove per ‘risorsa’ non si intende solo la materia fisica che compone il prodotto, ma anche gli elementi collaterali che entrano nel processo di trasformazione, come aria, acqua o l’energia impiegata nella produzione sia se generata da fonte fossile o rinnovabile. In pratica il superamento dello schema lineare non si limita a dismettere e riciclare il prodotto finito, ma si estende a varie ‘policy di rientro’, che possono essere indirizzate ai diversi livelli della catena produttiva: dall’autoriparazione fino allo smaltimento e al ritorno all’origine nella catena che porta a una nuova produzione.
L’idea di economia circolare va oltre il ciclo del singolo prodotto, proponendo sinergie tra diverse imprese finalizzate al riutilizzo di ciò che per un’industria è scarto e che per altre può essere risorsa. Oppure immaginando modelli di consumo diversi, come il noleggio, in cui la gestione, e quindi in ultima analisi la responsabilità, del manufatto rimane in capo all’azienda, la quale riesce a centralizzare tutti gli aspetti da curare (riparazione, aggiornamento, sostituzione pezzi, fino al ritiro e smaltimento finale) in maniera più competente e quindi più efficiente…

… continua a leggere su Materia Rinnovabile 15 marzo-aprile 2017