Tra questi fattori ce n’è uno che può apparire più astratto degli altri, ma il cui ruolo è invece fondamentale: la visione, ovvero ciò che dovrebbe dare senso e coerenza a ogni singola azione. E se c’è oggi un soggetto che sembra agire in assenza di una visione riconoscibile e coerente, questa è l’Unione europea, che ha dilapidato in pochi anni buona parte della propria credibilità e capacità di rispondere efficacemente alle principali questioni poste da questa fase storica.
Ridefinire gli elementi costitutivi di una nuova identità per il progetto europeo è perciò l’obiettivo del volume Un Green New Deal per l’Europa, curato da Edoardo Zanchini e Mauro Albrizio di Legambiente. Nei numerosi contributi ospitati nel libro (da Fabrizio Barca a Leonardo Becchetti a Enrico Giovannini, Gianni Silvestrini, Bas Eickout, Stefano Ciafani, Catia Bastioli, solo per citarne alcuni) i requisiti necessari a ridefinire l’identità stessa dell’Unione europea emergono con estrema chiarezza e costituiscono un ottimo punto di riferimento per valutare capacità e orientamenti delle istituzioni europee, rinnovate dopo le elezioni del 26 maggio scorso. Come verranno affrontate le emergenze ambientali e sociali che gran parte dei cittadini europei hanno ritenuto debbano essere il centro delle politiche della Ue? In Un Green New Deal per L’Europa l’ideale piano di azione per la prossima legislatura è tracciato. E sarà da tenere ben presente per confrontarlo con ciò che succederà nei prossimi mesi.
Tornando alla bioeconomia, nell’intervista a Bonaccorso si fa riferimento anche alla situazione italiana, che viene analizzata più per esteso anche in un articolo contenuto nel numero appena uscito del magazine Materia rinnovabile. Come ne usciamo? Anche in questo campo, si ripete la mancanza di quel fattore, la visione, in grado di dare un senso al tutto, e in assenza della quale anche risultati parziali possono essere scambiati per il raggiungimento di obiettivi che sono in realtà ben più sfidanti. Le eccellenze della bioeconomia italiana appaiono più fragili se messe a confronto con un contesto generale dove la visione, al momento, se c’è è ben nascosta dietro le quinte di un palcoscenico politico dove si rappresentano soprattutto allucinazioni.