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In questo numero:

Resilienza editoriale di Marco Moro
Ambiente e malattia, un approccio circolare di Paola Fraschini
13 proposte per trasformare il mondo, oggi e domani di Diego Tavazzi
Soluzioni globali per la sfida climatica di Arianna Campanile
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Resilienza editoriale
di Marco Moro


Ci siamo ritrovati a vivere un esperimento di “decrescita forzata”, molto interessante se non avesse avuto implicazioni negative e dolorose per troppe persone. In ogni caso, Covid-19 ci ha costretti a fare una prova generale della nostra capacità di adattarci a cambiamenti inaspettati, improvvisi, di portata globale e dagli effetti sistemici. Come quelli che ci proporrà in modo via via più impattante il cambiamento climatico. Con una differenza fondamentale: con COVID-19 ci si è trovati a dover improvvisare contromisure rispetto a un problema di cui si conosceva (e si conosce tuttora) poco. Cosa potremmo fare per contrastare la crisi climatica e ambientale, lo sappiamo invece da anni.

Eppure, ci muoviamo al rallentatore, come se l’idea di “sapere come fare” ci tranquillizzasse di fronte a fenomeni dall’andamento non lineare, i cui effetti, i tempi e i modi in cui si manifestano non sono “calendarizzabili”.

Di quali siano le “trappole” che la crisi climatica ci propone, parlano Gianni Silvestrini e G.B. Zorzoli nella loro ultima fatica, Le trappole del clima. E come evitarle, uscita ormai qualche mese fa. Un’analisi lucida e completa, come ci si può aspettare da due dei maggiori esperti che il nostro paese possa vantare, capaci di connettere la lettura della realtà nazionale a una altrettanto approfondita disamina dei grandi trend globali.

Per noi però le trappole sono anche altre, come si sarà reso conto chiunque abbia letto qualche dato su ciò che incombe su un settore già afflitto da infiniti problemi, storture e arretratezze: il nostro settore, l’editoria. Cui mancava solo l’effetto di due mesi di librerie chiuse con la creazione di imbuto micidiale sulle uscite delle novità (anche se i numeri – 20.000 nuovi titoli che ora si accalcano per trovare posto in libreria – qualche domanda dovrebbero pure suscitarla).

In questo promettente scenario – si fa per dire – cosa abbiamo pensato bene di fare? Giusto qualcosina: un riassetto radicale a livello societario e organizzativo, la messa in campo di un grande sforzo promozionale e di comunicazione (di cui i live streaming del giovedì pomeriggio sono solo il primo assaggio), l’avvio di nuovi progetti editoriali (nuove collane in arrivo!), un rilancio e trasformazione del nostro magazine internazionale “Materia Rinnovabile” che diventa una testata multimediale con un sito web del tutto nuovo, così come del tutto nuovo è il sito di Edizioni Ambiente, ricco di funzionalità inedite in grado di valorizzare al meglio un catalogo che è, senza falsa modestia, un vero archivio delle scienze della sostenibilità.

E ancora, il lancio dei nostri programmi di formazione in versione online e, tanto per non farci mancare proprio nulla, una nuova sede dove siamo in compagnia di tante realtà dinamiche nel campo delle energie rinnovabili, dell’economia circolare, dei servizi ambientali.

E naturalmente, nuovi libri, come Reinventare la prosperità, Rapporto al Club di Roma scritto opera di Jorgen Randers (autore di 2052 e di nientemeno che I limiti dello sviluppo, giusto per citare due titoli) e Graeme Maxton. Di nuovo un tema che non potrebbe essere più attuale. Cosa abbiamo fatto in questi due mesi e mezzo? Cosa dovremo fare nel momento in cui usciremo da questa crisi – che sarebbe del tutto folle pensare solo come una crisi sanitaria – se non reinventare ciò che consideriamo prosperità? Ripensare a ciò che ci serve per avere una vita soddisfacente che ci faccia sentire membri a pieno titolo di un insieme sociale? Lo abbiamo fatto e dovremo continuare a farlo. Perché, come recita uno degli slogan più citati di questi mesi “La normalità era il problema”.

Per un po’ di tempo ancora sarà difficile avere i nostri autori stranieri in Italia, a raccontare dal vivo le loro idee. Naomi Oreskes, Cyril Dion, Jorgen Randers e Graeme Maxton, Mathis Wackernagel, Thomas Rau e Sabine Oberhuber, Walter Stahel… per non parlare di Kate Raworth, Tim Jackson e dei molti altri che ancora non vi sveliamo. Tanti gli eventi posticipati, e altrettanti riprogrammati forse con eccessivo ottimismo. di questi tempi sarà difficile prevedere viaggi e trasferte per presentazioni e dibattiti... Ma potremo forse incontrarli in video. Seguiteci sui nostri canali social per restare aggiornati su tutte le occasioni che stiamo cercando di creare.

Finale: c’è chi dice che resilienza sia un termine già usurato. Sciocchezze. Cosa si dovrebbe fare con un termine “abusato”? Buttarlo? Inventarne un altro per fomentare una sorta di obsolescenza programmata applicata al linguaggio? Balle, facciamo meno i difficili e teniamoci strette le parole chiave per il presente e il futuro: resilienza, sostenibilità, circolarità, condivisione, solidarietà, equità, giustizia sociale e ambientale, diritti, prosperità.