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In questo numero:

Occhi che non vedono di Marco Moro
Parole per il futuro di Paola Fraschini
Non è facile, ma è l’unica cosa possibile: dobbiamo reinventare il fuoco di Diego Tavazzi
Risanamento ambientale per l’Ilva di Taranto? di Anna Satolli
Clima, ambiente e alimentazione a SANA 2012 a cura della redazione
A qualcuno piace caldo? Volano i prezzi del cibo di Anna Satolli
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Occhi che non vedono
di Marco Moro


"La nostra epoca fissa ogni giorno il suo stile. È là, sotto i nostri occhi. Occhi che non vedono.” L’invettiva di Le Corbusier contro l’ottusità dei suoi contemporanei (e in particolare dei suoi colleghi progettisti) sottolineava come, a dispetto di ogni conformismo, il cambiamento avvenisse ugualmente. Era il 1921, ma quel richiamo suona particolarmente attuale. Lo “stile” di cui parlava il grande architetto era quello rappresentato allora dai piroscafi, dagli aerei, dalle automobili (ma anche da innovazioni apparentemente più modeste, come il rasoio Gillette) che non trovava ancora una traduzione nell’abitare, apparentemente immobilizzato nel decoro borghese ottocentesco. Oggi evidentemente accade qualcosa di simile se, rispetto a un tema apparentemente “maturo” come quello della conversione del sistema energetico verso le rinnovabili e l’efficienza c’è ancora spazio per grandi visioni complessive come quella proposta da Amory Lovins in Reinventare il fuoco, la cui traduzione italiana è in uscita per questo mese di settembre.

A più di un decennio da Capitalismo Naturale – testo fondativo della green economy – Lovins focalizza la propria attenzione su un cambiamento dalla portata realmente epocale, evidenziandone nel modo più chiaro il significato e le conseguenze. Industria, trasporti, edifici e reti sono i quattro comparti presi in esame, per ognuno dei quali viene definita la strategia operativa destinata a ridurre drasticamente i consumi e a soddisfarne la maggior parte con le fonti rinnovabili. Uscito negli USA a fine 2011 Reinventare il fuoco si colloca in un contesto dove le elezioni presidenziali di novembre vedranno sicuramente tra le questioni più calde le politiche energetiche della ex-prima potenza economica mondiale. E lì certo non mancano occhi che non vedono oppure ci vedono troppo bene e proprio per questo si oppongono al cambiamento.
Inutile sottolineare che da questo punto di vista il nostro contesto nazionale presenta significative analogie con quello statunitense, come quotidianamente viene testimoniato in nextville.it, il portale di Edizioni Ambiente specializzato sui temi dell’energia. In Italia la capacità delle lobby di condizionare le politiche si associa all’eccesso di burocrazia e alla mai casuale instabilità e complessità del quadro normativo.

La mancanza di visione e di capacità (o intenzione) di pensare in prospettiva caratterizza le nostre politiche e la crisi offre un pretesto perfetto per provvedimenti sempre improntati al brevissimo periodo. Nella stessa percezione del pubblico alcuni aspetti della rivoluzione energetica sembrano essersi sufficientemente sedimentati ma sfugge la portata complessiva del cambiamento.

Di fronte a un governo che in tema di politica energetica propone la grande innovazione delle trivellazioni in mare cosa direbbe Le Corbusier? Direbbe che “al pigro rispetto delle tradizioni” va preferito “il rispetto delle forze della natura; alla meschinità delle concezioni mediocri la maestà delle soluzioni che derivano da un problema ben impostato”, soluzioni come quelle proposte da Lovins.

E per rimanere in tema di innovazione e di futuro, tra le uscite di settembre si segnala la nuova edizione di Guida ai green jobs, autentico reference book per il lavoro nella nuova economia verde e un piccolo volume dal contenuto particolarmente denso, Parole per il futuro, simbolica selezione e identificazione di termini, concetti, idee e tecnologie destinati a caratterizzare l’immediato futuro.

Una lettura utile in un paese che fa troppa fatica a guardare avanti.