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In questo numero:

Aggiungi un posto a tavola di Marco Moro
La green economy non รจ solo un diverso colore del Pil a cura della redazione
Intervista a Lester Brown di Paola Fraschini
Un nuovo fuoco per la nostra economia a cura della redazione
Gli Stati Generali della Green Economy di Anna Satolli
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Un nuovo fuoco per la nostra economia
Tratto da "Reinventare il fuoco" di A.B. Lovins
a cura della redazione

In questo articolo parliamo di:

Reinventare il fuoco
Soluzioni vincenti per il business della nuova era energetica
di Amory B. Lovins
28,00 euro

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Se il fuoco ci ha resi umani, e se l’agricoltura ci ha permesso di costruire le città e gli stati, è grazie ai combustibili fossili che siamo diventati moderni. Se in passato spesso occorreva rovistare tra i rifiuti per trovare qualcosa da bruciare, oggi l’energia è una materia prima distribuita in modo capillare e ininterrotto da specialisti che si servono di calcoli esoterici e di macchinari colossali nell’ambito di quella che è l’industria più vasta del pianeta. Questa industria, senza che la maggior parte di noi ne sia consapevole, è diventata enormemente abile e potente. Ha esplorato le profondità del sottosuolo, sulla terra ferma e negli oceani. Ha spianato le montagne. Produce senza problemi sofisticati vettori energetici come la benzina, il gasolio, i carburanti per i jet, il gas naturale, e distribuisce l’elettricità alle nostre case, alle nostre automobili e alle nostre fabbriche. È la base del nostro benessere, il fondamento della nostra forza, l’invisibile motore della vita moderna. [...] Tuttavia, il magico elisir che ha permesso alla nostra civiltà di ampliare e migliorare la vita di miliardi di persone, ha anche cominciato, seppure in maniera subdola, a rendere le nostre vite più insicure, più costose, più pericolose per noi e per l’ambiente in cui viviamo. Impone costi e rischi crescenti che erodono, e in molti casi eccedono, i benefici. Causa l’asma ai nostri bambini e riempie di mercurio il tonno che finisce sulle nostre tavole. Basta un incidente e intere economie possono vacillare. Il suo potere e la sua ricchezza corrompono i politici e impongono decisioni ai governi. Causa gran parte delle tensioni che affliggono il pianeta, sostiene dittatori e fomenta guerre. Sta alterando la composizione chimica della nostra atmosfera a una velocità mai registrata negli ultimi 60 milioni di anni. In poche parole, i combustibili fossili stanno minando quella sicurezza che hanno contribuito a costruire.
Sul sistema energetico globale pesa poi un’altra minaccia. È infatti certo che i combustibili fossili si esauriranno, dal punto di vista fisico e da quello economico. Solo la tempistica è incerta. Nonostante progressi tecnologici semplicemente prodigiosi nei settori della ricerca e dell’estrazione – i geologi hanno a disposizione l’equivalente digitale della vista a raggi X – la Terra è sempre rotonda e non sta diventando più grande. Il “petrolio facile” sta finendo rapidamente, ed è concentrato in sempre meno paesi; il “carbone facile” rimarrà tale solo per pochi decenni; gli enormi depositi di gas naturale statunitensi, intrappolati in dense rocce di scisto, sono in realtà contenuti in bolle più piccole di un capello umano. Via via che gli economisti (e anche alcuni geologi) iniziano a rendersi conto che i dati sulle riserve di petrolio sono stati ampiamente fraintesi (e in alcuni casi sono stati anche manipolati), cambiano le idee sulla presunta abbondanza dei combustibili fossili. Alla fine del 2010, l’International Energy Agency ha dichiarato che la produzione di petrolio ha raggiunto il picco nel 2006; il Joint Force Command del Pentagono ha affermato che il margine di capacità inutilizzata potrebbe esaurirsi nel 2012 e ha auspicato che l’esercito riesca ad affrancarsi dal petrolio entro il 2040. Lo stesso vale per il carbone, di cui per lungo tempo non ci si è curati perché si riteneva che le riserve fossero ancora molto abbondanti.
Sia dalla prospettiva della geologia, dell’affidabilità o della sicurezza sia da quella degli effetti collaterali, l’Età dei combustibili fossili è stata un battito di ciglia nella storia dell’umanità. La festa sta per finire. È giunto il momento per qualcosa di assolutamente diverso. A cosa potrebbe assomigliare il nuovo fuoco? Quello vecchio veniva estratto dal sottosuolo, il nuovo fluisce dal cielo. Il vecchio era locale, quello nuovo è dappertutto. Il vecchio era effimero, il nuovo è eterno. Fatta eccezione per quel poco di biocarburanti, biogas e biomasse – tutti prodotti in modi sostenibili e durevoli – il nuovo fuoco non brucia, e fornisce tutti i servizi e i vantaggi del vecchio senza alcuna fiamma.
Tutto questo può intimidire. Eppure, [...] problemi legati ai combustibili fossili non sono inevitabili, né dal punto di vista economico né da quello tecnologico. Possiamo risolverli in modi che tendono a far diminuire i costi dell’energia, dato che il progresso tecnologico ha reso obsoleti gli idrocarburi. Si stima che il 78% di tutte le attività umane sia alimentato bruciando i resti decomposti sul fondo di antiche paludi. Per fortuna, oggi disponiamo di alternative più moderne che succhiare e bruciare fanghi vecchi centinaia di milioni di anni. La stessa ingegnosità e lo stesso spirito imprenditoriale che adesso stanno grattando il fondo del barile in tutto il pianeta possono ora dare energia e migliorare le vite di miliardi di individui, senza costi aggiuntivi e addirittura con dei profitti. In effetti, il nuovo fuoco arricchirà le nostre società con un flusso di svariati miliardi di dollari. Reinventare il fuoco spiega come fare – e spiega come potete fare per partecipare alla corsa.