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In questo numero:

Ripensare la sicurezza di Marco Moro
Dopo “i mille” agli Stati Generali della Green Economy di Edo Ronchi
A Milano il primo “Salone internazionale dei lavori verdi” di Diego Tavazzi
Acquisti sostenibili di Carlo Pesso
Lombardia in classe A+ a cura della redazione
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Ripensare la sicurezza
di Marco Moro


Invitato dal Barilla Center for Food and Nutrition a intervenire al 4° International Forum – svoltosi a Milano tra il 28 e il 29 novembre – Lester Brown ha proposto una riflessione ancora una volta spiazzante per le moltissime persone presenti e per quelle ancora più numerose che hanno seguito la diretta dell’evento in streaming.
Come ricorda in 9 miliardi di posti a tavola, ciò che dobbiamo ripensare è il concetto stesso di sicurezza. Lungo il secolo scorso, dopo due guerre mondiali e una “guerra fredda”, questa idea si è identificata soprattutto con la sicurezza delle nazioni rispetto alle aggressioni esterne, combaciando perlopiù con il concetto di difesa militare. Oggi, secondo Brown, bisogna partire da quelli che sono i più potenti fattori di instabilità nello scenario globale: cambiamento climatico, crescita demografica, scarsità idrica, crescita dei prezzi del cibo, fallimento della politica. Sono queste emergenze che ridisegnano il campo di applicazione delle politiche di sicurezza nazionale o internazionale.
Tutte cose che, volendo si possono anche affrontare con i carri armati o con i droni: non si è fatto così finora rispetto ai problemi di accesso e controllo delle risorse energetiche? Non a caso, tra chi si occupa di geopolitica e di conflitti è diffusa la consapevolezza di come nel rispondere ai possibili effetti di tali fenomeni sia più preparato il Pentagono di un qualsiasi ministero dell’ambiente od organismo internazionale, si tratti di UNEP, FAO o altro. Ma è facile concludere che quelle che possono arrivare con le armi, non sono le “soluzioni” desiderabili.
Quindi ha ragione Brown: il termine sicurezza va riempito di nuovi significati e una volta riconfigurato deve assumere una totale priorità nelle politiche dei governi, priorità che trovi riscontro puntuale nell’allocazione delle risorse.
E non si tratta solo dei budget nazionali o, peggio, di materia per gli organismi internazionali: cambiamento climatico, fallimento della politica, scarsità idrica, dinamiche demografiche e problematiche di produzione, accesso e consumo di cibo diventano concreto oggetto di intervento anche a livello locale. Sono anche le città, le comunità, i territori a doversi porre di fronte a queste nuove categorie della sicurezza.
Il complesso “movimento” che va sotto il nome di green economy contiene molte delle risposte e delle soluzioni necessarie. A esso quest’anno abbiamo dedicato moltissime energie e, quindi, molte pubblicazioni: da Eating Planet, tanto per restare nel campo del sistema alimentare, a Per uscire dalle due crisi e ai molti altri volumi che abbiamo incluso nella nostra campagna di promozione dedicata a questi temi, come Reinventare il fuoco o La seconda occasione.
Tra le leve che le amministrazioni pubbliche e le imprese hanno nelle mani per promuovere lo sviluppo della green economy c’è il green procurement, gli acquisti verdi a cui è dedicata la due giorni milanese del Forum Compraverde. Quest’anno la manifestazione raddoppia, ospitando la prima edizione di Green Jobs, salone internazionale dei lavori verdi. Manco a dirlo, i nostri libri saranno tra i protagonisti, con la recentissima nuova edizione di Guida ai green jobs e con la novità del momento, Acquisti verdi.