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Dai manifesti alle agende di Marco Moro
L’energia? La trovi dove meno te l’aspetti di Diego Tavazzi
Fonti rinnovabili di Paola Fraschini
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L’energia? La trovi dove meno te l’aspetti
Intervista a Francesco Arecco
di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:
Energia da biogas
Manuale per la progettazione, autorizzazione e gestione tecnico-economica degli impianti

a cura di Francesco Arecco
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Dopo l’idroelettrico, il solare e l’eolico, la fonte di energia rinnovabile su cui si incentrano le maggiori aspettative è quella del biogas. Abbiamo chiesto a Francesco Arecco, avvocato, civilista e amministrativista in materia di ambiente ed energia, coordinatore della Formazione Rinnovabili Nextville.it e curatore del manuale Energia da biogas, di illustrarci le caratteristiche di un settore in rapida espansione.

A chi si rivolge il manuale Energia da biogas? 
Il taglio dato al manuale è volto a fornire un doppio livello di approfondimento. Abbiamo lavorato perché possa essere rapidamente fruibile da chi vuole avere una visione globale del settore, ma anche perché includa i necessari approfondimenti per l’operatore specialistico. In tal senso è un testo utile agli imprenditori e ai progettisti tecnici, ma anche ai professionisti di area legale, economica, fiscale, finanziaria. Abbiamo voluto trattare il tema sotto tutti i punti di vista necessari per portare a termine un progetto. Essenziale, sotto questo profilo, la visione di insieme conclusiva data da una check list di progetto posta in coda al volume.

Ritieni che lo sfruttamento dei biogas possa essere un’opzione valida nell’ambito di una diversificazione del sistema energetico nazionale
Certamente sì. Correggo subito la parola “sfruttamento” in “produzione”, anche perché dà il senso della grande opportunità del biogas: non si tratta di consumare qualcosa di esistente e limitato (come per le fonti fossili) ma neppure attendere che giunga per via naturale (come per altre rinnovabili, come sole, vento e a volte anche idro). La produzione di biogas e il suo utilizzo per ottenere energia elettrica comportano la predisposizione di una filiera, la cura di una ricetta di alimentazione dei digestori, la conversione in elettricità. Un vero e proprio sodalizio fra l’uomo e la natura. Naturalmente con tutte le accortezze che la grande possibilità che abbiamo comporta: evitare consumo di territorio (e quindi biomasse dedicate), minimizzare gli impatti ambientali, curare i dettagli per avere progetti realmente utili all’uomo e al suo ambiente di vita.

Quali sono le tecnologie più promettenti? E quali le applicazioni e gli impieghi più innovativi?
Il dato tecnologico è già consolidato e i modelli applicativi si differenziano ormai solo per affidabilità e semplicità di utilizzo, fortunatamente. Vi sono ampi spazi di miglioramento in caso di trattamento della Forsu (soprattutto nella fase di pretrattamento). Di sicuro interesse – collegandosi alla domanda che precede – la possibilità di produrre biometano, vale a dire biogas depurato dalla componente di anidride carbonica. L’Italia è un forte importatore di metano. Poter avere un po’ di questo gas prodotto da fonte rinnovabile e sul nostro territorio (per immissione in rete o utilizzo in veicoli) sarà una delle grandi sfide del prossimo futuro. 

Quali sono stati, secondo te, gli effetti dell’entrata in vigore del Decreto “Rinnovabili Elettriche” del 6 luglio 2012 che attua il Dlgs 28/2011?
Il Dm di incentivazione per le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico ha indirizzato chiaramente – incentivandolo maggiormente – verso un biogas agricolo di piccola taglia (sotto i 300 kW) e il biogas da Forsu (in impianti sino a 1 MW). Nonostante il taglio generale all’incentivazione – fisiologico in concetto, mal fatto nei modi e nei tempi – il settore regge bene. Si attende adesso una regolamentazione incentivale per la produzione di biometano.