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Negazionismo e disinformazione sul climate change di Paola Fraschini
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Negazionismo e disinformazione sul climate change
Intervista a Stefano Caserini
di Paola Fraschini

In questo articolo parliamo di:

Guida alle leggende sul clima che cambia
Come la scienza diventa opinione
 
Stefano Caserini

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Da qualche settimana il dibattito sulle causa antropiche del cambiamento climatico ha assunto toni particolarmente accesi. Le cause? La diffusione del Sommario del 5° Rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici). Abbiamo chiesto a Stefano Caserini (autore di Guida alle leggende sul clima che cambia e di A qualcuno piace caldo) di illustrarci lo stato del dibattito in preparazione all’incontro che si terrà il 10 ottobre a Milano con gli scienziati italiani che hanno contribuito al nuovo rapporto.

Qual è la notizia principale riportata dal Quinto Rapporto dell’Ipcc?

È difficile scegliere perché di notizie ce ne sono tante; non sono news, nel senso di novità, perché i rapporto Ipcc sono un riassunto di quanto già pubblicato nella letteratura scientifica; ma la sintesi da un bel quadro d’assieme, rigoroso e coerente. Se devo scegliere,  direi che la notizia è che la responsabilità umana sul riscaldamento globale è inequivocabile, ora è davvero finito il tempo degli alibi. Anche se, secondo me, doveva essere già finito con il rapporto precedente, come ho mostrato in “Guida alle leggende sul clima che cambia”.

È vero che ci stiamo muovendo in modo irreversibile verso un pianeta diverso, più caldo?
L’irreversibilità è un concetto delicato. Sulle scale temporali della nostra storia, sì, i livelli di CO2, l’aumento delle temperature globali dell’atmosfera e degli oceani o l’aumento del livello degli oceani saranno irreversibili per molti secoli. Ma con la scala temporale del nostro pianeta, decine di migliaia o milioni di anni, sono perturbazioni che saranno assorbite, come tante altre in passato. La Terra ha fatto e potrà fare a meno di noi umani; con il disastro climatico che stiamo combinando, le stiamo dando una mano.

Ecoscettici, contro-rapporto della serie “Climate Change Reconsidered”… Quello che appare al pubblico è una comunità scientifica non così concorde e, a dirla tutta, c’è un po’ di confusione… Come si fa a fare le cose per bene e farsi sentire in mezzo a tutto questo frastuono?
Non si tratta di scetticismo, ma di negazionismo; lo scetticismo è una cosa nobile e di scetticismo sono imbevuti i rapporti Ipcc. Questi  sono pochi attivisti, ormai patetici, che pubblicano solo questi rapporti sponsorizzati dalle lobby petrolifere e carbonifere, ma in campo scientifico le loro tesi sono state demolite, da anni.
Per chi ha voglia di leggere un po’ del dibattito scientifico penso non sia difficile capire chi ha ragione. Ma capisco che per il cittadino comune ci sia un gran frastuono con notizie contrastanti. Questo è esattamente quello che chi diffonde la disinformazione cerca: perché nei luoghi dove si discute con calma la scienza, tesi “alternative” non esistono, sono state già vagliate e scartate. Però una buona campagna di disinformazione può far sembrare il contrario. Qui la responsabilità è più del mondo dei media; se non si può chiedere a tutti i singoli cittadini di leggere e confrontare le varie tesi e capire i processi che le originano, un giornalista ha il dovere di farlo.

Cosa ne pensa delle dimissioni di Pachauri?
Per ora si tratta solo di una dichiarazione (peraltro smentita dallo stesso Pachauri) in cui si dice che il Presidente Ipcc prospetti l’intenzione di dimettersi nel 2015 per permettere un normale avvicendamento, in ogni caso è probabile che si cercherà di montare un caso cercando di prospettare chissà quali motivazioni. Comunque non c’è niente di strano: è giusto che ci sia rotazione anche nella carica del Presidente Ipcc, dopo 11 anni; Presidente che, comunque, va ricordato non può influire sul contenuto scientifico del rapporto, sui dati mostrati e sulle loro conclusioni.