testata logo EDA
In questo numero:

Comunicazione, etica e politica di Marco Moro
Sono così piccoli, eppure... a cura della redazione
Negazionismo e disinformazione sul climate change di Paola Fraschini
Cambiamenti climatici e migrazioni a cura della redazione
AR5: completo, autorevole, prudente di Diego Tavazzi
Iscriviti
Contatti
AR5: completo, autorevole, prudente
Intervista a Federico Antognazza
di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:
Terraa
Come farcela su un pianeta più ostile

di Bill McKibben
Sfoglia le prime pagine
Acquista on-line
Scarica il modulo d'ordine

A distanza di sei anni dall’ultimo Rapporto Ipcc la conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale è ancora più robusta e precisa. Abbiamo chiesto un commento a Federico Antognazza, vicepresidente dell'Italian Climate Network, anche in preparazione all’incontro che si terrà il 10 ottobre a Milano con gli scienziati italiani che hanno contribuito al nuovo rapporto.

Quali sono le novità più significative nello stato della conoscenza sui cambiamenti climatici rispetto al IV rapporto del 2007?
Il AR5 è il più vasto e aggiornato studio sulle basi della scienza e della fisica relative ai cambiamenti climatici, a cui hanno lavorato centinaia di autori e revisori scientifici di tutto il mondo. Contiene una nuova evidenza scientifica degli effetti dell’uomo sul sistema climatico, con una descrizione più robusta di vari aspetti tra cui: una più completa serie di evidenze osservative accompagnata da una migliore analisi delle incertezze; analisi più approfondite di alcuni aspetti come effetto di nuvole, aereosol, radiazioni cosmiche, monsoni, e El Nino/La Nina sui cambiamenti climatici; un numero maggiore di simulazioni numeriche prodotte da una nuova generazione di modelli climatici più avanzati. Questo report ha aggiunto uno scenario nuovo, lo scenario con azioni di riduzione delle emissioni di gas serra. L’Ipcc ha dimostrato come un’azione politica globale per il clima sia ancora possibile, per limitare l’aumento medio di temperatura a 1,5-2 °C. Contiene inoltre il primo atlante delle "Proiezioni climatiche Globali e Regionali".

Tra i negazionisti, uno degli argomenti che ultimamente è stato più sfruttato è quello della stasi, secondo cui il riscaldamento globale si sarebbe fermato dal 1998. Il panel dell'Onu ha affrontato l'argomento? E ce n'è traccia nel SPM?
Lo stallo evidenziato dai negazionisti si riferisce a un intervallo temporale non statisticamente significate in quanto basate su un periodo troppo breve. Infatti, ampliando l’intervallo di analisi si evidenzia come gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi a partire dal 1850 e l’ultimo in particolar modo, è stato il più caldo. Questo quindi va a smontare qualsiasi tipo di analisi condotta dai negazionisti, come peraltro fatto dal Focal Point Ipcc Sergio Castellari in una nota.

Un commentatore (Jeff Masters, Wunderblog) ha definito il rapporto "Comprehensive, Authoritative, Conservative": condividi questo giudizio?
Sì. Come emerso dalla conferenza stampa di questa mattina, il lavoro del AR5 comprende sia l’esperienza metodologica dei primi 4 rapporti ma anche, e forse soprattutto, sfrutta un numero notevole di nuovi autori (circa il 60%) che hanno contribuito ad arricchire il nuovo rapporto con nuove conoscenze, forze, dinamismo e capacità di calcolo, incrementata da una miglior conoscenza di fenomeni e da una miglior capacità di simulazione (i modelli sono circa il doppio del AR4). La prudenza a cui si riferisce Masters credo risieda in un’assenza di toni forti, che però non appartengono alla Scienza. Ma ritengo che le evidenze mostrate, attraverso un aumento della confidenza delle stime, una riduzione dell’incertezza e alcune previsioni (penso all’incremento dei livelli dei mari o la riduzione delle superfici ghiacciate e le variazioni del ciclo idrologico) possano essere un chiaro monito a un’azione politica, sia globale sia locale.