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In questo numero:

Ecomondo: focus sulla green economy di Marco Moro
Dieci azioni per zero rifiuti di Paola Fraschini
Imparare a non sprecare di Diego Tavazzi
Gestire i rifiuti tra legge e tecnica di Lavinia Basso
Le dimensioni della green economy a cura della redazione
Parchi (più) naturali di Diego Tavazzi
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Parchi (più) naturali
Intervista a Pinuccia Montanari
di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:
Gestire i rifiuti nei parchi nazionali
Strategie innovative per la realizzazione di sistemi integrati per il recupero da biomassa
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Per definizione, i parchi sono luoghi in cui la natura viene protetta e valorizzata. Eppure, negli anni si è prestata poca attenzione alla questione dei rifiuti prodotti al loro interno. Il progetto LIFE+ RELS è un tentativo concreto di rimediare a questa situazione, e introduce anche modalità innovative per il recupero dei rifiuti stessi. Abbiamo chiesto a Pinuccia Montanari, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, di illustrare i contenuti del progetto.

 

Che cosa è il Progetto Life+ RELS? Quali sono i suoi settori di applicazione?
Obiettivo del progetto LIFE+ RELS (Innovative chain for energy REcovery from waste in naturaL parkS) è contribuire in maniera innovativa ed efficace allo sviluppo delle priorità dell’Unione europea nel campo della gestione ecocompatibile del sistema integrato di gestione dei rifiuti, privilegiando riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti e recupero energetico sostenibile nei parchi naturali. L’attività del progetto RELS, grazie ai ricercatori del Dismi (Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia), si è concentrata sull’aspetto scientifico-tecnologico del riciclo dei rifiuti con la progettazione di due architetture per il ciclo integrato di gestione rifiuti nei parchi naturali (Parco della Sila e Parco delle Foreste Casentinesi) e con lo sviluppo di uno strumento (Biomass management tool®) per la stima di figure di merito energetiche, ambientali ed economiche ottenute attraverso la combinazione di impianti per il trattamento dei rifiuti al variare delle loro tipologie e quantità. I partner del progetto, oltre all’Università di Modena e Reggio Emilia (capofila), sono: Comune di Reggio Emilia, Provincia di Forlì-Cesena (parco delle Foreste Casentinesi) e Provincia di Cosenza (Parco della Sila).

“La scelta dei parchi naturali – spiega Alberto Bellini, project manager del progetto LIFE+ RELS – non è stata casuale, ma una necessità perché questi parchi hanno un’elevata visibilità tra il pubblico. A questo si aggiunge l’approfondimento scientifico” che offre utili indicazioni agli amministratori sulle scelte da intraprendere. Il progetto mostra concretamente come l’uso combinato delle tecnologie di recupero rifiuti consenta di aumentare lo sfruttamento del potenziale energetico di alcune frazioni di rifiuti raccolte in forma differenziata dal 25 al 50% e ridurre in maniera significativa l’emissione di anidride carbonica.

 

Potrebbe riassumere i risultati dell’applicazione del Progetto RELS?

Il progetto ha portato due risultati principali:

1. Realizzazione di un modello numerico per la simulazione del ciclo integrato per la raccolta dei rifiuti e il recupero energetico nei parchi naturali. Tale strumento, realizzato da ricercatori del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio consente di confrontare diversi scenari, verificando i parametri economici e ambientali al variare degli impianti utilizzati e delle loro combinazioni attraverso analisi di tipo LCA (Life Cycle Assessment). Nell’ambito del progetto sono stati realizzati prototipi innovativi, che consentono di valorizzare i sottoprodotti dell’attività zootecnica e forestale. Un prototipo è stato realizzato e collocato presso il Museo Idro di Ridracoli.

2. Educazione ambientale. Le attività di ricerca sono state divulgate attraverso diversi strumenti: corso on-line in modalità e-learning, corsi di giornalismo ambientale, comunicati stampa, conferenze stampa, incontri pubblici e seminari.

I risultati del progetto RELS dimostrano inequivocabilmente come l’uso combinato delle migliori tecnologie di recupero rifiuti consenta di aumentare lo sfruttamento del potenziale energetico con minore impatto ambientale rispetto all’incenerimento. Inoltre, dimostrano che il recupero di materia è sempre preferibile al recupero di materia, e che all’aumentare della raccolta differenziata si riducono gli impatti ambientali e sulla salute degli impianti di trattamento rifiuti.

 

Uno dei punti nodali del Progetto RELS è l’educazione ambientale: quali forme ha assunto?

Il progetto RELS ha realizzato, grazie al Progetto Sostenibilità ambientale di Unimore, iniziative educative e informative come il corso e-learning che ha avuto più di mille partecipanti e il corso di giornalismo ambientale.

Il corso e-learning, rivolto a esperti, amministratori pubblici e decisori politici ha messo a disposizione strumenti che consentono di affrontare il ciclo integrato di gestione sostenibile dei rifiuti, attraverso video-lezioni e materiale di apprendimento. Il ciclo suddiviso in moduli e unità didattiche sulla piattaforma www.eco-ambiente.unimore.it (ancora attiva) consente di ottimizzare la formazione, permettendo agli utenti di connettersi nei tempi e nei modi più consoni alle loro esigenze. Il corso e-learning, è strutturato in modalità libera o con attestato finale dell’Ateneo, con auto-registrazione. Grazie ai test di valutazione dei singoli moduli per la verifica delle conoscenze acquisite, rende possibile il rilascio dell’attestato finale. La piattaforma utilizzata è Moodle, una piattaforma tecnologica LMS (Learning Management System), internazionale, che rispetta i requisiti normativi e procedurali dell’e-learning, garantendo interattività, dinamicità e modularità dei contenuti formativi.

Inoltre, nell’ambito delle attività di formazione ed educazione ambientale, è stato realizzato un interessante piano di comunicazione scientifica.

 

Nell’ambito del Progetto RELS si dà grande importanza al recupero di materia in luogo del recupero di energia. Può illustrarci qualche esempio?

Il recupero energetico è da considerare un intervento residuale, poiché il recupero di materia si traduce in un doppio vantaggio:
- riduzione dell’impronta ecologica per la produzione di manufatti, realizzati con materie prime seconde, e quindi limitando il consumo di materie prime;
- risparmio energetico. Infatti, il costo energetico per la produzione di un manufatto è largamente superiore alla quantità di energia recuperata dal materiale di cui è composto. 

Tale vantaggio è ancora maggiore se si realizzano distretti di recupero che trasformano i materiali post-consumo in prossimità ai luoghi di conferimento. Infatti, la strategia europea 2020 propone un “doppio disaccoppiamento” tra l’uso delle risorse e la crescita economica, da un lato, e tra l’utilizzo dalle risorse e gli impatti ambientali, dall’altro.

Aumentare la raccolta differenziata consente quindi di realizzare l’uso razionale delle risorse, aumentando la percentuali di rifiuti recuperati in termini di materia.
I risultati del progetto dimostrano che l’aumento della raccolta differenziata nei comuni dei parchi si tradurrebbe in un aumento di recupero di materia e in una riduzione di impatti ambientali e sulla salute.