testata logo EDA
In questo numero:

Un voto cifrato di Marco Moro
Post-elezioni di Paola Fraschini
Riforme e cambiamenti di Paola Fraschini
Cambio di rotta di Paola Fraschini
Iscriviti
Contatti
Cambio di rotta
Intervista a Mario Pianta
di Paola Fraschini

In questo articolo parliamo di:
Un’altra Europa
Sostenibile, democratica, paritaria, solidale

a cura di Silvia Zamboni
Sfoglia le prime pagine
Acquista on-line
Scarica il modulo d'ordine

Abbiamo chiesto a Mario Pianta, professore di Politica economica all’Università di Urbino e autore del contributo al volume Un'altra Europa "I movimenti di protesta contro le politiche di austerità in Europa", un commento " a caldo" sui risultati elettorali.

Che lettura dà del voto in Italia rispetto alle tematiche europee?
Al di là della frammentazione degli esiti nazionali, c'è una sconfitta - anche se nel complesso limitata - delle politiche centriste, moderate e di "grande coalizione" che hanno imposto in questi anni l'austerità e la stagnazione in Europa. Nella periferia più colpita dalla crisi la protesta prende la via di un progressivo rafforzamento di sinistra e verdi (con la particolarità di Grillo in Italia). Nel "centro" dell'Europa più ricca domina invece l'antieuropeismo nazionalista e reazionario, che stravince in Francia e Uk e ora spunta anche in Germania: è la paura di essere travolti dalla crisi europea che sposta in quella direzione classi medie e popolari.

E rispetto alla politica interna?
In Italia il dato di fondo è il16% in meno di votanti (soprattutto al sud); i comportamenti elettorali sono diventati più mobili e "impazienti".
Il centro destra ha più percentuale di voti (diviso) oggi che l'anno scorso (unito): il passaggio di consensi dalla destra a Renzi è limitato.
Il Pd prende tutti i voti di Monti (11%): c'è un ricompattamento dell'élite, soprattutto al Nord. Il Pd perde meno degli altri per l'astensione e ottiene voti da altre aree (3 milioni di voti in più rispetto all'anno scorso). E' il consolidamento di una nuova Dc, centrista ma nuovista sia nei volti che nella retorica, con un forte controllo dei media (grazie all'alleanza con Berlusconi sulle riforme), ma con l'intelligenza di redistribuire almeno 80 euro.
Grillo perde soprattutto per l'astensione: c'è un limite anche all'anti-politica, non avere risultati politici concreti avendo il 25% dei voti si paga.
Tsipras ce la fa per un pelo,  un segnale importante, anche se una parte degli elettori potenziali non ha votato; lo spazio politico a sinistra è destinato a crescere.

In Europa preoccupa l’affermazione di forze euroscettiche e/o di estrema destra. Quali obiettivi devono darsi secondo Lei la prossima Commissione europea e il nuovo europarlamento?
C'è un'impasse. La grande coalizione in Europa è stata battuta, ma continuerà a governare nel Parlamento europeo. Chi chiede un cambio di rotta lo fa in nome di un'Europa democratica (a sinistra) o in nome del nazionalismo (a destra). Soltanto rompendo con l'austerità e con le politiche neoliberiste l'Europa può trovare una via d'uscita ed evitare una gravissima involuzione politica e sociale.