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Pensare a misura d'uomo e di ambiente di Paola Fraschini
Our streets, our choice di Paola Fraschini
Prove di Apea. Prove di economia circolare? di Diego Tavazzi
I Gas non vanno mai fuori moda di Lavinia Basso
REbuild 2014, come reinventare l'edilizia di Filippo Franchetto Redazione Nextville
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Intervista a Barbara Covili
di Paola Fraschini

In questo articolo parliamo di:
Car sharing
Come la sharing economy cambia la nostra mobilità

di Iacovini Carlo
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Un dato di fatto è che qualcosa sta cambiando nella mobilità, e la parola chiave sembra essere condivisone/sharing. Nell'ambito dell'European Mobility Week - la Settimana europea della mobilità sostenibile - sono stati organizzati parecchi eventi con illustri ospiti italiani e internazionali. Barbara Covili, amministratore unico di Clickutility On Earth e blogger, ha partecipato a Roma alla “Giornata europea del car sharing” e le chiediamo di darci un aggiornamento.

Cosa pensi della Settimana europea della mobilità sostenibile?
La Settimana europea della mobilità è un momento importante per le nostre amministrazioni pubbliche per fare il punto su quanto si è fatto e quanto si sta facendo in ambito mobilità sostenibile e lo dimostra il fatto che le città italiane che partecipano sono 127 (solo in Spagna, Austria e Ungheria ci sono più amministrazioni partecipanti). Il tema scelto per l’edizione 2014 è emblematico di un processo in cambiamento in atto che parte proprio dalle nostre strade: modificare le abitudini di spostamento significa modificare lo stile di vita in modo sostanziale e anche la percezione che abbiamo della città in cui viviamo. Lo sharing è diventato uno “stile di vita”, non solo un modo di muoversi e alla base del successo dei nuovi sistemi di car sharing va ricercata la scelta valoriale che compiamo quando decidiamo di preferire l’accesso a un bene piuttosto che il suo possesso.

Cosa esce dal confronto delle esperienze di successo del car sharing in Italia e in Europa? Milano, è davvero uno degli esempi migliori? Grazie a chi? Un commento sugli investimenti statali.
Milano è uno dei casi di maggior successo al mondo per il car sharing e lo è diventata grazie alla lungimiranza dell’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, che ha dato avvio alla rivoluzione della mobilità cittadina, aprendo il mercato ai privati, dimostrando quanto fossimo pronti a sperimentare e utilizzare nuove forme di trasporto. Il successo poi ovviamente è anche attribuibile alle società che gestiscono il servizio, perché sono state all’altezza delle aspettative dei loro clienti. Il car sharing a flusso libero esiste da tantissimi anni in Europa, mentre in Italia eravamo ancora legati a una tipologia di servizio che non era più in grado di incontrare le esigenze della maggior parte dei cittadini. Gli investimenti pubblici possono essere utili per avviare percorsi di innovazione nel campo della mobilità, ma non possono sostituirsi alle regole del mercato.

Dobbiamo per forza armarci di smartphone e app. La rivoluzione della mobilità viaggia più sul silicio che sull’asfalto, non ti pare?
La rivoluzione della mobilità vive sulla strada ma utilizza la tecnologia in modo intelligente. I due concetti sono collegati strettamente e vivono simbioticamente quindi in questo caso il mix di silicio e asfalto ha una connotazione positiva.

A livello normativo a che punto siamo? E rispetto alla normativa europea vigente? Perché no, per esempio, al senso unico eccetto bici?

A livello normativo non esistono regole nazionali e ogni comune deve armarsi di carta e penna e redigere il proprio bando se vuole aprirsi a sistemi di car sharing privati. Come al solito, nel nostro paese non riusciamo a uniformare le regole anche quando queste si dimostrano perfettamente funzionanti, il che, come sempre, porta a ritardi e a lentezze infinite. Come emerso dal car sharing day alla Protomoteca mercoledì scorso, servirebbero poi sgravi fiscali per chi usa i sistemi in sharing lasciando a casa la propria auto: una forma di incentivazione che andrebbe studiata e portata avanti. Per quanto riguarda il senso unico in bici vedo che le associazioni di riferimento e i comuni italiani che hanno fatto questa proposta (Milano, Bologna e Torino) stanno cercando di far cambiare idea al Ministro Lupi che si è detto contrario. Personalmente penso che sia ora di modificare le cose anche in questo ambito...