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In questo numero:

L'errore di Atene di Antonio Cianciullo
Capitale naturale ed economia circolare: due facce della stessa medaglia di Pasquale Fimiani
Nuovi prodotti per nuovi mercati a cura di Joanna Dupont-Inglis
SarĂ  la generazione Facebook a guidare la dematerializzazione a cura di Carlo Pesso
La nascita del rifiuto di Guido Viale
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Capitale naturale ed economia circolare: due facce della stessa medaglia
di Pasquale Fimiani


Il tradizionale accostamento della materia ambientale al tema del bene comune induce alcune considerazioni sul possibile inquadramento sistematico dei due argomenti nel contesto dei principi generali dell’ordinamento giuridico.
Si tratta di un’operazione non agevole per due ragioni.

Da un lato, è sempre più evidente la tendenza a qualificare come bene comune i contesti più vari e ampi dell’agire umano quali – oltre all’ambiente – la cultura, la scuola, le risorse artistiche, gli spazi urbani, la rete, la giustizia ecc. Fenomeno, questo, coerente con la pluralità dei modi e delle manifestazioni dell’interagire tra le persone, ma che rischia di confinare il concetto di bene comune in uno spazio suggestivo e meramente evocativo, privo di specificità e, sostanzialmente, vago e indistinto.

Dall’altro, il dibattito in tema di ambiente ha registrato l’evoluzione dei due elementi fondanti la materia – il valore da conservare (l’ecosistema) e il parametro per assicurare tale conservazione (il cosiddetto sviluppo sostenibile) – nei due concetti di “capitale naturale” e di “economia circolare”, ampiamente discussi in ambito scientifico-economico, ma ancora marginali nella discussione giuridica.
Il primo identifica i beni naturali della terra (il suolo, l’aria, l’acqua, la flora e la fauna) e i relativi servizi ecosistemici, quale valore essenziale per la vita umana, da preservare e garantire sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
A sua volta, il concetto di “economia circolare” indica un modello economico sostitutivo di quello ereditato dalla rivoluzione industriale, improntato sul “prendi, produci, usa e getta”. Si osserva che il postulato di fondo di tale sistema – e cioè che le risorse naturali siano sempre disponibili, accessibili ed eliminabili a basso costo – è prossimo a entrare in crisi e si propone il passaggio a un sistema in cui i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile, mentre i rifiuti vengono ridotti al minimo e, comunque, riutilizzati e recuperati.

I due concetti rappresentano due facce della stessa medaglia.
La centralità attribuita al capitale naturale pone non soltanto il tema dell’inquinamento ambientale, ma soprattutto la questione dell’utilizzo indiscriminato delle risorse naturali e si propone di attribuire un valore reale ai servizi che esse offrono, da tenere presente nelle regole gestionali e di tutela, sia per il settore privato, sia per quello pubblico.
Il passaggio a un’economia circolare mira a concorrere alla realizzazione di tale risultato, attraverso “cambiamenti nell’insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo” (Comunicazione della Commissione “COM/2014/0398”, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”).

Individuati i due concetti su cui si è rimodulato il dibattito ambientale, ai fini del loro inquadramento nell’ambito della teoria giuridica del bene comune, occorre partire da una considerazione generale.
La qualifica come “comune”, nelle varie declinazioni, è sempre e comunque attribuita a un bene, un contesto o un servizio per evidenziarne la peculiare valenza rispetto a un aspetto fondamentale della personalità (per esempio, la salute, l’informazione, la partecipazione).

Viene, quindi, enunciato un concetto di relazione, in quanto tale qualifica si nutre del rapporto con l’individuo o, più precisamente, con uno dei vari aspetti della sua personalità riconosciuto quale diritto fondamentale... Continua a leggere su "Materia Rinnovabile", n. 6-7 ottobre-dicembre 2015