testata logo EDA
In questo numero:

Corsa all’economia circolare di Antonio Cianciullo
Le miniere urbane dell'alluminio a cura di Duccio Bianchi
Il design nei nuovi scenari della materia a cura di Marco Moro e Mauro Panzeri
Imballaggi in alluminio di Paola Ficco
Iscriviti
Contatti
Corsa all’economia circolare
Alluminio in pole position
di Antonio Cianciullo


In tutti gli sport ci sono talenti naturali, campioni con doti innate. Nella corsa della circular economy tra i favoriti alla partenza troviamo l’alluminio, con i numeri per grandi prestazioni. È un vantaggio che nasce da un dato di base: la differenza tra i costi della produzione da materia prima vergine e quelli del riciclo.

Il problema dell’alluminio non è infatti la disponibilità di materia prima, perché in natura non manca certo la risorsa fondamentale:
la bauxite, il principale minerale da cui si ricava, è uno degli elementi più diffusi. Il nodo critico è dato dai costi di lavorazione perché 
il prezzo per produrre un chilo di alluminio
 è molto alto soprattutto in termini di energia
 (13 chilowattora). Mentre usando il materiale riciclato al posto di quello vergine si ottiene
 un risparmio energetico pari al 95% e si evita l’emissione di 9 tonnellate di anidride carbonica per ogni tonnellata di materiale riciclato. Per esempio in Italia nel 2014 grazie al riciclo di 47.100 tonnellate di imballaggi in alluminio si sono tagliate 402.000 tonnellate di CO2 ed è stata risparmiata energia per oltre 173.000 tonnellate equivalenti di petrolio.
 E dunque è inevitabile che, per motivi economici e ambientali, il recupero dell’alluminio diventi una priorità. Anche perché sul fronte del riuso l’alluminio ha dimostrato di essere particolarmente versatile: con 2 lattine si fa una penna, con 3 lattine un paio di occhiali, con 37 lattine una caffettiera, con 70 lattine una pentola, con 130 lattine un monopattino, con 640 lattine un cerchione per auto, con 800 lattine una bicicletta.

Sono tutti esempi interessanti e utili perché permettono di cogliere in maniera intuitiva
il legame tra un atto della nostra vita quotidiana (separare i rifiuti) e un beneficio della nostra vita quotidiana (bere il caffè utilizzando
una macchinetta che a parità di prestazioni
ha un prezzo più basso). Questo continuo rimando all’ecologia come stile di vita e di consumo è stato ed è ancora necessario per coinvolgere milioni di persone. Oggi però
 è arrivato il momento di un salto di percezione: quello che occorre mettere a fuoco 
è la dimensione complessiva della sfida 
della circular economy, in modo da prendere 
le decisioni di indirizzo economico necessarie a rilanciare un modo di produrre su cui
 si misurerà la capacità competitiva dei paesi
 e dei blocchi economici.
 Da questo punto di vista l’alluminio è interessante per vari motivi. Perchè può essere riciclato al 100% infinite volte senza perdere le sue caratteristiche originali. Perché l’Italia ha un particolare vantaggio in questo recupero visto che non dispone di miniere di bauxite. Perché, avendo buone caratteristiche di leggerezza e resistenza alla corrosione, l’alluminio sta giocando un ruolo crescente in un settore ad alto impatto ambientale come il trasporto (se negli anni ‘50 e ‘60 in un’automobile c’erano mediamente 40 chili di alluminio, oggi si va verso il raddoppio). L’alluminio può diventare dunque un test per misurare le dimensioni di un rilancio dell’economia circolare di cui per ora vediamo solo l’inizio: se i numeri sono ancora ridotti, i trend mostrano la necessità di un salto di qualità. 
[…] per continuare a leggere vai all’Insight CiAl di Materia Rinnovabile