Materia Rinnovabile
Rivista internazionale sulla bioeconomia e l'economia circolare
Già nel 2012 la classifica annuale delle costruzioni in legno e il primo Premio nazionale per le Architetture in terra (CRAterre) nel 2013 hanno testimoniato la creatività dei progettisti e le competenze delle maestranze, affermando il ruolo pionieristico della Francia in questo ambito.
E anche il mondo della professione ha dato prova dell’interesse per la valorizzazione di tali risorse naturali dedicando ai materiali eco-locali il padiglione francese al congresso dell’Uia (Unione internazionale degli architetti) tenutosi a Durban nel 2014.
Infine, la mostra Matières en lumières che ha presentato 70 edifici esemplari realizzati con legno, terra, paglia, pietra suscitando tra i visitatori grande interesse e al tempo stesso stupore per la capacità di questi progetti di inserirsi bene tanto nei contesti urbani quanto nelle aree rurali.Il riutilizzo è un’altra strategia fondamentale: il 50% dei rifiuti prodotti nei paesi industrializzati sono originati dal settore delle costruzioni: è quanto mai urgente arrestare questo flusso e immaginare per essi una nuova vita.
Prospettiva indispensabile in questo periodo di crisi ecologica e sociale, l’economia circolare punta a produrre beni e servizi limitando il consumo di materie prime e di energia. Nel settore delle costruzioni questo approccio spinge verso una dimensione della produzione locale e decentralizzata: per i materiali si tratta di fare riferimento a risorse naturali abbondanti, per l’energia di sfruttare le fonti rinnovabili (solare, eolico, geotermia ecc.). In Francia l’economia circolare è entrata ufficialmente nelle politiche nazionali nell’ottobre 2014, con il Codice dell’ambiente contenuto nella legge sulla transizione energetica e la crescita verde. Una vera rivoluzione per un paese – storicamente – fortemente centralizzato attorno alla propria capitale! A partire da allora, ministeri e comunità locali stanno cercando di declinare l’economia circolare nelle diverse scale.
Quindi gli attori locali (per esempio singoli comuni, consorzi intercomunali, servizi tecnici, imprese, associazioni, cittadini) si stanno aggregando attorno a una dinamica di sviluppo, creando anche nuova occupazione, in particolare nelle aree rurali meno favorite.
Un approccio, questo che è già stato testato nel Vorarlberg, piccola ma florida regione austriaca che deve la sua prosperità a un’economia verde che ha saputo valorizzare le sue risorse, legname e altri materiali di produzione locale.
Ma questo è anche lo spirito dell’economia territorialista teorizzata da Alberto Magnaghi, fortemente ancorata alla cultura delle bio-regioni, che in Francia ha dato vita a una rete diffusa di esperienze.
Dunque in Europa iniziano a fiorire queste strategie in grado di apportare benefici su molteplici piani, dimostrando come la transizione ecologica sia tutt’altro rispetto a un’immagine di ascetica rinuncia! È un cambiamento di paradigma verso una società a un tempo più frugale e felice, che ridona senso alla quotidianità come alla vita professionale.
Pierre Rabhi, il filosofo francese dell’agro-ecologia, la definisce efficacemente come “sobrietà felice”. Fare di più con meno e ritrovare il piacere di una creatività liberata.
... continua a leggere su Materia Rinnovabile 11, luglio-agosto 2016