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In questo numero:

A forza di numeri… di Marco Moro
Ci sono voluti 20 anni, ma ne è valsa la pena... di Paola Fraschini
Il valore della qualità a cura di Diego Tavazzi
I palazzi nelle nuvole a cura di Diego Tavazzi
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I palazzi nelle nuvole
Intervista a Gianni Silvestrini
a cura di Diego Tavazzi

In questo articolo parliamo di:

Leadership in Green Building

I progetti certificati LEED in Italia – The LEED Certified Projects in Italy

a cura di Giuliano Dall'Ò

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No, non state per leggere un racconto di fantascienza. Il titolo di questo contributo fa riferimento alla trasformazione in corso nel settore dell’edilizia, che viene sempre più investito dalle tecnologie dell’IT. Abbiamo chiesto a Gianni Silvestrini, presidente di GBC Italia e autore dell’introduzione di Leadership in Green Building, di illustrarci i cambiamenti che stanno avvenendo anche nel nostro paese e di cui i protocolli Leed sono parte importante.

Digitalizzazione e industrializzazione dei processi, big data, stampa 3D, robot, veicoli elettrici e smart grid: sono solo alcuni degli elementi di quella che si preannuncia come una rivoluzione per il settore dell’edilizia. Che effetti potrà avere, specie sotto il profilo occupazionale?
La rivoluzione del digitale coinvolgerà anche l’edilizia, un settore in cui notoriamente negli ultimi decenni si è avuto un bassissimo incremento della produttività del lavoro.
È dunque auspicabile che il programma Industria 4.0 recentemente avviato in Italia venga utilizzato per qualificare almeno una parte del nostro mondo delle costruzioni.
Una delle novità che emergeranno riguarda il passaggio a forme spinte di industrializzazione degli interventi di riqualificazione energetica, sul modello dell’esperienza olandese di Energiesprong.
La prospettiva che auspichiamo è la nascita di nuove industrie focalizzate alla realizzazione automatizzata di componenti chiave, come i cappotti, che consentiranno di accelerare notevolmente i tempi delle ristrutturazioni. Penso che si stiano aprendo nuovi e interessanti spazi d’intervento che verranno colti dagli attori che si attrezzeranno per tempo. E se le nostre imprese non lo faranno rapidamente, è probabile che ci saranno gruppi stranieri che proporranno i loro approcci innovativi. Sarebbe dunque importante che in Italia alcune grandi imprese investissero nell’innovazione per poi aggregare piccole realtà in agili cordate attrezzate in grado di affrontare le nuove sfide.
Insomma, come in altri settori, la digitalizzazione comporterà l’eliminazione di alcuni posti di lavoro, ma favorirà la creazione di altre competenze, più creative e specialistiche.
Consideriamo poi che gli edifici saranno sempre più inseriti in un contesto olistico che li farà dialogare da un lato con la rete elettrica grazie all’energia pulita esportata e alla gestione della domanda attraverso i contatori intelligenti, e dall’altro con i veicoli elettrici anch’essi in connessione bidirezionale con le infrastrutture di ricarica che, dal prossimo decennio, saranno obbligatorie nei nuovi edifici.

Nella sua introduzione fa riferimento al fatto che GBC Italia ed Enea hanno messo a punto un innovativo sistema per finanziare l’efficientamento energetico degli edifici. Può spiegarci come funziona?
Il modello proposto prevede la costituzione di un Fondo dedicato all’efficienza energetica nel settore privato che coinvolga la Cassa depositi e prestiti, eventualmente in pool con altri istituti di credito privati, dedicato alla riqualificazione energetica di interi edifici che consenta una drastica riduzione dei consumi. Dopo una validazione tecnico-economica delle proposte, il Fondo erogherà il 90% del capitale necessario. Lo stato riconoscerà poi direttamente al Fondo un credito di imposta decennale di misura analoga alle attuali detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica (65%), mentre la parte restante verrà veicolata al Fondo dai distributori elettrici attraverso le bollette. La riduzione dei consumi consentirà quindi alle famiglie di contribuire a rimpinguare il Fondo senza avvertire un peso economico.
Si supera in questo modo il limite dell’impossibilità per le famiglie incapienti di accedere alle detrazioni fiscali e si stimolano gli interventi di “Deep Renovation” di interi edifici e quartieri, essenziali per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030.Pensiamo che questo provvedimento potrebbe consentire di rimettere in moto il mondo dell’edilizia che ha perso con la crisi mezzo milione di posti di lavoro. Il settore delle costruzioni dovrà però aumentare la propria produttività utilizzando tutte le opportunità che il digitale oggi consente, inclusa l’industrializzazione delle riqualificazioni in grado di ridurre drasticamente tempi e costi.

Quali sono i fattori che hanno contribuito e contribuiscono all’affermazione dei protocolli di certificazione energetico-ambientale degli edifici?
Le certificazioni indicano un percorso chiaro nelle fasi della progettazione, della realizzazione degli interventi e della gestione degli edifici, attraverso l’analisi e valutazione di tutte le variabili: dai consumi di energia alla vivibilità degli ambienti, dalle misure per minimizzare i consumi idrici alla scelta dei materiali utilizzati. La possibilità di avere dati misurati e validati da parte terza rappresenta un valore che viene riconosciuto dai proprietari degli immobili e questa è una delle motivazioni che spingono i grandi gruppi internazionali a richiedere la certificazioni dei loro immobili. Non è un caso che la maggioranza dei nuovi grattacieli realizzati in Italia nell’ultimo decennio sia stata certificata.
Considerata inoltre la possibile apertura di un mercato di riqualificazione dell’edilizia esistente grazie ai nuovi sistemi di incentivazione, il Green Building Council sta predisponendo un “Protocollo Condomini” come strumento per accompagnare una efficace ristrutturazione degli edifici e favorire una riqualificazione della parte più attenta del nostro mondo delle costruzioni.