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In questo numero:

Due test per l'Europa di Antonio Cianciullo
Dall’acero alle bioraffinerie a cura di Mario Bonaccorso
Il design della non materia di Irene Ivoi
Se la colletta si fa online di Silvia Zamboni
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Se la colletta si fa online
di Silvia Zamboni

In questo articolo parliamo di:
Materia Rinnovabile
Rivista internazionale sull bioeconomia e l'economia circolare
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Avete presente la classica “colletta” che si faceva tra compagni di classe per acquistare un regalo? Bene, associatela al potenziale virale delle tecnologie digitali, delle piattaforme internet e dei social, a progetti di solidarietà, di ricerca o imprenditoriali a caccia di finanziamenti. Aggiungete qualche zero finale al numero dei soggetti coinvolgibili sulla rete e avrete il crowdfunding, il fundraising telematico per progetti non profit e for profit. Un canale di finanziamento diffuso ai quattro angoli del pianeta che offre visibilità a un mondo di start-upper, ricercatori, musicisti, designer, video-maker, scrittori, associazioni di volontariato. Arrivando a coinvolgere fino alle amministrazioni locali tramite il neighbor crowdfunding, il cosiddetto crowdfunding civico per il finanziamento collettivo di opere e interventi pubblici.

Per effetto della crisi finanziaria (che ha indotto le imprese a ricercare fonti di finanziamento alternative) e dell’azzeramento dei rendimenti risk free (che ha spinto gli investitori a rivolgersi a nuovi prodotti) si tratta di un mercato mondiale che nel 2014 valeva oltre 16 miliardi di dollari, per il 70% veicolati dal peer2peer lending, e così distribuiti: 9,46 miliardi nel Nord America e Usa, 3,26 in Europa e 3,4 in Asia (fonte: 1° Rapporto italiano sul CrowdInvesting, Politecnico di Milano). Un flusso di risorse che, secondo le stime del Massolution Crowdfunding Industry Report 2015, l’anno scorso ha fatto un ulteriore balzo in avanti toccando 17,25 miliardi di dollari nel Nord America e Usa, 6,40 in Europa e 10, 54 in Asia.
A livello mondiale è l’americana kickstarter.com la piattaforma numero uno del reward-based crowdfunding, quello basato su ricompensa: le offerte in denaro ai progetti pubblicati vengono ricompensate con un regalo a carattere non finanziario, come un gadget, una t-shirt, biglietti per eventi. O con la prevendita a prezzo ridotto del prodotto qualora la raccolta fondi raggiunga l’obiettivo fissato per entrare in produzione.

[…]

A settembre 2016 kickstarter, ora attiva anche in Italia, contava oltre 15 milioni di donatori. L’hit-parade dei progetti più gettonati vedeva un tale Ben Harkins – dj e sviluppatore di giochi di società e di software – proporre un insolito gioco da tavolo ispirato alla progettazione di artistiche vetrate per la Sagrada Familia, la celebre cattedrale incompiuta dell’architetto catalano Antoni Gaudì. Con oltre 80.000 dollari raccolti Harkins aveva più che triplicato la cifra richiesta. […]

Zoomando sull’Europa, il paese di riferimento è il Regno Unito, primatista europeo nel settore dell’equity crowdfunding. La piattaforma crowdcube.com da sola ha raccolto finora oltre 168 milioni di sterline.

In Italia, che pure era partita per prima a livello internazionale con produzionidalbasso.com – autentica pioniera internazionale nata nel 2005, prima ancora di Facebook, per finanziare autoproduzioni artistiche, dalla musica all’editoria, dal teatro al design – le cifre sono più ridotte, benché in netta ascesa. E con elementi di originalità, come vedremo più avanti.
Complessivamente, a fine ottobre 2015 nel nostro paese si contavano 69 piattaforme attive e 13 in fase di lancio, con un aumento del 68% rispetto al 2014, quando le attive erano 41. La foto è stata scattata dal report 2015 Il crowdfunding in Italia, una mappatura delle piattaforme italiane realizzata dall’Università del Sacro Cuore di Milano, con la sponsorizzazione di Tim, il supporto tecnico di starteed.it e sotto il coordinamento della docente Ivana Pais, attenta conoscitrice del fenomeno….

Continua a leggere su Materia Rinnovabile n. 12, settembre-ottobre 2016